Diritti

Violenza economica: che cos’è, e perché è importante riconoscerla

Tra le espressioni discriminatorie contro le donne, la violenza economica è la più subdola e difficile da individuare, ma è anche la più diffusa. Chi la esercita mira a creare dipendenza economica oppure a imporre impegni economici non concordati o estorti con l’inganno alla vittima.
di Redazione
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7 gennaio 2022 Aggiornato alle 10:00

Secondo l’art 1 della dichiarazione Onu, la “violenza contro le donne” consiste in ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà.

Nei confronti delle donne le storie di violenza sono tante, troppe e d’ogni sorta.

La violenza di genere può vestire diversi abiti: può presentarsi sotto forma di costrizione, fisica o psichica, che porta con sé terrore, paura, sofferenza e anche conseguenze estreme, come il femminicidio. La violenza fisica, la violenza sessuale e lo stalking sono soltanto alcuni dei tipi di violenza che una donna può subire. La violenza psicologica è un’altra forma di abuso da non sottovalutare, che può rendere le donne schiave, imprigionate in situazioni tossiche dalle quali può essere difficile uscire.

Le situazioni di violenza di genere risultano spesso aggravate dal fatto che, nella maggior parte dei casi, vengono perpetrate in ambito domestico, provenendo da partner, ex-partner, parenti o amici.

Il confine tra i diversi tipi di violenza può essere sottile e le forme di violenza fisica o psicologica spesso sono accompagnate anche dalla meno riconoscibile violenza economica.

Che cos’è la violenza economica

In una società dove si cerca di perseguire la parità di genere, persiste ancora uno squilibrio tra uomini e donne: è importante quindi comprendere l’urgente necessità di adottare cambiamenti volti a eliminare tutte le forme di violenza nei confronti delle donne, compresa quella di tipo economico.

La violenza economica viene identificata con ogni atto che ha lo scopo di privare la vittima della propria indipendenza economica o della partecipazione al godimento e alla gestione delle finanze domestiche comuni.

Tra le espressioni discriminatorie contro le donne, al violenza economica è la più subdola e difficile da individuare, ma è anche la più diffusa. Chi la esercita mira a creare dipendenza economica oppure a imporre impegni economici non concordati o estorti con l’inganno alla vittima.

Proprio perché meno riconoscibile, si tratta di un fenomeno sottostimato: difficilmente le vittime di violenza economica ne hanno consapevolezza, proprio perché va a celarsi dietro allo stereotipo culturale per il quale la gestione delle finanze familiari debba essere prerogativa del ‘capofamiglia’.

Si parla di violenza economica quando sono in atto comportamenti di questo tipo:

  • privazione o controllo del salario della donna;

  • impedimento volontario della ricerca o del mantenimento del lavoro;

  • impegni economici estorti con la forza o con la menzogna;

  • totale abbandono economico;

  • mancato pagamento dell’assegno di mantenimento;

  • limitazione dell’accesso alle finanze familiari cui si avrebbe diritto;

  • occultamento delle disponibilità finanziarie della famiglia.

Sotto al cappello della violenza economica sono inclusi anche tutti quei comportamenti che vedono lo sfruttamento del lavoro della donna, oltre a quelli volti a ottenere un vantaggio, come a esempio l’intestazione di immobili dietro minaccia o inganno.

Queste forme di violenza sono terribilmente pregiudizievoli per la donna perché contribuiscono a privarla della propria libertà e indipendenza.

Una vera e propria forma di controllo che incide sulla vita e, a lungo termine, anche sulla salute fisica e psichica delle vittime. La violenza economica provoca sentimenti di inadeguatezza, dipendenza, ansia, stress e depressione. La violenza economica è spesso sottovalutata, ma può rappresentare una vera e propria prigione per la donna, con conseguenze terribili sulla sua salute e il suo equilibrio.

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