Diritti

Usa: il 63% dei giovani non si sente rappresentato né dai Democratici né dai Repubblicani

Tra scetticismo e sfiducia nei confronti dei due principali schieramenti, la Gen Z si prepara alle presidenziali di novembre. Secondo le interviste del Wall Street Journal, c’è chi vorrebbe votare candidati “terzi” per esprimere il proprio dissenso
Credit: EPA/STEFAN ZAKLIN 
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21 marzo 2024 Aggiornato alle 17:00

Secondo l’ultimo Policy Brief di Asvis dedicato ai giovani e alla partecipazione politica in Italia, i ragazzi e le ragazze sono sempre più insoddisfatti. Ma ecco che i coetanei oltreoceano non se la passano meglio. Anche negli Usa la Generazione Z (i nati tra il 1997 e il 2012) si trova di fronte a sfide e interrogativi mentre si avvicinano le elezioni presidenziali 2024.

Le complicazioni sono partite con la pandemia, che per molti ha significato il rinvio della laurea, la perdita del lavoro o delle opportunità per i tirocini estivi. Secondo i sondaggi e le interviste fatte dal Wall Street Journal, in tutto il Paese i giovani della Gen Z sono usciti dalla pandemia con un senso di disillusione senza precedenti: il loro timore, oggi, è quello di non poter mai guadagnare abbastanza per raggiungere la sicurezza economica delle generazioni precedenti.

E, per aggiungere ulteriore carne al fuoco, c’è una crescente insoddisfazione nei confronti della politica, verso entrambi gli schieramenti, Repubblicani e Democratici. In questo senso, molti giovani hanno sottolineato con disappunto che la priorità data alla legislazione su TikTok (la Camera statunitense ha approvato una legge che potrebbe vietare il social cinese negli Usa) rispetto ad altre questioni più urgenti mostra una disconnessione tra i politici e i bisogni quotidiani delle persone comuni.

Il rapporto della Gen Z con la politica

Mentre i ragazzi e le ragazze della Generazione Z (ma non solo) si trovano a navigare in acque tempestose, la politica diventa un campo di battaglia di speranze, delusioni e desideri di cambiamento. Tanto che molti giovani dichiarano di schierarsi con candidati di “terze parti”, nel tentativo di esprimere il loro dissenso verso un sistema che sembra averli dimenticati.

E dunque, il loro atteggiamento verso le prossime elezioni è una combinazione di frustrazione, disillusione e un desiderio bruciante di un cambiamento. Ma l’impatto di questi giovani elettori non può essere sottovalutato: quest’anno, circa 41 milioni di ragazze e ragazzi negli States voteranno.

Ma la strada non è priva di ostacoli: molti giovani si sentono allineati con i 2 partiti principali, ma il 63% ritiene che né Democratici né Repubblicani li rappresentino adeguatamente.

Per la Gen Z, dunque, il futuro politico è un terreno di battaglia dove scetticismo e disillusione si scontrano con il desiderio di un cambiamento reale. E il loro voto potrebbe essere determinante.

Ma una cosa è certa: questi giovani non sono disposti a sedersi e restare a guardare. Vogliono essere ascoltati, vogliono il cambiamento e sono pronti a lottare per ottenerlo. Sarà pronta la politica americana ad accogliere questa sfida?

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