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Vuoi riparare da solo il tuo iPhone? Ripensaci

Il servizio Self Service Repair promosso da Apple negli Stati Uniti non è così vantaggioso come sembra. Il kit di riparazione pesa 35 kg e costa come una sostituzione in negozio
Credit: Dan-Cristian Pădureț/ Unsplash
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
7 giugno 2022 Aggiornato alle 11:00

Cambiare la batteria dell’iPhone da soli? Dalla fine di aprile 2022 Apple ha implementato, negli Stati Uniti, il Self Service Repair, un modo per riparare i propri dispositivi con la mela stilizzata più famosa del mondo anche senza l’aiuto dell’assistenza né la copertura della garanzia. Eppure, molti utenti hanno fatto notare che il servizio non conviene per numerosi motivi.

Una premessa, però, è doverosa: si tratta di un grande momento per i sostenitori del fai-da-te e di coloro che, per anni, si sono opposti alle politiche di Apple che sopprimevano il diritto alla riparazione, con le relative accuse alla società di fare tutto il possibile per impedire ai clienti di mettere mano ai propri dispositivi.

Il fatto che ora venga permesso di acquistare parti originali dei prodotti, leggere i manuali autentici e noleggiare gli strumenti finora utilizzati esclusivamente dagli addetti Apple, è un passo avanti per l’azienda e per i suoi clienti.

Ma torniamo alle problematiche che questo comporta. Uno: per riparare qualcosa non basta il manuale di riparazione, che è comunque un’opzione disponibile, oltre alle singole componenti come la batteria. Meglio il kit aggiusta-tutto per intervenire su schermi rotti, batterie non funzionanti e fotocamere rigate o inefficienti. Il problema è che pesa più di 30 kg.

Lo ha raccontato sul sito di informazione The Verge il giornalista Sean Hollister: «Mi aspettavo che Apple mi avrebbe inviato una piccola scatola di cacciaviti, spudger (uno strumento utilizzato per separare i componenti in plastica a pressione senza causare danni durante la separazione, ndr) e pinze: possiedo un iPhone mini, dopotutto. Invece ho trovato due enormi valigie Pelican - 35 kg di strumenti - sulla mia veranda. Non riuscivo a crederci, considerando che Apple avrebbe pagato per la loro spedizione».

Due, Apple ti consente di noleggiare un intero dispositivo di riscaldamento di livello industriale che sembra un vero strumento da laboratorio, con un bel pulsante di sicurezza rosso da ruotare per l’arresto di emergenza e un braccio di sollevamento meccanico con punta a ventosa. Affascinante, ma chi siamo noi per usarlo senza fare danni? Il marchingegno serve a risucchiare lo schermo dalla parte superiore, come qualcuno avrà visto fare dagli addetti nei vari Apple Store.

Hollister racconta di aver infilato il telefono «in una “tasca riscaldante” di dimensioni perfette che fissa un anello di rame intorno all’iPhone per distribuire uniformemente il calore e sciogliere il sigillo attorno allo schermo, per poi ruotare un quadrante e sollevare il braccio che separa lo schermo dell’iPhone dal suo corpo».

Non tutto è andato liscio, però: «La macchina di riscaldamento ha generato un codice di errore a metà del mio primo tentativo e il manuale di Apple non ha spiegato cosa fare se ciò accade dopo aver bloccato il telefono all’interno. Quindi ho finito per riscaldarlo due volte di seguito».

E a quel punto lo schermo non si era ancora separato dal resto: il manuale di istruzioni consigliava di utilizzare una manopola nascosta per esercitare più pressione sulla ventosa, ma «ho iniziato a impazzire quando ho visto quello che sembrava un ragno incrinato sullo schermo (si è poi scoperto che erano solo residui di ventosa)».

La cronaca di Hollister continua tra taglierini e viti troppo minuscoli, irrimediabile caduta di vari pezzi di assemblaggio, colla sparsa sullo schermo e sul retro dell’iPhone e altri disagi tecnologici: «Presumibilmente solo per rendere più difficile la riparazione, Apple richiede tre diverse punte di cacciavite solo per rimuovere lo schermo e nessuna di loro è magnetizzata per evitare che scivolino».

Un’esperienza che, però, mette il cliente nei panni di un piccolo chirurgo un po’ muratore e un po’ elettricista: «Affettare il mio telefono è stato un brivido. Ma gran parte di quella sensazione derivava dal non sapere se il mio telefono sarebbe sopravvissuto a un intervento a cuore aperto, strumenti di Apple o meno».

Il terzo motivo è che non tutti gli strumenti utili vengono inclusi nei 35 kg, come per esempio il barattolo di sabbia utile nel caso in cui la batteria si incendi. Il quarto, invece, è puramente economico: 69 $ per una nuova batteria – lo stesso prezzo che l’Apple Store addebita per sostituirla in negozio fuori garanzia -, 49 $ per noleggiare gli strumenti per una settimana, ma soprattutto «una trattenuta sulla carta di credito di $ 1.200 per il toolkit, che avrei perso se gli strumenti non fossero stati restituiti entro sette giorni dalla consegna».

Sembrerebbe tutto tranne che un servizio di assistenza, «il modo perfetto per far sembrare che l’azienda supporti le politiche di diritto alla riparazione senza incoraggiarle affatto», spaventando i consumatori con prezzi elevati, complessità e rischio di perdere un migliaio di dollari. Un’offerta che non puoi non rifiutare.

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