Diritti

Usa: la Corte Suprema dovrà (di nuovo) decidere sull’aborto

I giudici saranno chiamati a scegliere se limitare l’accesso al Mifepristone, utilizzato per interrompere le gravidanze: secondo i querelanti, la Fda non avrebbe valutato attentamente i rischi prima di approvare il farmaco
Credit: Castorly Stock 
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 6 min lettura
27 marzo 2024 Aggiornato alle 17:00

Il diritto all’aborto negli Usa torna in mano alla Corte Suprema. Questa volta, di fronte ai giudici dell’Alta corte statunitense c’è il Mifepristone, uno dei due farmaci utilizzati nell’aborto farmacologico e l’unico approvato specificamente per l’interruzione di gravidanza. Ieri mattina la Corte ha ascoltato le argomentazioni orali di un caso che potrebbe limitarne significativamente l’applicazione.

L’aborto farmacologico è diventato sempre più comune e sicuro: lo scorso anno ha riguardato 6 interruzioni di gravidanza su 10, rispetto al 53% del 2020 (secondo la nuova ricerca del Guttmacher Institute) e più di 5 milioni di donne negli Stati Uniti hanno assunto questo farmaco dalla sua approvazione del 2020.

Ma a essere messo in discussione è proprio il processo di approvazione del farmaco prodotto da Danco Laboratoires e, soprattutto, l’estensione del

suo utilizzo: secondo i querelanti, guidati da un gruppo di medici e organizzazioni anti-aborto, la Food and Drug Administration non ha studiato adeguatamente i rischi per la sicurezza prima di approvarlo per la vendita e di renderlo più facilmente accessibile negli anni successivi.

Inizialmente, infatti, il Mifepristone è stato commercializzato con diverse restrizioni: poteva essere prescritto solo entro le 7 settimane di gestazione e solo i medici potevano prescriverlo, di persona. Nel 2016, la Fda ne ampliato l’uso. L’analisi di 16 anni di dati disponibili, del modo in cui è stato prescritto in altri Paesi e dei dati di 20 studi aggiuntivi che hanno esaminato la sicurezza e l’efficacia del farmaco ha permesso ai medici di prescrivere il farmaco fino alla decima settimana di gravidanza. 5 anni dopo, a causa della pandemia di Covid-19, è stato eliminato anche il requisito di erogazione di persona, un cambiamento che è stato reso permanente nel 2023 e che ha permesso che il farmaco potesse essere inviato per posta.

Secondo i querelanti, però, i dottori hanno dovuto curare pazienti che soffrivano di complicazioni da Mifepristone. «I nostri medici stanno assistendo in prima persona ai danni inflitti dalle azioni sconsiderate della Fda», ha detto in una conferenza stampa la settimana scorsa Erik Baptist, avvocato di Alliance Defending Freedom, mostrando l’etichetta della Fda per il Mifepristone secondo cui circa 1 donna su 25 (il 4%) finirà al pronto soccorso dopo averlo usato. «La Fda deve essere ritenuta responsabile per aver violato il suo dovere di proteggere la salute delle donne».

Non solo: la Corte, spiega il Time, sarà chiamata a decidere anche se l’approvazione della Fda del farmaco e le successive modifiche per consentire la consegna via posta violano una legge anti-oscenità del 1873 nota come Comstock Act, applicata alla gestione da parte servizio postale della consegna di prodotti contraccettivi e articoli considerati “osceni”.

Secondo i querelanti, infine, “la Fda ha agito al di là della sua autorità monitorando rapidamente l’approvazione iniziale del Mifepristone nell’ambito di una disposizione federale per accelerare l’approvazione di ‘nuovi prodotti farmaceutici che sono stati studiati per la loro sicurezza ed efficacia nel trattamento di malattie gravi o pericolose per la vita’”.

La Corte Suprema ha deciso di ascoltare il caso, conosciuto come Fda v. Alliance for Hippocratic Medicine dopo che ad agosto la sentenza di una corte minore si è opposta alle decisioni della Fda del 2016 e del 2021 che hanno facilitato l’accesso al Mifepristone.

