Bambini

Roma non è una città per neonati

La conferenza Sopravvivere a Roma con un bebé ha acceso i riflettori sulle sfide quotidiane dei neogenitori nella capitale, per niente attrezzata per soddisfare le esigenze dei più piccoli
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17 marzo 2024 Aggiornato alle 20:00

La Capitale d’Italia non è una città a misura di neonati (e dei loro genitori). È quanto è emerso durante Sopravvivere a Roma con un bebè, un incontro organizzato presso la sala della Promoteca del Campidoglio dalle associazioni Kangatraining Roma, Zoè casa maternità, Mammadoula, Fasceggiate e dall’autrice Martina Liguori, per esplorare l’insieme di cambiamenti che accompagna la donna nell’essere madre - mettendo in luce le sfide e le esperienze uniche legate a questo importante ruolo - e per discutere sulle risorse e sulle attività di supporto che la città di Roma rende disponibili per le neomamme e i neopapà.

L’incontro, nato per porsi come punto di incontro tra le esigenze dei genitori e le Istituzioni, nell’ottica di una proficua e maggiore collaborazione tra le parti, ha visto la partecipazione di esponenti delle associazioni organizzatrici. Tra queste la sociologa Maria Cristina Coiro di Mammadoula, che ha spiegato come negli ultimi 15 anni la doula - figura assistenziale non sanitaria che si occupa del supporto alla donna - sia sempre più richiesta dalle neomamme; la docente dell’università Unitelma Sapienza, Azzurra Rinaldi, che ha parlato di stereotipi nella vita genitoriale; e Martina Sperotto, un’ istruttrice kangatraining che, dopo aver sperimentato sulla sua pelle i disagi di una città che non è ancora in grado di soddisfare le esigenze dei più piccoli, ha realizzato e presentato nel corso della conferenza una mappa dei luoghi più baby-friendly di Roma.

Dall’evento, quello che è emerso è un chiaro problema della Capitale, che si spera possa risuonare come un campanello d’allarme per le istituzioni che dovranno rimboccarsi le maniche per risolvere una questione ormai urgente: vivere o spostarsi nella città eterna con un bebè è qualcosa di simile a una mission impossible.

Sui mezzi pubblici, dai bus alle metro, è difficile poter pensare di salire con passeggini e carrozzine, vuoi per lo spazio, vuoi per la calca o semplicemente per la mancanza di ascensori o scivoli.

La maggior parte degli esercizi commerciali o dei luoghi pubblici, poi, è priva di fasciatoi per il cambio dei bambini, di aree dedicate all’allattamento o “aree pappa” dove i più piccoli possono fermarsi per mangiare e giocare.

Non funzionano nemmeno i servizi e le aree verdi per i più grandicelli: i giardini pubblici sono sempre più trascurati e i parchi poco sicuri. Non c’è un luogo dove vivere l’infanzia e costruirne ricordi.

A denunciare la gravità della situazione romana non sono solo le associazioni promotrici dell’incontro: anche secondo i risultati dell’ultimo rapporto della Commissione europea Quality of Life, uscito a dicembre, infatti, Roma si attesta tra le capitali peggiori d’Europa (tra quelle prese in considerazione) dove crescere un figlio. Solo per il 62% degli intervistati è «un buon posto per vivere per famiglie con bambini piccoli», mentre per il 38%, non lo è.

Alla sala della Promoteca del Campidoglio per Sopravvivere a Roma con un bebè erano presenti anche i consiglieri Erica Battaglia (Pd), che ha detto che «la città si sta attrezzando» e Stefano Erbaggi (Fdi), che ha annunciato delle importanti novità: i musei del circuito di Roma Capitale, grazie a una sua mozione, si stanno finalmente dotando di fasciatoi e si sta pensando di regalare una Mic card ai neogenitori che ne faranno richiesta, da sfruttare entro l’anno del bambino.

Intanto, nell’attesa che quanto annunciato posso realizzarsi, in città è possibile partecipare ad alcune iniziative positive già in corso, come Cinemini al Troisi, matinée con luci soffuse e suoni attutiti per genitori amanti del cinema e le Fasceggiate, tour con marsupi e fasce nei luoghi della cultura, tenuti dalla guida Maria Cristina Richiardi.

Piccoli passi verso un futuro in cui i bambini, accompagnati per mano dai propri genitori, potranno riprendersi la città per vivere la loro infanzia senza ostacoli.

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