Futuro

Usa: l’80% dei giovani della Gen Z paga con lo smartphone

Le nuove generazioni sono sempre più cashless, tanto che molti ragazzi preferiscono cambiare negozio piuttosto che utilizzare i contanti. Anche l’Italia sembra apprezzare sempre più i pagamenti digitali
Credit: Karen Laårk Boshoff 
Tempo di lettura 4 min lettura
22 aprile 2024 Aggiornato alle 09:00

Gli statunitensi appartenenti all Generazione Z considerano il portafoglio un accessorio “antiquato” e questo vale sia per i ragazzi che per le ragazze: in generale, sono proprio contanti a essere considerati démodée. Perché dover essere sempre attenti a non perdere questi oggetti o a non dimenticarli quando tutto può essere tenuto nel proprio telefonino? In quattro parole: via libera allo smartphone.

Negli Usa i giovanissimi si affidano al cellulare, oltre che per rimanere sempre connessi sui social, per pagare le bollette, la spesa al supermercato, il conto in un ristorante o in un hotel, il parchimetro, ma anche per custodire le varie fidelity card e tessere assicurative. Insomma, dentro lo smartphone c’è proprio tutto il mondo della Gen Z.

Addirittura, alla domanda “E se un negozio non accetta pagamenti virtuali attraverso il cellulare?”, la risposta della maggior parte dei ragazzi e delle ragazze statunitensi (riportata dal New York Times) è stata: “Nessun problema, non acquisto lì”.

In realtà, questa possibilità è remota, perlomeno negli States, dove ormai anche le attività commerciali più piccole e modeste sono al passo con i tempi e accettano pagamenti virtuali attraverso servizi come Apple Pay e Venmo. Il recente sondaggio svolto dalla società di ricerca Pymnts Intelligence, condotto su un campione di circa 2.500 cittadini statunitensi, ha rivelato che l’80% degli appartenenti alla Generazione Z paga esclusivamente con lo smartphone e che questi giovani vorrebbero poter fare di più con il loro device.

L’autore dell’articolo del Nyt, Brian X. Chen, è un editorialista di 39 anni (un Millennial quindi) e il suo punto di vista è completamente diverso da quello illustrato della Gen Z. Chen, infatti, afferma che per lui è semplicemente impensabile separarsi dal portafoglio, rinunciare a portare con sé quel piccolo “archivio” di denaro e documenti. Di contro, però, riconosce la praticità dei pagamenti online.

Tuttavia, non è solo la facilità di pagare con lo smartphone che rende i giovani statunitensi una generazione cashless. Per esempio, uno dei ragazzi intervistati ha detto di uscire senza portafoglio per ragioni di sicurezza, perché in caso di aggressione il malintenzionato ruberebbe solo il cellulare, protetto da un codice (anche se, ormai, non è più così difficile scoprire una password).

Ma spostandoci oltreoceano, qual è la posizione dell’Italia riguardo i pagamenti digitali? Il rapporto dell’European House – Ambrosetti ci fornisce una panoramica.

Dall’indagine è emersa l’immagine di un Paese moderno: in passato, c’è stato il passaggio dal contante alle carte (di credito e di debito) e ai conti correnti bancari online; ora l’obiettivo sono i pagamenti 100% virtuali.

Tra i dati più significativi emersi dal sondaggio condotto su oltre 500 esercenti nelle varie Regioni: 8 esercizi commerciali su 10 accettano già i pagamenti digitali e, di questi, la metà ha dichiarato di aver venduto di più proprio per questo motivo. A conferma di ciò, gli intervistati hanno dichiarato che, eliminando i pagamenti digitali, le loro attività perderebbero in media il 26% della clientela, percentuale che sale al 60% se consideriamo il settore dell’abbigliamento, del cibo, i bar, tabacchi. Altro dato interessante emerso dal rapporto è che le transazioni cashless riducono del 21% le emissioni di CO2. Infine, gli italiani apprezzano l’opzione Buy now pay later”: nel 2023, il 40% degli utenti ha effettuato almeno il 10% dei propri acquisti online utilizzando questa formula di rateizzazione dei pagamenti.

Tuttavia, tra i tanti aspetti positivi, rimane il divario tra il Nord e il Sud Italia. Infatti, esiste ancora una notevole differenza in termini di competenze digitali tra le due metà del Belpaese. Ma non è solo questione di “feeling” con la tecnologia. Infatti, i commercianti delle Regioni del Meridione si mostrano maggiormente scettici nei confronti dei pagamenti cashless, considerando il contante più sicuro.

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