Ad aprile 2023 un giudice federale in Texas si era schierato con gli attivisti anti-aborto che cercavano un divieto nazionale, sostenendo che la Fda non aveva considerato adeguatamente la sicurezza del farmaco prima di approvarlo. 4 mesi dopo la Corte d’appello del 5th U.S. Circuit di New Orleans aveva annullato la parte della sentenza del giudice relativa al blocco dell’approvazione del Mifepristone, ma aveva stabilito che le successive modifiche (che hanno reso la pillola più facile da ottenere) sarebbero dovute essere revocate.

Le restrizioni sono sospese in attesa della decisione della Corte: se entreranno in vigore includeranno il divieto di accedere alla pillola per posta, le prescrizioni di telemedicina e il ripristino di un limite di 7 settimane sul suo utilizzo, anche negli Stati in cui l’aborto rimane legale. I giudici, riportano sia Cnn che Reuters, sono sembrati “scettici” rispetto alla possibilità di introdurre restrizioni a livello nazionale.

La prima parte dell’udienza, durata oltre un’ora, si è concentrata sullo standing, ovvero la dimostrazione da parte dei querelanti di essere stati danneggiati tanto da giustificare l’intervento di un tribunale. Un punto particolarmente controverso non solo perché secondo molte analisi la posizione degli oppositori alla pillola abortiva sarebbe debole ma anche perché, secondo alcuni esperti, se fosse dichiarata ammissibile porterebbe a un’ondata di cause legali contro la Fda legate a una varietà di farmaci sulla base di opposizioni ideologiche.

Il procuratore generale Elizabeth Prelogar, che discute il caso per l’Amministrazione Biden, ha detto ai giudici che i querelanti non hanno la giusta posizione legale e ha chiesto alla corte di “porre fine a questo caso”, affermando che i querelanti non sono riusciti a dimostrare, come necessario, di essere stati danneggiati in un modo che può essere riconducibile alla Fda.

Il giudice capo John Roberts e il giudice Neil Gorsuch hanno “tempestato di domande” l’avvocata degli oppositori alla pillola abortiva Erin Hawley sul perché i suoi clienti stavano cercando un’azione a livello nazionale invece che una compensazione più ristretta applicata solo ai medici querelanti. Interrogata da alcuni dei giudici, Hawley ha ribattuto dicendo che i suoi clienti avevano la posizione legale necessaria per citare in giudizio.

Secondo la Alliance for Hippocratic Medicine, un’organizzazione che unisce 5 associazioni di medici antiabortisti, i loro membri saranno costretti a violare le loro coscienze perché “saranno chiamati a trattare le complicanze dell’aborto” in contesti di emergenza a causa di quelle che chiamano “le azioni illegali della Fda”.

Tra le questioni analizzate, particolarmente rilevante è stata anche l’obiezione di coscienza. Il giudice conservatore Brett Kavanaugh ha chiesto se la legge federale garantisca protezioni per i medici che si oppongono a fornire un aborto per motivi morali e religiosi: «Solo per confermare la questione definitivamente: secondo la legge federale, nessun medico può essere costretto contro le proprie coscienze a eseguire o assistere in un aborto, giusto?», ha chiesto a Prelogar. Questo per la Cnn sarebbe “un segno che potrebbe non essere convinto che i medici querelanti avessero il diritto legale di portare la loro causa contro la Fda”.

La decisione della Corte, attesa tra la fine di giugno e l’inizio di luglio, potrebbe avere implicazioni profonde sull’accesso alla salute riproduttiva e sul diritto all’aborto negli Stati Uniti. Ma c’è di più: secondo aziende farmaceutiche e biotecnologiche ed esperti, se la Corte suprema deciderà di limitare l’accesso al Mifepristone, ci saranno implicazioni anche sulla ricerca e su un’ampia gamma di farmaci e dispositivi, come quelli intrauterini, le pillole per la prevenzione dell’Hiv, la contraccezione d’emergenza e vaccini.

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