Ambiente

Fao: il riscaldamento globale danneggia soprattutto le famiglie guidate da donne

I nuclei familiari matriarcali perdono l’8% in più di reddito annuale a causa delle temperature troppo alte e il 3% in più a causa delle alluvioni, rispetto alle famiglie guidate da uomini. Ma la ricerca delle Nazioni Unite propone anche alcune soluzioni
Credit: Dibakar Roy  

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8 marzo 2024 Aggiornato alle 18:00

Le Nazioni Unite ce lo dicono da anni: le donne sono più esposte agli effetti del cambiamento climatico. Ma non è soltanto una questione di genere: il riscaldamento globale amplifica e peggiora le disparità sociali già esistenti e rende alcune delle donne più povere al mondo ancora più povere.

Lo ha dimostrato un report della Fao intitolato The unjust climate che, prendendo in considerazione i dati relativi al clima e ai redditi di 24 Paesi a basso e medio reddito, ha scoperto che l’innalzamento delle temperature globali danneggia soprattutto le famiglie guidate da donne nelle aree rurali.

Benché gli effetti negativi riguardino tutte le comunità rurali, per le famiglie guidate dalle donne la perdita di reddito annuale è molto superiore: perdono circa l’8% in più a causa delle temperature troppo alte e il 3% in più a causa delle alluvioni rispetto alle famiglie guidate da uomini.

Il motivo è semplice: in gioco ci sono disparità preesistenti. Se è vero che i redditi delle donne soprattutto nei Paesi più poveri dipendono in gran parte dall’agricoltura (un terzo delle lavoratrici nel mondo sono impiegate nel settore agricolo), le donne rappresentano soltanto il 12.6% delle persone con terreni di proprietà. E ciò può rappresentare una barriera all’accesso a servizi essenziali come i prestiti, le assicurazioni agricole e i corsi di formazione per l’adattamento al cambiamento climatico.

Ma vediamo altri dati emersi dalla ricerca: l’innalzamento della temperatura globale aumenta il gap retributivo tra le famiglie a guida maschile e quelle a guida femminile di 37 miliardi di dollari l’anno, mentre per le alluvioni c’è un maggior gap di 16 miliardi di dollari. E ancora: se le temperature medie dovessero aumentare nel lungo periodo di 1°C, le donne subirebbero una perdita di reddito totale del 34% rispetto agli uomini.

Potremmo continuare così, ma il concetto è chiaro. Il rapporto si basa su sondaggi effettuati su più di 109.000 famiglie rurali tra il 2010 e il 2019 (sono stati esclusi tutti i sondaggi successivi al 2020 perché i risultati sarebbero stati influenzati dalla pandemia), oltre ai dati relativi alle temperature e alle precipitazioni raccolti in un periodo di 70 anni.

Per il direttore generale della Fao, Qu Dongyu: «Questi risultati evidenziano il bisogno urgente di dedicare molte più risorse finanziarie e attenzione politica ai problemi dell’inclusività e della resilienza nelle azioni globali e nazionali per il clima».

La parte più interessante dello studio è quella che suggerisce possibili soluzioni. Come tutte le sfide che riguardano molteplici aree di vulnerabilità occorrono “interventi multilaterali”: da un lato, interventi mirati come la creazione di scuole sul campo per coinvolgere le popolazioni rurali in programmi per scoprire risorse e metodi che consentano l’adattamento ai cambiamenti climatici, dall’altro l’aumento di opportunità di lavoro “off-farm” fuori dal proprio terreno agricolo (per intenderci, attività di lavoro non agricolo oppure lavoro agricolo su terreni di altri).

Viene citato anche l’esperimento virtuoso del Mozambico, dove un maggior impiego di lavoratrici donne nei programmi di formazione ha dato una spinta all’adozione di pratiche di gestione dei terreni sostenibili da parte delle agricoltrici locali.

“I risultati sono evidenti – si legge nel report – soltanto grazie a queste azioni potremo transitare verso un percorso di sviluppo giusto e resiliente al clima che non lasci nessuno indietro”.

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