Diritti

Disabilità: arrivano i Mentor per la partecipazione lavorativa

Grazie al progetto Inclusi, insegnanti, educatori, psicologi e assistenti sociali potranno (dopo aver frequentato un corso di formazione) orientare i giovani “verso la professione che meglio coniuga interessi e abilità con le esigenze del mercato”, tenendo conto dei loro desideri e diritti
Credit: Anna Shvets
Credit: Anna Shvets
Tempo di lettura 4 min lettura
23 aprile 2024 Aggiornato alle 20:00

Se per moltissimi giovani tra mondo della scuola e quello del lavoro c’è un vuoto, per ragazze e ragazzi con disabilità questo passaggio può risultare ancora più critico. Per questo, il progetto Inclusi. Dalla scuola alla vita, andata e ritorno ha creato il percorso Mentor: strumenti e strategie per promuovere la partecipazione lavorativa e qualità di vita: una formazione per dar vita a una nuova figura che possa rappresentare un ponte, una guida e un aiuto nell’orientamento.

I primi 10 Mentor d’Italia sono già al lavoro: sono educatori, insegnanti, psicologi e assistenti sociali provenienti da Milano, Cremona, Napoli, Salerno, Ascoli Piceno e Senigallia, che hanno frequentato il corso e messo poi in pratica la formazione, coinvolgendo finora 70 ragazze e ragazzi con disabilità.

Roberta Tardi, professoressa di lingue straniere moderne ed esperta in processi di inclusione, è una di loro: «Il Mentor, oggi più che mai, riveste un’importanza formativa e di supporto per i giovani con fragilità: è un continuum dalla scuola al mondo del lavoro, che agevola una costruzione consapevole del proprio futuro. La formazione del Mentor permette di essere più professionali e aggiornati, e combinare all’approccio formativo teorico tradizionale una formazione esperienziale per una comunicazione aperta, emozionale e consapevole».

L’obiettivo è migliorare la qualità di vita dellǝ giovanǝ con disabilità, favorendo anche una maggiore inclusione nella società. Come? Partendo dalla valutazione degli 8 ambiti che caratterizzano in maniera unica ogni individuo (benessere fisico, materiale ed emozionale, autodeterminazione, sviluppo personale, relazioni interpersonali, inclusione sociale, diritti, empowerment), la formazione prevede un approccio e uno sguardo nuovo verso la persona con disabilità e il suo progetto di vita. Al centro ci sono i ragazzi e le ragazze, in modo da poter progettare interventi mirati che non tengano presenti solo le loro competenze e risorse del giovane, ma anche i loro desideri, aspettative e diritti.

Compito del Mentor è quindi orientare il giovane “verso la professione che meglio coniuga i suoi interessi e le sue abilità con le esigenze del mercato”. Non solo: dovrà anche individuare quali sono le opportunità di formazione professionale e accompagnare le persone che affianca nella prima fase dell’inserimento lavorativo, quella più delicata, facendo da mediatore con l’azienda così da trovare un bilanciamento tra le necessità del datore di lavoro e quelle delle persone che vengono assunte.

Anche Federica Lauritti è tra i primi 10 Mentor che hanno completato il percorso. Dopo la formazione, ha iniziato un percorso con due sorelle gemelle con disabilità di 16 anni, per aiutarle nella scelta del loro futuro. «Le due ragazze frequentano la quarta superiore di un istituto professionale. Il lavoro che prevedo di fare con loro è molto lungo, per questo ho iniziato il percorso di accompagnamento al loro futuro molto prima della fine della scuola».

«Parallelamente alla frequenza scolastica, il progetto Mentor propone loro attività di socializzazione - spiega Lauritti - il laboratorio di falegnameria o quello di fotografia, un giro al mercato o il teatro. Lavoriamo quindi sulla scelta, sull’acquisizione di autonomia negli spostamenti in città, sulla gestione del tempo e dei soldi. Sono ancora lontane dall’empowerment, ma si cominciano a vedere i primi segnali positivi: Inclusi ha generato un cambiamento nella loro vita e in quella della loro famiglia, il Mentor infatti lavora a stretto contatto con ragazzi e ragazze fragili, ma a venire coinvolto è l’intero nucleo familiare».

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