Futuro

Il segreto del computer che ha battuto i numeri 1 del bridge

L’Intelligenza Artificiale NooK, progettata da una startup francese, ha vinto contro i migliori avversari “umani” nel famoso gioco a carte. È la prima volta che succede
Credit: Robert Torres
Tempo di lettura 3 min lettura
1 aprile 2022 Aggiornato alle 21:00

Deve essere stato umiliante per gli otto campioni del mondo di bridge essere battuti da un’intelligenza artificiale. La startup francese NukkAI ha reso nota la vittoria della sua IA al termine del torneo, durato due giorni a Parigi. La sfida consisteva nel giocare 800 mani consecutive divise in 80 set da 10.

I campioni si sono divisi in coppie contro 2 automi alla volta. I robot scelti, pur avendo vinto competizioni con altre AI, non erano mai riusciti a eguagliare la bravura di giocatori umani di grande esperienza. Al termine della competizione, l’IA chiamata NooK aveva vinto 67 set su 80.

La vittoria rappresenta un traguardo importantissimo nello sviluppo delle intelligenze artificiali. Nel bridge, spiega il Guardian, il giocatore fa le sue mosse avendo a disposizione solo un quadro incompleto di informazioni. In un certo senso, una dinamica molto simile a quella che si innesca nel processo decisionale umano.

Non è la prima volta, infatti, che un robot batte un giocatore vero, è già successo con gli scacchi, a Tris o a Backgammon, ma in questi casi gli avversari si sfidano uno alla volta e hanno accesso a tutte le informazioni necessarie.

Il mago dell’informatica Arthur Samuel elaborò negli anni ‘50 il primo programma di dama sul computer 701 dell’IBM. Una generazione dopo, i ricercatori dell’Università di Alberta misero a punto un sistema in grado di sconfiggere un campione di dama nel 1994 e divenuto ufficialmente imbattibile dal 2007.

Il bridge e gli altri giochi di carte sono in media più complessi per un automa, perché mentre sulla scacchiera sono sempre visibili tutti i pezzi e a Tris si distinguono chiaramente gli spazi vuoti da quelli occupati, nei giochi di carte non si può “sbirciare” la mano dell’avversario, a meno che non si voglia barare. Si ha quindi una conoscenza solo parziale del gioco in corso.

Esistono però delle eccezioni: nel 1984 il professionista di poker Mike Caro ha costruito il primo prototipo di giocatore elettronico, un esperimento fondamentale per lo sviluppo 30 anni dopo di un software divenuto imbattibile a Texas Hold’em.

Inoltre, le decisioni prese da NooK seguono un iter diverso rispetto a quello delle altre intelligenze artificiali, che in genere si affidano al cosiddetto black box system, come Alpha Go, che non è in grado di ricostruire il perché delle scelte prese. Al contrario il meccanismo utilizzato da NooK è neuro-simbolico.

Invece di apprendere registrando miliardi di round giocati, prima memorizza le regole e poi migliora attraverso la pratica. Un approccio nuovo, che si dimostrerà probabilmente fondamentale per il settore sanitario e ingegneristico. Per esempio per le auto a guida autonoma, che arrivate a un incrocio dovranno essere in grado di interpretare e prevedere il comportamento altrui.

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