Futuro

Taxi vs governo: Uber alla finestra

Dopo la fumata nera a conclusione dell’incontro tra i sindacati e il governo, tra ieri e oggi 48 ore di sciopero nazionale e mobilitazione dei tassisti contro il Decreto Concorrenza
La manifestazione dei tassisti a Torino in occasione dello sciopero di oggi
La manifestazione dei tassisti a Torino in occasione dello sciopero di oggi Credit: ANSA/ALESSANDRO DI MARCO
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5 luglio 2022 Aggiornato alle 21:00

Ancora un vicolo cieco per la viceministra delle Infrastrutture Teresa Bellanova. Non è servito l’incontro tra lei e i sindacati tassisti. Oggi si è svolta la prima giornata di sciopero nazionale che proseguirà anche domani, mercoledì 6 luglio.

Hanno aderito allo stop delle auto bianche tutte le principali sigle (Fast-Confsal, Confartigianato Taxi, Satam, Tam, Usb-Taxi, Unica Filt-Cgil, Uiltrasporti, CNA Fita Taxi, CLAAI, Legacoop Produzione e Servizi, Uritaxi, Uti, Unimpresa, Orsa Trasporti, Casartigiani, Fit-Cisl e Ugl), con l’unica eccezione di Uil Trasporti che all’ultimo ha deciso di dissociarsi.

“Valutiamo positivamente l’incontro avuto oggi con la viceministra Bellanova e per questo riteniamo incomprensibile la scelta di mantenere lo sciopero programmato per domani e dopodomani nel settore taxi” ha spiegato in una nota l’associazione.

Nel mirino dei tassisti il DDL Concorrenza e in generale tutte le proposte di liberalizzazione e deregolamentazione avanzate dal governo. I sindacati di categoria invocano, infatti, l’eliminazione dell’art. 10 che prevede “l’adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante applicazioni web e che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti”. Un intervento necessario dato che la normativa al riguardo risale agli anni ‘90.

La disposizione non incontra il benestare della categoria: l’utilizzo di questi strumenti tecnologici rischia di attribuire la gestione del settore a intermediari “che pensano di arricchirsi alle spalle dei lavoratori, relegando la professione del tassista a quella di un rider della mobilità”.

Il fantomatico nome non viene pronunciato, ma si sta parlando chiaramente di Uber, che poco più di un mese fa ha siglato un accordo con IT TAXI.

Oltre allo sciopero, a Roma si è svolta una manifestazione nazionale con i conducenti delle auto bianche che si sono dati appuntamento da tutta Italia a piazza della Repubblica per sfilare in corteo fino a Piazza Venezia.

Una protesta che è divampata tra i cori rivolti al premier Mario Draghi e il governo e petardi e fumogeni. “Draghi, non te lo chiede l’Europa, te lo chiede Uber” recitava un lungo striscione a inizio corteo. A riversarsi in piazza circa 1000 tassisti. Dopo il tentativo di forzare i blocchi delle forze dell’ordine a palazzo Chigi, i tassisti si sono radunati a piazza Santi Apostoli.

Le mobilitazioni hanno coinvolto anche Torino (con un fiume di 200 tassisti da Piazza Vittorio a Piazza Castello), a Napoli e a Firenze, dove l’adesione è stata quasi totale.

A Milano la colonna di manifestanti si è radunata in Stazione Centrale: i tassisti del capoluogo lombardo avevano incrociato le braccia per cinque giorni, anche se non ufficialmente. Il numero delle licenze nella città supera di poco le 4.800.

Alessandro Casotto, presidente di RadioTaxi 02.8585, che conta circa 1700 autisti, spiega che gli operatori sono esasperati: «Ai tassisti non piace scioperare ma siamo esasperati. In questi giorni le tariffe dei privati sono triplicati, mentre la nostra rimane stabile e si basa sui tassametri piombati».

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