Diritti

Elezioni parlamentari Croazia: vince il centrodestra (già al potere)

I cittadini si sono recati alle urne dopo una campagna elettorale incentrata sullo scontro tra il presidente Zoran Milanovic e il primo ministro conservatore Andrej Plenkovic, in disaccordo su temi come il sostegno all’Ucraina
Credit: EPA/DANIEL KASAP
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
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18 aprile 2024 Aggiornato alle 16:00

È stata la resa dei conti tra il primo ministro conservatore Andrej Plenković e il presidente populista di sinistra Zoran Milanović: le elezioni parlamentari in Croazia hanno visto uscire vincitore il partito di centrodestra già al potere nel Paese, che però non ha raggiunto la maggioranza. Per ottenere il suo 3° mandato consecutivo, Plenković dovrà cercare di stringere alleanze con altre fazioni e formare una coalizione.

Gli elettori e le elettrici chiamati a votare mercoledì per il rinnovo del Parlamento sono stati 3 milioni 733.000 in 6.500 seggi elettorali: l’affluenza alle urne è stata del 61%, cresciuta di 14 punti percentuali rispetto al 2020.

Il partito al Governo, l’Unione Democratica Croata (Hdz), ha conquistato 60 seggi su 151, meno dei 66 ottenuti nel 2020 e meno della maggioranza (76). La coalizione di opposizione guidata dai socialdemocratici (Sdp) ne ha conquistati 42; il partito nazionalista di destra Movimento per la Patria 14. Un partito ultraconservatore 11 seggi e uno di sinistra verde 10. Il risultato potrebbe introdurre un periodo di instabilità politica in Croazia, con i partiti che nei prossimi giorni si riuniranno per formare un nuovo Governo.

Plenković, 54 anni, di fronte ai suoi sostenitori a Zagabria, ha dichiarato che «l’Hdz ha vinto in modo decisivo le elezioni parlamentari per la terza volta consecutiva» e ha detto che il partito avrebbe iniziato a riunire una nuova maggioranza parlamentare per formare il proprio Governo già questa mattina. Per il leader dell’Sdp Peđa Grbin, nonostante i risultati non siano stati ciò che il partito desiderava, «hanno dimostrato che… la gente vuole un cambiamento».

Le elezioni si sono svolte mentre la Croazia, che è un Paese membro dell’Unione europea e della Nato, lotta contro la corruzione, la carenza di manodopera, l’immigrazione irregolare e il più alto tasso di inflazione dell’Eurozona: secondo i dati di Eurostat Zagabria ha registrato il tasso d’inflazione annuale più alto a febbraio 2024, pari al 4,8%. Il voto, arrivato dopo una dura campagna condotta tra il Primo Ministro e il Presidente, avrebbe potuto cambiare in modo significativo la posizione filo-occidentale del Paese su questioni come il sostegno europeo all’Ucraina nel conflitto contro la Russia.

Plenković è stato il favorito fino a quando, il 15 marzo, Milanović non ha annunciato la sua candidatura a sorpresa alla carica di primo ministro del Partito socialdemocratico (Sdp) per le elezioni parlamentari previste per il 17 aprile. Due giorni dopo, però, la Corte costituzionale croata ha stabilito che il presidente, definito “persona apartitica”, e che ricopre un ruolo prevalentemente cerimoniale, non potesse candidarsi né partecipare alle attività politiche di alcun partito fino alla fine del suo mandato presidenziale, che durerà fino a febbraio 2025.

Milanović, tuttavia, ha deciso di non interrompere la sua campagna elettorale e ha dichiarato che, in caso di vittoria, si sarebbe dimesso per diventare capo di Governo e la sua coalizione di centrosinistra Rivers of Justice avrebbe condotto una lotta alla corruzione e aumentato salari e pensioni. Plenković ha accusato il suo rivale di aver violato la costituzione, di aver incitato all’odio e l’ha definito un “codardo” per non essersi dimesso: «Spero che i cittadini votino per una Croazia che rispetta la costituzione e l’ordine costituzionale, per una Croazia che appartiene al circolo democratico occidentale e transatlantico», ha detto ieri, dopo aver votato.

Alcuni sondaggi hanno iniziato a suggerire che l’Hdz avrebbe potuto perdere la maggioranza a favore della coalizione di partiti centristi e di sinistra guidata da Milanović, 57 anni, che però non era ufficialmente candidato. Un possibile trionfo dell’Spd avrebbe potuto cambiare il posizionamento della Croazia nei confronti dell’invasione russa dell’Ucraina, cominciata il 24 febbraio 2022: il presidente in carica, infatti, si è opposto a ulteriori aiuti a Kyiv e con la sua leadership il Paese avrebbe potuto allinearsi a membri dell’Ue più favorevoli a Mosca, come Ungheria e Slovacchia, aprendosi a una maggiore influenza filo-russa.

Milanović, tuttavia, ha condannato l’invasione dell’Ucraina, ma ha detto di aver protetto gli interessi croati e cercato di evitare che il Paese venisse “trascinato nella guerra”. Ora che l’Hdz rimarrà al potere, il Paese continuerà a sostenere una linea filo-occidentale nel conflitto in corso in Ucraina. Milanović, inoltre, si è sempre opposto alla Nato, e ha definito l’adesione di Finlandia e Svezia “un’avventura molto pericolosa”.

L’Hdz ha largamente dominato la politica croata da quando il Paese ha ottenuto l’indipendenza dall’ex Jugoslavia nel 1991. Nel 2013 il Paese è entrato a far parte dell’Unione Europea e nel 2023 ha aderito all’eurozona e all’area Schengen. L’anno scorso la Croazia ha registrato una crescita economica del 2,8%, ben al di sopra della media Ue, ma con un salario medio mensile di 1.240 euro, riporta Euractiv, il Paese rimane uno dei più poveri dell’Ue.

Durante i due mandati di Plenković decine di ministri hanno lasciato il Governo a causa di accuse di corruzione in casi che includono l’uso improprio di fondi europei e perdite di aziende pubbliche. Il leader dell’Hdz e il suo partito sono stati accusati anche da Milanović di “furto massiccio” di fondi statali, riferendosi a scandali che, in parte, sono anche finiti in tribunale. La lotta alla corruzione è stata fondamentale per il tentativo della Croazia di aderire all’Ue nel 2013.

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