Diritti

Svezia: il Parlamento approva la legge per facilitare il cambio di genere

Con 234 voti a favore e 94 contrari, passa la nuova legislazione per cui non sarà più necessaria la diagnosi di gender dysphoria; anche le persone con più di 16 anni potranno accedervi, con l’approvazione dei genitori
Credit: Mike Murray 
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
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18 aprile 2024 Aggiornato alle 12:00

Nel 1972, la Svezia è stato il primo Paese al mondo a introdurre per legge la rassegnazione del genere. Oggi, ha fatto un ulteriore passo avanti verso l’autodeterminazione: con 234 voti a favore e 94 contrari, il Riksdag, il parlamento svedese, ha infatti approvato una legge per semplificare il cambio legale di genere e abbassare l’età minima per accedervi.

Dal prossimo anno, il Paese permetterà di cambiare il proprio genere legale a partire dai 16 anni, anche se fino ai 18 sarà necessaria l’approvazione dei genitori, oltre a quella di un medico e del Consiglio nazionale della sanità e del welfare. Soprattutto, però, la legge, che entrerà in vigore il 1 luglio 2025, renderà più semplice per una persona cambiare il proprio genere giuridico. Finora la procedura (riservata ai maggiori di 18 anni) era la stessa necessaria per iniziare una transizione di tipo medico e richiedeva una valutazione psicologica per ottenere una diagnosi di disforia di genere, che doveva poi essere confermata da un comitato di esperti all’interno del Consiglio nazionale della sanità e del welfare.

«Alcune persone transgender devono aspettare dai cinque ai sette anni, periodo durante il quale sono spesso soggette a violenze e molestie, a esempio quando devono presentare i loro documenti d’identità all’ufficio postale o in banca» aveva spiegato all’Afp Peter Sidlund Ponkala, presidente della Federazione svedese per i diritti di lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e intersessuali (Rfsl).

Con la nuova legge il processo di modifica del genere anagrafico sarà distinto dal quello per gli interventi chirurgici sui genitali. Alla legislazione in vigore saranno ora sostituite 2 nuove leggi, una per regolare le procedure chirurgiche per cambiare genere e una che regola la procedura amministrativa per cambiare genere legale nel registro ufficiale. In questo secondo caso, non sarà più necessaria una diagnosi di “disforia di genere”.

Le procedure chirurgiche di transizione saranno, come adesso, consentite a partire dai 18 anni, ma non richiederanno più l’approvazione del Board of Health and Welfare. Tuttavia gli interventi dovranno, come oggi, essere preceduti da un’indagine interna al sistema sanitario. L’asportazione di ovaie o testicoli rimane però consentita solo a partire dai 23 anni e rimane necessaria l’approvazione da parte del Consiglio legale del Consiglio svedese per la salute e il benessere. Le persone di età inferiore ai 23 anni che richiedono questo intervento necessitano di “circostanze speciali” per ottenere l’approvazione delle loro richieste.

La legge modifica anche alcune parti della legge sulla sterilizzazione, la legge sui dati dei pazienti, sulla discriminazione, sulla pubblicità e la segretezza, la legge sulle carceri, sulla detenzione e la legge sull’assistenza integrata e sulla documentazione assistenziale.

La proposta è una cosiddetta “iniziativa della commissione”: ciò significa che l’iniziativa non deriva da un disegno di legge del Governo o da mozioni dei membri, ma da un comitato. Il primo ministro Ulf Kristersson, che guida una coalizione centrodestra dei moderati, cristiano-democratici e liberali, sostenuta dai democratici svedesi di estrema destra, ha difeso la proposta definendola «equilibrata e responsabile», nonostante avrebbe preferito mantenere l’età minima di 18 anni, un punto su cui «ha ceduto alle forze forti del suo partito».

L’iter legislativo, però, è stato accompagnato da spaccature profonde non solo tra maggioranza e opposizione, ma anche all’interno dello stesso Governo: moderati e liberali si sono dichiarati largamente favorevoli, mentre democratici cristiani e democratici svedesi contrari. Per questo, è stato necessario il sostegno dell’opposizione di sinistra per far passare la proposta in parlamento.

Anche il giudizio dell’opinione pubblica non è universalmente favorevole: mentre accademici, professionisti sanitari e commentatori si sono schierati su entrambi i lati della questione, secondo un sondaggio pubblicato negli ultimi giorni e citato da Afp quasi il 60% degli svedesi si oppone alla proposta, mentre solo il 22% la sostiene.

Tra le critiche, oltre alle preoccupazioni che spesso accompagnano le iniziative legate ai diritti delle persone transgender (come la pericolosità della presenza delle donne trans in luoghi come spogliatoi e carceri femminile e la paura che la legge spinga persone giovani a intraprendere la transizione chirurgica “troppo presto”) c’è anche l’insistenza sulla necessità di comprendere il forte aumento dei casi di disforia di genere in Svezia, una tendenza che secondo il Board of Health and Welfare è particolarmente visibile tra le donne di età compresa tra i 13 e i 17 anni, tra cui l’aumento dal 2008 è stato del 1.500%.

«Esiste una chiara correlazione con diversi tipi di condizioni o diagnosi psichiatriche, come l’autismo - ha detto all’agenzia di stampa svedese Annika Strandhall, capo dell’ala femminile dei socialdemocratici - Vogliamo mettere in pausa questo (cambiamento di età) e aspettare fino a quando non ci saranno ulteriori ricerche che possano spiegare questo aumento» dei casi di disforia di genere.

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