Ambiente

Brasile e Francia investono 1 miliardo di euro per salvare la foresta amazzonica

Il nuovo piano di investimenti concordato verrà attuato nei prossimi 4 anni. Obiettivo: fermare la deforestazione entro il 2030 e mitigare il cambiamento climatico
Credit: EPA/ANDRE BORGES 

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1 aprile 2024 Aggiornato alle 09:00

Dopo 11 anni il presidente francese Emmanuel Macron è tornato a visitare il Brasile, incontrando il suo omologo brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva.

L’incontro di 3 giorni si è svolto nella città di Belem, che nel 2025 ospiterà la conferenza sul clima Cop30, per rinsaldare i legami economici e diplomatici fra le due nazioni dopo il turbolento periodo della presidenza Bolsonaro.

I due leader hanno colto l’occasione per annunciare in una dichiarazione congiunta il nuovo piano di investimenti che verrà attuato nei prossimi 4 anni per salvare la foresta amazzonica.

Attraverso la collaborazione tra le banche statali brasiliane e l’agenzia di investimenti francese verrà mobilitato 1 miliardo di euro per proteggere l’ecosistema.

«I presidenti hanno espresso il loro impegno per la conservazione, il ripristino e la gestione sostenibile delle foreste tropicali del mondo e hanno deciso di lavorare su un programma ambizioso, che include… lo sviluppo di strumenti finanziari innovativi, meccanismi di mercato e pagamenti per i servizi ambientali», è stato affermato nella dichiarazione congiunta.

La più importante foresta pluviale del Pianeta aveva conosciuto un elevato livello di deforestazione sotto il presidente Bolsonaro ma nel 2023 la distruzione dell’ecosistema è stata dimezzata grazie alle politiche di Lula.

Il presidente brasiliano, grazie al nuovo accordo con Macron, vuole accelerare ulteriormente le politiche ambientali a favore dell’habitat naturale, in modo da fermare definitivamente la deforestazione entro il 2030 e contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico.

Durante la visita il presidente francese ha conferito l’Ordine Nazionale della Legione d’Onore al leader indigeno e attivista ambientale Raoni Metuktire, del popolo Kayapo, che fin dagli anni ‘80 si è speso per salvaguardare la foresta pluviale e le popolazioni indigene che vi abitano.

«Eri in Europa e ho promesso di venire qui nella tua foresta e di stare con la tua gente in questa foresta tanto ambita. Il presidente Lula e io abbiamo una causa comune», ha dichiarato il presidente francese.

L’attivista Raoni, nello stesso incontro, ha chiesto al presidente brasiliano di non approvare la costruzione della ferrovia “Ferrograo”, lunga circa 1.000 km (620 miglia), che comporterebbe pesanti ripercussioni sull’ambiente circostante favorendo l’espansione dell’impattante agroindustria brasiliana.

Le azioni predisposte dai due governi sono un importante passo per arginare la deriva di un possibile tipping point dell’ecosistema globale, includendo l’azione delle «popolazioni indigene e delle comunità locali dell’Amazzonia, che hanno un ruolo essenziale nella protezione della biodiversità attraverso le loro conoscenze tradizionali e le pratiche di gestione delle foreste», hanno comunicato i portavoce delle due nazioni.

Un’eventuale deforestazione su larga scala della foresta amazzonica avrebbe un impatto estremamente negativo sulla crisi climatica-ambientale, accelerandola in maniera drammatica, in quanto la foresta diventerebbe un emettitore netto di gas alteranti a causa della sua trasformazione in un territorio simile alla savana.

Con l’aumentare dello stress idrico, del consumo delle risorse e del cambiamento climatico, circa il 50% dell’Amazzonia potrebbe raggiungere il punto critico entro il 2050, secondo uno degli ultimi studi scientifici.

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