Futuro

Reattori nucleari sulla Luna: cosa dobbiamo sapere

Gli obiettivi che la Nasa ha in mente, con questa operazione, sono l’esplorazione e la colonizzazione spaziale
Credit: NASA

Era solo un’idea lanciata nel 2018, un progetto su cui lavorare promuovendo un bando che avrebbe raccolto le proposte migliori da parte delle società interessate. Oggi quell’idea si è fatta concreta: la Lockheed Martin di Bethesda (Maryland), la Westinghouse di Cranberry Township (Pennsylvania) e IX di Houston (Texas) sono le tre aziende che riceveranno un contratto di 12 mesi, per un totale di cinque milioni di dollari. L’obiettivo? Sviluppare il progetto di un reattore nucleare a fissione da usare sulla Luna.

Ma andiamo per gradi e facciamo un po’ di ordine.

Qual è il progetto della Nasa?

La Nasa ha chiesto alle società di progettare un reattore nucleare a fissione da far arrivare sulla Luna e che possa fornire energia con una potenza di 40 kilowatt e in modo continuativo per almeno 10 anni. In questo modo sarebbe possibile garantire le condizioni di vita necessarie agli astronauti per le esplorazioni spaziali e del suolo lunare, con uno sguardo d’interesse rivolto ormai anche al pianeta Marte.

A cosa servirebbe?

Fino a oggi l’esplorazione del suolo lunare è sempre stata molto breve: è mancata l’energia necessaria a produrre acqua, carburanti, alimentazione dei rover. Tutto ciò che è essenziale per la sopravvivenza degli astronauti e per portare a termine le missioni spaziali. «L’abbondanza di energia ora sarà la chiave per le future esplorazioni spaziali», ha affermato Jim Reuter, amministratore associato della Space Technology Mission Directorate della Nasa a Washington.

Se l’ambizione e i progetti della Nasa dovessero concretizzarsi, sarà possibile, grazie ai reattori nucleari, in un futuro neanche troppo lontano, garantire addirittura la sopravvivenza di 30 famiglie medie per circa 10 anni sulla Luna. Il primo grande passo per la colonizzazione spaziale dell’uomo.

Perché proprio l’energia nucleare e i sistemi a fissione?

Si tratta di sistemi di alimentazione relativamente piccoli e leggeri rispetto ad altri, non richiedono manutenzioni complesse (d’altronde non sarebbe semplice gestire una manutenzione dalla Terra, né tempestivo un intervento tecnico nello spazio partendo dal nostro pianeta), ma il vantaggio più importante è che si tratta di un tipo di alimentazione che garantisce energia al di là di ogni condizione ambientale e indipendentemente dalla quantità di luce solare.

Nessun rischio di manutenzioni complesse né pericoli di rimanere senza energia improvvisamente, insomma.

Ma… il nucleare nello spazio? Gli ecologisti protestano e la Nasa risponde

Ma perché bisogna inquinare lo spazio con scorie nucleari? Prevedibile come critica al progetto della Nasa.

Portare il nucleare nello spazio è anti ecologista? Probabilmente sì, ma la polemica sembra facile da frenare: quasi tutte le missioni spaziali compiute fino a oggi hanno richiesto l’utilizzo di energia nucleare come fonte di elettricità.

Non si tratta, quindi, di una novità.

È fondamentale per il progresso spaziale fare affidamento su fonti energetiche sicure e che possano prescindere dalle condizioni ambientali. E a oggi l’unica sicurezza viene dal nucleare. In ogni caso, la Nasa ci ha tenuto a specificare che il progetto verrà sottoposto all’analisi e all’ approvazione del National Environmental Policy Act per valutarne possibili effetti ambientali e ha rassicurato sul fatto che nessuna scoria nucleare nè materiale radioattivo interesserà la Terra: il sistema prevederà che il combustibile nucleare si attivi solo nel momento in cui toccherà il suolo lunare.

Ancora una ragione poco valida per gli ecologisti che sostengono l’esistenza di alternative ecosostenibili da utilizzare. Dal canto suo la Nasa specifica che mai sono state escluse possibilità di utilizzo di fonti rinnovabili. Il progetto è ancora in fase di ideazione e queste potrebbero essere prese in considerazione, se reputate funzionanti per gli scopi prefissati.

Con l’imminente lancio del programma Artemis, il programma di volo della Nasa che punta a far sbarcare la prima donna e il prossimo uomo sulla Luna entro il 2024, i tempi sono ormai strettissimi.

Nell’ arco di pochi mesi potremmo avere le prime sperimentazioni di reattori nucleari sulla Luna ed entro la fine del decennio il suolo lunare (e in futuro anche il pianeta Marte) potrebbe non avere più tanti segreti per l’uomo.

Le passeggiate sulla Luna non saranno più famose come quella di Armstrong, ma, chissà, saranno all’ordine del giorno e l’umanità diventerà una specie multiplanetaria.

Non è fantasia, è la scienza che avanza.

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