Wiki

Cos’è il forest bathing? Alla scoperta della pratica di benessere basata sulla natura

È un esercizio giapponese basato sulla contemplazione e meditazione nella natura, capace di portare diversi benefici a corpo e mente. In Italia, sempre più luoghi permettono di sperimentare la forest therapy
Tempo di lettura 4 min lettura
2 maggio 2022 Aggiornato alle 13:00

Non c’è dubbio: passare del tempo nella natura porta a innumerevoli benefici. Permette di rafforzare il nostro organismo e mantenerci in salute, di alzare i nostri livelli di vitamina D, di migliorare la qualità del nostro sonno, ma anche di “staccare la spina” e dimenticare le preoccupazioni quotidiane.

Quindi, perché non immergersi nella natura con un po’ di forest bathing?

Il significato del forest bathing

Osservare gli alberi che ondeggiano, toccare con le mani la loro corteccia, sentirne il profumo e meditare nella tranquillità: ecco cos’è il forest bathing. Letteralmente, il bagno nella foresta.

Consiste nel passare del tempo a stretto contatto con la natura, senza correre o fare attività fisica, semplicemente contemplando l’ambiente attorno a noi per trarne giovamento mentale e fisico.

Nasce in Giappone agli inizi degli anni ‘80 (il suo vero nome è Shinrin-yoku, 森林浴) come pratica terapeutica per migliorare la salute delle persone, un valore che negli anni è stato riconosciuto anche da diverse ricerche.

Non solo offre una fuga dalle tecnologie e dalla frenesia quotidiana, ma rafforza anche il nostro sistema immunitario, riducendo la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa, i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress), aumentando la concentrazione e la memoria.

Parte del merito va ai phytoncides, sostanze rilasciate dagli alberi per proteggersi dai parassiti. Per noi, sono un’importante risorsa per rafforzare l’organismo. Il faggio, l’abete rosso, il pino silvestre e il larice sono ottimi alleati del forest bathing, perché ricchi di queste sostanze. Una doppia difesa, quindi: per le persone e l’ambiente.

La regola base è camminare contemplando. Non c’è bisogno di avere una meta, di correre o arrivare primi: l’obiettivo è raggiungere la consapevolezza del tempo presente attraverso tecniche di respirazione e meditazione. Qui, la principale differenza rispetto alla classica attività fisica all’aria aperta.

Ma ogni tanto è bene fermarsi per il tree hugging, permettendo a corpo e mente di connettersi completamente con la natura. L’immersione non richiede fretta, al contrario: una buona sessione di forest bathing necessita dalle due alle quattro ore e per più giorni consecutivi.

Perché fa bene?

Connettersi con la natura e ritrovare un senso di armonia e consapevolezza: questo è sicuramente il beneficio più grande che il forest bathing può offrire. Ma non è il solo.

Che sia in una foresta o in una qualunque riserva nazionale, camminare in questi luoghi ci permette di attivare quasi tutti i nostri sensi. L’olfatto, attraverso gli odori delle diverse piante che ci circondano.

La vista, osservando la vegetazione attorno a noi. Il verde (colore tipicamente associato al quarto chakra, quello del cuore) stimola vibrazioni positive e armoniche, favorendo il benessere generale dell’organismo con le sue proprietà calmanti.

Il tatto, toccando le cortecce degli alberi o la terra sotto ai piedi, offrendoci una percezione amplificata dello spazio. L’udito, grazie ai suoni naturali e degli animali, liberandoci dall’inquinamento acustico tipico delle zone urbane.

Infine, il forest bathing fa bene alla nostra salute e ai nostri comportamenti, educandoci sul rispetto dell’ambiente e la salvaguardia del Pianeta.

La forest therapy in Italia

Da nord a sud, in Italia non mancano di certo i luoghi dove fare un bagno nella natura.

Il Parco del Respiro in Trentino offre ai suoi visitatori la possibilità di fare un tuffo nel verde, per spegnere la mente e accendere i sensi. In particolare, il Sentiero dei Reti è un’ottima area dove praticare il forest bathing, grazie alla presenza di faggi, abeti rossi e pini silvestri.

Un’alternativa è offerta dall’Alpe Cimbra, sempre in Trentino, con il Sentiero dei Giganti e i suoi abeti bianchi, oppure con il Percorso del Respiro degli Alberi, un sentiero tematico dove arte e natura sembrano unirsi e fondersi insieme.

Nell’area alpina il bagno nella natura è una pratica diffusa: lo si può sperimentare anche sull’altopiano del Renon in Alto Adige e in Alta Val di Non. In Piemonte, il parco naturale Oasi Zegna offre ben tre sentieri dedicati.

Scendendo un po’ a sud, tra Emilia-Romagna e Toscana c’è il Parco Nazionale Foreste Casentinesi o il Monte Amiata nell’Antiappennino toscano, con i suoi boschi di faggi incontaminati.

Nel centro Italia troviamo il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise o quello del Circeo (Lazio), dove è possibile contemplare la natura tra frassini, ontani neri e qualche pioppo tremulo.

Giù nel meridione, la Riserva Naturale Orientata del Bosco di Malabotta in Sicilia, in provincia di Messina: istituita nel 1997, offre una ricca diversità ambientale, passando da querce secolari a cerri, faggi, castagni e altri alberi.

Corsi per le guide del forest bathing

Oltre a esperienze pratiche, esistono anche corsi di formazione sul forest bathing.

Per professionisti della salute, che desiderano prescriverlo quale terapia per corpo e mente.

Per educatori, che vogliono trovare nuovi ambienti stimolanti e sensibilizzare sulla salvaguardia ambientale.

Per guide del turismo e del benessere, che vogliono approfondirne la conoscenza per ampliare la loro offerta. Così da unire l’immersione alla formazione.