Diritti

Florida: vietato l’aborto dopo sei settimane, ma si chiede di votare per inserirlo in Costituzione

Lo Stato del governatore DeSantis ha emesso due sentenze relative ai diritti riproduttivi delle donne: una per ridurre il tempo a disposizione per interrompere una gravidanza, l’altra per sancire costituzionalmente la tutela dell’Ivg
La parata del St. Pete Pride a giugno 2022 in Florida
La parata del St. Pete Pride a giugno 2022 in Florida Credit: Angelica Edwards/Tampa Bay Times via ZUMA Press Wire
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
4 aprile 2024 Aggiornato alle 14:30

Un voto della Corte suprema della Florida ha fatto fare allo Stato del sole un (enorme) passo indietro sui diritti riproduttivi. Allo stesso tempo, però, un’altra decisione della Corte potrebbe aprire la strada al riconoscimento del diritto all’aborto nella Costituzione statale.

Dal 1 maggio 2024, non sarà più possibile abortire dopo la 6 settimana di gestazione, con l’eccezione dei casi di stupro e incesto o se la vita della madre è in pericolo per possibili complicazioni. Una misura che, di fatto, rende impossibile l’interruzione volontaria di gravidanza, considerando che si tratta di una fase estremamente precoce della gestazione e che 1 persona su 3 scopre di essere incinta dopo questa data (1 su 5 addirittura alla 7° settimana).

La Corte, una delle più conservatrici degli Stati Uniti, aveva già confermato il divieto di aborto oltre le 15 settimane, stabilito da una legge del 2022 firmata dal governatore Ron DeSantis; il divieto ancora più rigido di solo 6 settimane è stato introdotto nel 2023 da una legge successiva. Questo provvedimento è rimasto sospeso in attesa che il tribunale statale si pronunciasse a favore della legge del 2022. Ma ora ci siamo.

Dopo l’annullamento di Roe v. Wade nel 2022, la Florida (dove più di 80.000 donne abortiscono ogni anno, circa 1 su 12 interruzioni di gravidanza negli Usa) ha visto uno dei maggiori aumenti di Ivg a livello nazionale. Nei 12 mesi successivi alla decisione della Corte Suprema, infatti, sono stati registrati 20.460 aborti eseguiti nelle cliniche in più rispetto all’anno precedente, secondo i dati analizzati dalla Society of Family Planning. Questo significa 1.705 aborti in più ogni mese.

A contribuire a questo aumento è anche il fenomeno del “turismo abortivo”, ovvero quelle persone che si sono recate nello Stato per interrompere una gravidanza perché le restrizioni nel loro Stato di residenza impediscono loro di accedere all’Ivg. Secondo l’analisi del Guttmacher Institute, quasi 10.000 persone che hanno abortito in Florida nel 2023 provenivano da fuori. Si tratta di più del doppio del 2020, prima dell’annullamento di Roe.

Ora, le cose stanno per cambiare drasticamente, almeno fino a novembre. Quella che sembrava una vittoria schiacciante della destra conservatrice antiabortista (e per alcuni aspetti certamente lo è) è stata infatti bilanciata da un’altra sentenza della Corte, che ha approvato un provvedimento elettorale sul diritto all’aborto su cui gli elettori saranno chiamati a votare in novembre.

Il titolo della scheda elettorale per l’emendamento proposto è Amendment to Limit Government Interference with Abortion, e il testo recita: “Nessuna legge può vietare, penalizzare, ritardare o limitare l’aborto prima della viabilità o quando necessario per proteggere la salute della paziente, come stabilito dal medico della paziente. Questo emendamento non modifica l’autorità costituzionale del Parlamento di richiedere la notifica a un genitore o tutore prima che un minore abortisca”.

La misura, che avrà bisogno del sostegno del 60% degli elettori per essere approvata, la soglia più alta del Paese, modificherebbe la costituzione della Florida per garantire esplicitamente il diritto all’aborto nello stato fino alla “viabilità fetale”, ovvero il punto dello sviluppo fetale in cui il feto può sopravvivere al di fuori dell’utero, che è determinata dai medici ma di solito è intorno alla 22°-25° settimana di gravidanza. Dopo questa data, anche le donne la cui gravidanza è dichiarata pericolosa per la salute potrebbero abortire.

La Florida non è l’unico Stato che proverà a far entrare il diritto all’aborto nel “ballot” di novembre: dopo i successi di Ohio e Michigan, 11 Stati stanno provando a fare lo stesso. Oltre alla Florida, ci sono Arizona, Arkansas, Colorado, Maryland, Missouri, Montana, Nebraska, Nevada, New York e South Dakota.

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