Diritti

Giappone: i genitori divorziati potranno condividere l’affidamento dei figli

La Camera Bassa del Parlamento ha approvato l’emendamento che verrà applicato entro il 2026: oggi il codice civile prevede che le coppie decidano chi prenderà la custodia esclusiva dei bambini
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Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
17 aprile 2024 Aggiornato alle 18:00

I genitori divorziati in Giappone potranno negoziare l’affidamento congiunto dei propri figli grazie all’approvazione, da parte del Parlamento, di un emendamento volto a modificare la legge esistente, che consentiva solo l’affidamento esclusivo. Si tratta di una mossa che porterà il Paese in linea con gli altri membri del G7, il forum intergovernativo che quest’anno riunirà Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d’America tra il 13 e il 15 giugno 2024 in Puglia. Il Giappone è l’unico membro del G7 a non riconosce legalmente l’affidamento congiunto dei figli ai genitori divorziati.

Oggi, secondo il codice civile giapponese, dopo il divorzio le coppie devono decidere quale genitore prenderà la custodia dei propri figli. Con l’introduzione dell’affidamento congiunto, madri e padri potranno scegliere, di comune accordo, se condividere o meno l’affidamento. Nel caso in cui i genitori non dovessero raggiungere un accordo, potranno rivolgersi al tribunale della famiglia per una decisione. Nell’emendamento, spiega Japan Times, sono state incluse anche delle misure per impedire che un genitore imponga unilateralmente un accordo sull’affidamento congiunto sulla base di uno squilibrio di potere.

Ora, dopo l’approvazione della Camera bassa del Parlamento, la legislazione passa all’esame della Camera alta, dove dovrebbe essere approvata prima della fine della sessione parlamentare, il 23 giugno. Se andrà come previsto, l’emendamento verrà introdotto nel codice civile e applicato entro il 2026. L’emendamento, che è la prima modifica alle leggi sull’affidamento in più di 70 anni, sarà applicato retroattivamente anche alle coppie che hanno già divorziato: la revisione della legge, infatti, consentirà di scegliere l’affidamento congiunto anche alle coppie che hanno ottenuto il divorzio prima dell’entrata in vigore della riforma legislativa.

L’emendamento presentato al Parlamento a marzo è stato proposto dal partito Jiminto (Liberal Democratico) e dal suo partner minore della coalizione Komeito, e sostenuto da due principali partiti di opposizione. Secondo i fautori dell’affidamento esclusivo, quello congiunto potrebbe mettere in pericolo i figli o le donne nei casi di abuso su minori da parte di uno dei due genitori o nei casi di violenza domestica, che potrebbero continuare anche dopo il divorzio perché le vittime sarebbero costrette a mantenere i legami con i loro aggressori. L’ultima indagine giapponese sulla violenza familiare ha mostrato che quasi 1 persona su 5 l’ha subita, con un aumento di quasi il 6% rispetto al 2020. Il disegno di legge, tuttavia, specifica che verrà escluso dalla custodia il genitore sospettato di abusi.

Secondo i sostenitori dell’affidamento congiunto, quello esclusivo provoca danni psicologici ai bambini, impedisce al genitore escluso di svolgere un ruolo attivo nell’educazione e porta a una mancanza di sostegno finanziario per i bambini. Ogni anno, riporta il Japan Times, il divorzio riguarda circa 200.000 minori, il doppio rispetto a 50 anni fa, nonostante il crollo del tasso di natalità. Un sondaggio governativo del 2021 ha rilevato che 1 bambino su 3 con genitori divorziati ha affermato di aver perso i contatti con il genitore non affidatario.

Da tempo, in Giappone, madri e padri divorziati esclusi dall’affidamento dei propri figli criticano il sistema. I diritti di visita non sono garantiti, per esempio, e questo significa che possono trascorrere anche molti anni prima che possano vedere i propri figli, mentre la controversia legale è in corso. Quelli stranieri, in particolare, lottano per mantenere i rapporti quando l’ex partner li riporta in Giappone, a volte negando loro qualsiasi contatto.

Secondo Abc News sono stati 89 i bambini australiani denunciati come vittime di rapimento da parte dei genitori in Giappone dal 2004 e solo negli ultimi 12 mesi, secondo il Dipartimento degli Affari Esteri e del Commercio, ne sono stati registrati altri 7. In una controversia sull’affidamento, in base al sistema ancora in vigore, la custodia è generalmente concessa al genitore con cui il minore convive. Secondo i critici, però, questo incentiva il rapimento dei bambini.

La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, di cui il Giappone è firmatario, afferma che i bambini dovrebbero poter vedere entrambi i genitori (nel caso in cui sia sicuro).

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