Ambiente

La rinascita delle aquile di mare testabianca: il caso canadese fa ben sperare

Negli ultimi anni Toronto si è impegnata a ripulire fiumi, boschi e aree industriali. I risultati si vedono: la specie di volatili, fino al 2023 in via di estinzione, ha iniziato a nidificare in città
Credit: Pete Nuij 

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12 marzo 2024 Aggiornato alle 10:00

L’aquila di mare testabianca, detta calva semplicemente perché in inglese si chiama “bald”, ha la particolarità di avere un capo candido con un bel becco giallo ed è protagonista di un caso raro che fa ben sperare: la sua rinascita.

A Toronto, in Canada, alcuni esemplari di questa specie quasi estinta - tipica del Nord America - sono stati visti nidificare per la prima volta in tutta la storia della città, nonostante la loro sensibilità ai disturbi ambientali. Il loro ritorno dimostra e conferma che migliorare la salute degli spazi verdi urbani e dei corsi d’acqua cittadini serve, eccome.

Anticamente, nel continente, i volatili come questo rapace erano stati allontanati dal territorio praticamente con la forza anche attraverso leggi locali molto dure e legate alla caccia nei loro confronti, perché gli abitanti e i coltivatori vivevano la presenza di questi animali come un rischio e un pericolo per le proprie attività.

Successivamente, convincere le aquile a tornare non è stato per niente facile, tanto che la loro popolazione continuava a ridursi decennio dopo decennio. La colpa è in parte attribuita agli insetticidi chimici come il Ddt, molto utilizzati 80 anni fa, che hanno deteriorato gli habitat arrivando addirittura a indebolire i gusci delle uova dei volatili. Il risultato, come scrive il The Guardian, è stato questo: all’inizio degli anni Sessanta, solo poche centinaia di coppie erano rimaste sul continente.

Poi le nuove politiche hanno portato nel tempo a graduali miglioramenti fino a un punto di svolta: nel maggio del 2023, l’aquila calva è stata rimossa dall’elenco delle specie in via di estinzione in Ontario.

È interessante quindi osservare il rapporto che si è instaurato pian piano tra i “nuovi residenti” e la città. I rapaci infatti sono stati avvistati a Toronto negli ultimi mesi, tra l’altro mentre erano indaffarati nelle fasi dell’accoppiamento: volavano nel cielo sopra la città, bloccando gli artigli e “ruzzolando” per aria.

In seguito, all’inizio di febbraio, alcuni cittadini hanno individuato il loro nido tra i rami degli alberi spogli durante l’inverno, anche perché è difficile non vederlo: sembra grande come un materasso matrimoniale.

In origine le autorità competenti hanno cercato di tenere segreta la presenza degli uccelli ma pian piano sempre più sguardi si sono posati sul nido, che per fortuna è difficilmente raggiungibile da parte delle persone. Una cosa è certa in ogni caso. Veder svolazzare questi esemplari sopra la metropoli canadese ha portato sorrisi e buon umore tra gli abitanti, tra gli ambientalisti e anche tra le stesse istituzioni.

Il loro volo elegante sopra teste, case e palazzi valorizza ulteriormente il lavoro fatto da tutta la città negli ultimi anni, con un grande impegno in termini di fatica e investimenti economici: i fiumi inquinati e i boschi sono stati puliti tornando a nuova vita, mentre le foreste e le vecchie aree industriali abbandonate sono state liberate dalla spazzatura e dai rifiuti. Si tratta certamente di un esempio che molte altre città in giro per il mondo potrebbero seguire con successo.

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