Diritti

Croazia: gli studenti faranno l’addestramento militare?

Il deputato Mario Radić, vicepresidente del partito ultranazionalista Domovinski Pokret ha proposto di introdurre corsi mirati nelle scuole. La leva obbligatoria è stata sospesa il 1° gennaio 2008
Credit: Filip Andrejevic 
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26 gennaio 2024 Aggiornato alle 09:00

Secondo il paradigma realista delle Relazioni Internazionali, la sicurezza rimane l’obiettivo primario di ogni Stato, poiché le relazioni tra gli Stati tendono a essere conflittuali per natura. Questo sembra essere quello che stanno pensando diversi stati europei, tra cui la Croazia, che recentemente ha proposto di introdurre un breve addestramento militare nelle scuole.

Un invito che è stato avanzato dal deputato Mario Radić, vicepresidente del partito ultranazionalista Domovinski Pokret (Dp). Proposta che non è priva di fondamento, come il Primo Ministro Andrej Plenković ha lasciato intendere, nonostante il servizio militare obbligatorio in Croazia sia stato sospeso il 1° gennaio 2008 e sostituito dall’addestramento volontario. Per questo motivo, la risposta arrivata dai vertici è che non ci sarà il ritorno al servizio militare obbligatorio, ma si può pensare a corsi mirati per i giovani.

Questa tematica ha spaccato l’opinione pubblica croata, dando vita a un importante dibattito all’interno del Paese. Alcuni credono che questi corsi dovrebbero essere introdotti, per rispondere con prontezza alle possibili minacce straniere e a garantire la sicurezza dei cittadini e sembrano quindi concordare con i rappresentanti del Movimento per la Patria quando dichiarano che è “auspicabile che i giovani conoscano almeno alcune nozioni di base” attraverso l’addestramento militare.

Tale proposta mirerebbe a istituire brevi corsi militari finalizzati a formare i giovani studenti rispetto al pronto soccorso, trasmettergli confidenza nel smontare e utilizzare armi, nonché istruirli sulla protezione nucleare e chimica. In questo modo, un numero più ampio di persone potrebbe acquisire familiarità con le competenze militari di base, piuttosto che ritrovarsi a essere «carne da cannone in caso di conflitto», come dichiarato dallo stesso Mario Radić.

Coloro che sono contrari a tale proposta sottolineano invece che, anche quando il servizio militare era obbligatorio, la Costituzione e le leggi permettevano ai cittadini croati di esprimere il diritto di fare appello alla propria coscienza. Lo afferma chiaramente l’articolo 47 della Costituzione della Repubblica di Croazia, sulla base del quale dono poi state adottate disposizioni aggiuntive con la Legge sulla funzione pubblica (articolo 6) e la Legge sulla Difesa (Articolo 24).

Inoltre, ha fatto notare Srednja.hr, portale di notizie per studenti croati, esisterebbe un problema di tipo pratico. Eseguire delle vere e proprie esercitazioni militari non è per tutti, ma solamente per professionisti ben addestrati e fortemente motivati nella difesa della patria. Le esercitazioni che perciò simulano uno scontro a fuoco o determinate azioni militari sono di per sé una prova pericolosa per dei semplici studenti delle superiori. Al contrario, in mancanza di tali attività potenzialmente pericolose, l’addestramento degli studenti probabilmente servirebbe a poco o niente.

Per questo motivo, la maggior parte dei critici ritiene che questa iniziativa, più che un’idea concreta, sia semplice propaganda politica, senza alcun pensiero e progetto chiaro. Del resto, in merito al ritorno al servizio militare obbligatorio si discusse anche nel 2016 e fu nuovamente richiamato all’attenzione nel maggio 2021. Per cui, non è in realtà la prima volta che si discute in pubblico dell’interesse dei giovani per l’esercito, in mancanza poi di effettive disposizioni.

Sembra quindi un altro il reale motivo per cui gli ambienti croati di destra hanno rispolverato un loro vecchio cavallo di battaglia, ovvero il timore del proprio vicino: la Serbia. Il dibattito è stato infatti portato nuovamente all’attenzione dell’opinione pubblica croata solamente dopo la notizia che Serbia vorrebbe reintrodurre la leva obbligatoria per una durata di quattro mesi complessivi.

Dunque, come suggerisce l’esperto militare Slavko Barić dalle pagine del quotidiano Glas Slavonije, piuttosto che paventare l’introduzione di un addestramento militare obbligatorio per gli studenti, sarebbe più opportuno da parte del governo croato preparare la società alla gestione di determinate forme di minaccia, come fanno diversi paesi baltici o scandinavi. Questo perché in caso di crisi e di guerra non è necessaria solo la conoscenza militare, ma anche la protezione dei civili.

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