Futuro

Preferiresti perdere le chiavi di casa o il telefono?

Risposta ovvia: le chiavi. Lo sostiene un sondaggio di Kingston Technology Company nella giornata del Geek Pride. Una ricerca che dà i numeri sulla nostra incapacità di staccarci, ormai, da smartphone e web
Credit: Photoholgic/Unsplash
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
25 maggio 2022 Aggiornato alle 13:00

Preferiresti perdere le chiavi di casa o il telefono? A inizio millennio, probabilmente quasi tutti avrebbero risposto il secondo. Nel giro di 10/15 anni lo stesso sondaggio si sarebbe concluso con un ex equo. Oggi, la maggior parte di noi preferirebbe smarrire qualsiasi altra cosa piuttosto che il cellulare. Chi di noi non ha mai conosciuto quella sensazione di isolamento sociale dovuta alla rottura, al furto o alla perdita dello smartphone?

D’altronde, c’è una ragione evidente che spiega il cambiamento avvenuto negli ultimi decenni: è diventato, in un certo senso, una nostra estensione. Secondo la ricerca pubblicata nel 2019 da Asurion, lo utilizziamo circa 96 volte al giorno: se poi consideriamo anche le cosiddette interazioni rapide, quando cioè lo sbriciamo per guardare le notifiche sullo schermo o per controllare l’orario, allora saliamo a migliaia di volte al giorno. Per la precisione 2.600.

La pandemia ha sicuramente agevolato il fenomeno: durante il primo lockdown, solamente in Italia, il traffico su rete mobile era lievitato al 74,9%. A rivelarlo una ricerca condotta dal Center for Media Engagement dell’University of Texas at Austin.

Proprio oggi 25 maggio si festeggia il Geek Pride Day, nato nei primi anni 2000 per celebrare la passione per l’informatica, per i videogiochi e in generale per il mondo di internet. L’87% degli intervistati da Kingston Technology Company – uno dei più grandi produttori indipendenti di memorie al mondo, dai big data ai notebook, fino ai computer - dichiara di avere un rapporto sano con la tecnologia. Ma sarà vero?

Secondo le stime degli esperti con il progresso dei dispositivi informatici mobili, entro il 2030 i telefoni cellulari si integreranno perfettamente con la realtà virtuale e aumentata.

Ma già da ora, la tecnologia fa parte, ormai, a pieno titolo delle nostre vite. Ce ne serviamo per lavorare, per fare amicizia, persino per rilassarci, quando apriamo un’app di streaming musicale per ascoltare la nostra playlist jazz preferita.

“Se essere un geek tecnologico significa passare più tempo nel mondo virtuale che in quello reale, allora essere un geek non è più una sottocultura, ma un fenomeno davvero globale. La rapidissima evoluzione tecnologica degli ultimi decenni ha introdotto strumenti e servizi che sono talmente radicati nelle nostre vite, che il più delle volte non ci rendiamo nemmeno conto di come, quando e quanto li utilizziamo”, afferma Stefania Prando, Business Development Manager di Kingston Technology.

L’88% degli intervistati dalla compagnia dichiara di utilizzare dispositivi tecnologici per quasi la totalità della giornata, non solo per lavorare (come quasi l’80% dei casi) ma anche nel tempo libero per utilizzare i social (73%), scattare foto (60%), guardare film o serie TV (56%) o giocare ai videogiochi (12%).

In Italia a fronte di 60 milioni di residenti, si contano oltre 80 milioni di cellulari. Oggi negli smartphone custodiamo tutta la nostra vita. Pur essendo un telefono, lo utilizziamo sempre meno per chiamare: piuttosto lo prendiamo per chattare sulle varie app di messagistica, mandare email di lavoro o controllare il tragitto per raggiungere un posto.

Il 76,9% degli intervistati dichiara che vi sono informazioni che non vorrebbero mai che venissero condivise, il 73% sostiene di essere più preoccupato all’idea di perdere il cellulare rispetto alle chiavi di casa. Infatti, quasi la totalità degli intervistati agisce per proteggere i propri dati inserendo password o tramite il supporto di memorie esterne, rispettivamente il 48% e il 35%.

Insomma, un oggetto piccolo, sempre più piccolo, piatto e tascabile, ma cruciale per la nostra quotidianità.

Se poi si va più nello specifico, il 13,5% dichiara di utilizzarlo in situazioni poco consone: molti ammettono di usarlo nel bel mezzo di una cena romantica (32%), altri durante le feste in famiglia (71%), al bar con gli amici (80%) e persino in palestra o nell’oscurità della sala di un cinema (25%).

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