Futuro

Riscaldamento asimmetrico: che cos’è e perché ci fa preoccupare

Secondo Chalmers University of Tecnology dagli anni ’90 la Terra ha registrato un maggiore riscaldamento diurno al contrario di quanto accadeva negli anni precedenti. E ciò ha ripercussioni sull’ambiente
Tempo di lettura 5 min lettura
8 febbraio 2024 Aggiornato alle 09:00

Quando c’è in ballo la scienza, ogni certezza può modificarsi o crollare da un momento all’altro, sotto il peso del progresso, per lasciare spazio a nuove scoperte e realtà differenti da quelle a cui siamo stati abituati.

È quello che è accaduto con il nuovo studio pubblicato su Nature Communication e condotto dai ricercatori della Chalmers University of Tecnology, in Svezia, che hanno studiato una significativa inversione di tendenza nelle dinamiche del riscaldamento globale.

Una scoperta che mette in discussione le vecchie convinzioni sul riscaldamento asimettrico e lancia un primo allarme sull’impatto che questo cambiamento potrà avere sulla vita sulla Terra.

Andiamo per ordine. Cos’è il riscaldamento asimmetrico?

Si tratta di un fenomeno caratterizzato da tassi di riscaldamento variabili durante il giorno e la notte, causato principalmente dalle attività umane e dagli eventi naturali. Fin dagli anni ‘50 gli scienziati sono a conoscenza del fatto che gli aumenti della temperatura globale non sono costanti durante il giorno e per tutta la prima metà del XX secolo la certezza scientifica è stata che il modello del riscaldamento asimmetrico registrasse un riscaldamento maggiore nelle ore notturne.

Tuttavia, secondo il recente studio dell’università svedese, a partire dagli anni ‘90 la tendenza si è invertita e si è iniziato a registrare un maggiore riscaldamento diurno: un cambiamento sintomo delle attività dell’uomo che stanno influenzando il clima e rischiano di distruggere la vita sulla Terra.

In particolare, i ricercatori hanno scoperto che la maggior parte del territorio preso in esame, l’81% della superficie totale, ha subito un maggiore riscaldamento notturno dal 1961 al 1990. Tuttavia, nel periodo successivo, dal 1991 al 2020, il 70% delle aree terrestri osservate hanno invece sperimentato un aumento del riscaldamento diurno.

«Inizialmente miravamo a confermare il fenomeno precedentemente osservato del riscaldamento notturno che supera il riscaldamento diurno. Con nostra sorpresa, non solo la tendenza al riscaldamento asimmetrico era cessata, ma le nostre analisi, basate su set di dati all’avanguardia basati sull’osservazione, indicano un completa inversione di questo modello di riscaldamento originario negli ultimi tre decenni», afferma Ziqian Zhong, ricercatore post-dottorato presso la Chalmers Univerisity.

Gli scienziati sono ancora alla ricerca di risposte certe per spiegare quest’anomala inversione del modello del riscaldamento asimmetrico e, a oggi, le uniche spiegazioni che sembrano poter essere valide sono quelle di un potenziale indebolimento dell’effetto di raffreddamento dovuto all’evaporazione sulla superficie terrestre, che in genere si tradurrebbe in un aumento più rapido delle temperature diurne, e dello schiarimento globale, «un fenomeno che è stato osservato dalla fine degli anni ‘80 e che è il risultato di una minore copertura nuvolosa, che fa sì che più luce solare raggiunga la superficie terrestre, portando a temperature diurne più elevate e, di conseguenza, a una differenza più ampia tra le temperature diurne e notturne», ha spiegato Zhong.

Ad oggi, però, non esistono ancora certezze scientifiche sui motivi dei cambiamenti subìti dalla copertura nuvolosa dello schiarimento globale: possono essere attribuiti a una complessa interazione tra atmosfere prive di nuvole e nuvolose, nonché all’effetto di piccole particelle nell’atmosfera, note come aerosol.

Gli aerosol possono essere generati da processi naturali, come gli spruzzi del mare e gli incendi, ma anche da attività umane, come la combustione di combustibili fossili, e possono avere un importante impatto sull’ambiente.

La maggiore differenza di temperatura tra il giorno e la notte potrebbe potenzialmente influenzare i raccolti, la crescita delle piante, il benessere degli animali e anche la salute umana.

Se è vero che alcune specie di alberi nelle aree umide potrebbero aumentare la loro capacità di sequestro del carbonio grazie a questo cambiamento, è vero anche che l’aumento della differenza di temperatura tra il giorno e la notte potrebbe rivelarsi svantaggiosa per gli alberi nelle regioni aride, poiché temperature diurne più elevate possono aumentare l’evaporazione, portando a una carenza di acqua nel suolo e a condizioni sfavorevoli per la crescita degli alberi.

Nell’uomo, invece, una maggiore differenza di temperatura tra il giorno e la notte - riconosciuta come uno dei fattori di stress ambientale - potrebbe portare a un aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, con conseguente aumento del carico di lavoro cardiaco e della mortalità e morbilità delle malattie cardiovascolari e respiratorie.

«Ciò indica la necessità di adattare le strategie nelle diverse aree colpite dalle variazioni di temperatura tra il giorno e la notte, come l’agricoltura, la sanità pubblica e la gestione delle foreste, per affrontare le sfide poste da questo cambiamento climatico», ha dichiarato Zhong.

Leggi anche
Cambiamento climatico
di Francesco Carrubba 3 min lettura
A boat passes under the Lions Gate bridge to enter Vancouver Harbour, shrouded in a haze of wildfire smoke, as seen from Cypress Mountain in North Vancouver, British Columbia, Canada, August 21, 2023
Surriscaldamento globale
di Giacomo Talignani 3 min lettura