Diritti

Che cos’è il gender investment gap e perché è in aumento?

Secondo un’indagine della società di ricerca Boring Money nel Regno Unito quasi 6 investitori su 10 sono uomini. La mancanza di educazione finanziaria, i salari medi più bassi e la conseguente scarsa propensione al rischio portano le donne a investire meno
Credit: Mikhail Nilov  

Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
12 marzo 2024 Aggiornato alle 07:00

Si tratta di un divario di genere «superiore al prodotto interno loro di Polonia o Argentina»: secondo il nuovo rapporto sugli investimenti realizzato dalla società di ricerca Boring Money e visionato dal Financial Times, nel Regno Unito quasi 6 investitori su 10 sono uomini e il gender gap in questo settore è aumentato drasticamente dall’anno scorso. I dati diffusi mostrano che il gender investment gap è aumentato da 54 a 567 miliardi di sterline di differenza tra gennaio 2023 e gennaio 2024.

La differenza sarebbe in aumento a causa del maggior numero di uomini di età compresa tra i 25 e i 44 anni che investono soldi per la prima volta rispetto alle loro coetanee.

Dal report emerge che le giovani donne sono “più avverse al rischio” e “meno fiduciose negli investimenti” rispetto ai loro colleghi.

Lo studio, condotto su 6.486 persone in tutto il Regno Unito, mostra che a gennaio 2024 solo il 19% delle donne nella fascia d’età 25-44 anni erano investitrici. Percentuale che aumenta solo di 1 punto rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il dato relativo agli uomini è passato da 28% a 34%.

«Il divario negli investimenti di genere rimane ostinatamente elevato e è peggiorato nel 2024», ribadisce al Financial Times Holly Mackay, amministratrice delegata di Boring Money, che lo paragona al prodotto interno lordo di Polonia e Argentina. Il gender investment gap aumenta se si considerano i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni: la percentuale di donne che investe è del 9%, degli uomini il 22%. «Questo divario di genere entra in gioco in tenera età, anche prima che compaiano i tipici colpevoli dell’assistenza all’infanzia e del divario retributivo», ha aggiunto Mackay. «La nostra ricerca ha scoperto che con questo gruppo più giovane è tutta una questione di fiducia, consapevolezza del marchio, norme sociali e aspettative su come si presenta un investitore».

Dall’indagine emerge anche un atteggiamento diverso tra uomini e donne rispetto al rischio: se il 33% dei primi sceglierebbe una rendita più rischiosa, solo il 18% delle seconde lo farebbe. La minore propensione al rischio unita ai salari medi più bassi spinge le donne a mantenere più beni in contanti: lo fa il 29% delle investitrici rispetto al 25% degli investitori.

Il divario di genere esiste anche in termini di alfabetizzazione finanziaria, che l’Ocse definisce come “una combinazione di consapevolezza finanziaria, conoscenza, abilità, attitudini e comportamenti necessari per prendere sane decisioni finanziarie e, in definitiva, raggiungere il benessere finanziario individuale”.

Uno studio condotto negli Usa dalla scienziata sociale Lilla Rabinocich, i cui dati sono stati condivisi su The Conversation, mostra che “i punteggi di alfabetizzazione finanziaria degli uomini erano in media del 25% più alti rispetto a quelli delle donne, anche se i due gruppi non mostravano differenze nelle abilità matematiche o nelle abilità cognitive generali”.

Il divario aumenta se si considerano le donne nere e ispaniche, che hanno registrato punteggi che erano, in media, dal 40% al 45% inferiori rispetto a quelli degli uomini bianchi e non ispanici.

Rabinocich ha spiegato che spesso le donne, quando raggiungono l’età pensionabile, dispongono di risparmi inadeguati, in parte anche perché devono affrontare maggiori interruzioni della carriera legate alla famiglia e svolgono lavori meno retribuiti.

L’educazione finanziaria potrebbe contribuire ad aiutare le donne a prendere decisioni più informate sul proprio futuro.

Secondo un sondaggio condotto tra le donne americane nel 2022, solo il 16% di quelle comprese tra 40 e 65 anni ha ricevuto un’educazione finanziaria. La percentuale scende dall’8% al 10% tra le donne afroamericane, native americane e asiatiche.

L’educazione finanziaria può anche aiutare le donne a contrastare la violenza economica, strettamente connessa alle altre forme di violenza di genere: si verifica, per esempio, quando un uomo impone decisioni finanziarie o privazioni economiche alla partner senza consultarla, oppure quando non contribuisce alle spese comuni all’interno della famiglia.

Una ricerca di Ipsos del 2023 mostra che il fenomeno riguarda il 49% delle donne intervistate, percentuale che sale al 67% tra quelle divorziate o separate.

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