Ambiente

Il Ponte sullo Stretto traballa pericolosamente

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha richiesto 239 integrazioni di documenti alla Società Stretto di Messina S.p.A, nell’ambito della valutazione del progetto
Credit: ANSA/US MIT  

Dopo le recenti critiche molto circostanziate sollevate da varie realtà ambientaliste o di conservazione artistico - paesaggistica come Wwf e Italia Nostra, o dei Comuni di Villa San Giovanni e Messina e delle Città metropolitane interessate - oggi si aggiunge anche il fuoco amico.

Proprio nel giorno dell’avvio della conferenza dei servizi al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per l’istruttoria del mega-progetto alla quale hanno presenziato l’amministratore delegato della Stretto di Messina Piero Ciucci, il Rup (responsabile unico del procedimento), Valerio Mele, i sindaci di Messina Federico Basile e di Villa San Giovanni Giusy Caminiti, il Ministero dell’Ambiente (Mase) solleva un numero significativo di perplessità e chiede alla società concessionaria per la realizzazione del ponte una lunga lista di documenti da integrare.

I dubbi del Mase

Il principale problema riscontrato dal Mase di Gilberto Pichetto Fratin riguarda l’impatto ambientale. La responsabile della Sottocommissione per la Valutazione di impatto ambientale Paola Brambilla, infatti, solleva molti dubbi e chiede sostanziali aggiornamenti del progetto per verificare la compatibilità degli interventi con i vincoli e le tutele ambientali e paesaggistiche.

Tra i vari punti interrogativi apposti dal Ministero, ce ne sono alcuni attorno alla questione costi e benefici: dalla prima analisi c’è molto da chiarire attorno al contesto sociale, economico, politico e istituzionale in cui si dovrebbe strutturare il progetto.

Il Mase chiede inoltre una descrizione del sistema di cantierizzazione, dei metodi con cui si intenderebbe procedere nella gestione degli scavi e delle terre su cui insistono le basi del ponte e una molto più approfondita integrazione sulle condizioni di pericolosità da maremoto dell’area dello Stretto di Messina. Insomma, al di là del merito e dei dettagli tecnici, si può affermare con una certa sicurezza che il progetto, così come è al momento, risulta molto vago.

La sindaca di Villa San Giovanni attacca

Così, lo aveva definito la stessa sindaca di Villa San Giovanni Giusy Caminiti qualche giorno fa quando aveva parlato di «deficit di credibilità delle decisioni politiche. E se non verranno fornite tutte quelle certezze scientifiche su sostenibilità, sicurezza e compatibilità ambientale, non si potrà procedere, non si può chiedere di valutare un progetto che non c’è».

Rispetto agli aggiornamenti del progetto, poi, la sindaca è laconica: «La gente, i tecnici, gli esperti continuano ad avere la percezione che nessun passo avanti sia stato fatto rispetto al progetto del 2011».

239 richieste di chiarimenti e integrazioni

In tutto, le richieste di integrazioni di documenti alla Società Stretto di Messina S.p.A, nell’ambito della valutazione del progetto del Ponte, sono state 239: 155 per la Valutazione di impatto ambientale (Via); 66 per la Valutazione di incidenza (Vinca, che verifica le conseguenze di un’opera sui siti protetti di interesse Ue); 16 per il Piano di utilizzo terre (Put) e 2 per la Verifica di ottemperanza (Vo).

Le reazioni del mondo ambientalista

Non si sono fatte aspettare le reazioni dei campi ambientalista, associazionistico e politico. “È confermato – recita il comunicato stampa congiunto che Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, Lipu, Man e Wwf e i comitati cittadini messinesi (Associazione “Invece del ponte” e “No Ponte Capo Peloro”) - il progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina non sta in piedi…. Le pesanti richieste di integrazione – a cui si affianca anche uno striminzito (5 pagine) e scandaloso parere favorevole del Ministero della Cultura, pubblicato anch’esso on line – si aggiungono alla demolizione del progetto contenuta nelle 534 le pagine di contestazioni e controdeduzioni delle Osservazioni redatte da un gruppo di lavoro di 38 esperti, tra cui 12 sono i docenti nelle diverse materie ambientali di 9 diversi atenei (Università di Firenze, Napoli, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Roma La Sapienza, Torino, Iuav di Venezia, Politecnico di Milano), inviate l’11 aprile scorso dalle associazioni ambientaliste nell’ambito della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale”.

Le associazioni fanno riferimento a un documento redatto da tecnici altamente specializzati pubblicato qualche settimana fa che smonta letteralmente il progetto anche perché “dei 9.537 elaborati – si legge – la quasi totalità (circa il 95%) è stato redatto nel 2011 o nel 2012”.

In altre parole, le oltre 9.000 pagine depositate nella procedura di Valutazione d’impatto ambientale del Ponte sullo Stretto di Messina un mese fa risalgono a più di 11 anni fa. “Fermiamo questa follia – ha dichiarato Antonio Conte proprio da Messina nel giorno in cui il progetto veniva bocciato dal Mase – è un progetto superficiale rispolverato dal 2011”.

Nuovi esposti

A conclusione di una giornata disastrosa per il progetto del Ponte sullo Stretto, giunge la notizia di due nuovi esposti in Procura che potrebbero ulteriormente rallentare l’avvio dell’opera. Come riporta Fanpage, infatti, dopo quello di Pd e Alleanza Verdi e sinistra, sono stati presentati contro il Ponte sullo Stretto due nuovi esposti, nelle Procure di Reggio Calabria e Messina da un gruppo di legali e esponenti della società civile

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