Diritti

Usa, Missouri: esiste una legge che ostacola il divorzio per le donne incinte

Secondo la norma 452.310 del 1973, durante la compilazione della domanda la coppia è tenuta a specificare se aspetta un bambino o meno: un fattore che potrebbe azzerare le chances di separazione ed esporre le vittime di violenza a ulteriori abusi
Credit: Cottonbro studio 
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
18 marzo 2024 Aggiornato alle 18:00

Il Missouri impedisce alle donne incinte di divorziare. Nelle ultime ore, la notizia è rimbalzata dai social media ai titoli delle principali testate internazionali. Eppure, a essere sotto accusa è una legge che è nell’ordinamento dello Stato del Midwest dal 1973. Perché se ne parla ora, a distanza di oltre 50 anni?

Da un lato, la discussione sulla legge 452.310 rientra nel più ampio dibattito sulla libertà riproduttiva negli Usa post Roe vs Wade, in uno Stato che ha una delle legislazioni più restrittive in materia di aborto, vietato anche in caso di incesto e stupro. Restrizioni che, dicono gli studi, sono legate a filo doppio con l’aumento della violenza domestica: per avere un dato, basta pensare che la National Hotline for Domestic Violence ha affermato di aver visto un aumento del 99% delle chiamate durante il primo anno dopo la perdita del diritto costituzionale all’aborto.

Dall’altro, ci sono le storie delle donne il cui divorzio si è incagliato di fronte a quell’articolo. E non parliamo (solo) di divorzi che nascevano da differenze caratteriali, nuovi amori o divergenze insanabili, ma da quelli a cui le donne arrivavano dopo periodi più o meno lunghi di violenze domestiche.

Ma cosa dice esattamente la legge? Non essendo (almeno per ora) lo statuto della Repubblica di Gilead, nel testo non c’è scritto esplicitamente che le donne non possano divorziare. Al momento della richiesta di divorzio, però, è necessario rispondere a 8 domande: residenza, dati anagrafici dei figli, data di separazione; una è proprio “Whether the wife is pregnant” per capire se la donna è incinta.

Il fatto che non sia detto espressamente che la gravidanza corrisponde a un’impossibilità (almeno temporanea) di divorziare non basta a rendere l’articolo innocuo. «Solo perché non è un divieto sui libri non significa che non venga interpretato in quel modo - ha detto Rachel J. Wechsler, professore associato alla School of Law della University of Missouri ad Abc News - Ci sono chiaramente situazioni nella pratica in cui lo statuto esistente viene interpretato dai giudici come: “Poiché lo stato di gravidanza della moglie deve essere fornito, è il legislatore che ci dice che dovremmo considerarlo quando procediamo con un divorzio e decidiamo se finalizzarlo”».

L’intento originale dello statuto nel Missouri era “nobile”, ha spiegato Ashley Aune, rappresentante democratica che a gennaio ha proposto una legge che abolirebbe l’articolo: l’obiettivo era quello di garantire che madre e figli fossero considerato negli accordi di custodia e mantenimento dopo la nascita.

Come accade fin troppo spesso, però, tra le maglie della legge si è infilata la volontà di controllare l’autodeterminazione delle donne. Anche quelle che vogliono divorziare da un marito violento e maltrattante e che, a causa della gravidanza, sono costrette ad attendere per finalizzare la separazione definitiva. Anche mesi.

Synergy Services, un’organizzazione no-profit che fornisce servizi di supporto alle persone che subiscono violenza nella Greater Kansas City, ha detto al Guardian di ricevere regolarmente richieste di sostegno da donne incinte che non riescono a divorziare da mariti violenti a causa della legge, esponendole a rischi gravissimi.

È stata proprio la scoperta di alcune cittadine incinte che vivevano situazioni di violenza domestica che non potevano divorziare durante la gravidanza a spingere Aune a presentare la sua proposta che, discussa alla House Emerging Issues Committee a febbraio, non ha avuto sviluppi.

Non solo le donne incinte rischiano di rimanere ostaggio dei loro maltrattanti, ma gli studi dimostrano che la gravidanza rappresenta un momento in cui si regista un aumento delle violenze: il 30% dei maltrattamenti iniziano proprio in questo periodo. Anche il puerperio rappresenta un momento di particolare rischio, in cui è possibile che ricomincino comportamenti violenti cessati in precedenza.

Gli esperti e i sostenitori della proposta di Aune avvertono che la legge può permettere la coercizione riproduttiva, ovvero tutte quelle azioni o comportamenti che possono influenzare l’autonomia decisionale delle donne rispetto alla loro salute riproduttiva. Detto in parole semplici: che obbligano le donne a fare figli e figlie che non vogliono (o al contrario ad abortire contro la propria volontà, ma anche avere rapporti non protetti senza consenso).

Ma il Missouri non è l’unico Stato ad avere una legge simile: anche Texas, Arkansas Arizona hanno statuti simili. In tutti questi Stati, anche l’aborto è vietato.

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