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Russia: cosa rivelano le carte segrete sulle armi nucleari ottenute dal Financial Times?

I 29 file militari russi trapelati (datati dal 2008 al 2014) evidenziano una soglia d’uso di tecnologie nucleari tattiche inferiore rispetto a quanto mai ammesso pubblicamente da Mosca
Credit: Kim Jae-Hwan/SOPA Images via ZUMA Press Wire
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
1 marzo 2024 Aggiornato alle 16:00

Non solo in risposta a un attacco atomico, ma anche in caso di grosse difficoltà: la soglia per l’uso di armi nucleari tattiche da parte della Russia sembra essere molto più bassa di quanto mai ammesso pubblicamente finora dalla potenza guidata da Vladimir Putin. Il Financial Times ha ottenuto alcune carte segrete che indicano la possibilità di un utilizzo delle armi nucleari tattiche da parte della Russia anche in risposta a un’incursione nemica su suolo russo e a una perdita del 20% dei sottomarini armati di missili balistici.

I documenti segreti, che risalgono a 10 anni fa, includono 29 file militari redatti tra il 2008 e il 2014 in cui sono descritte anche simulazioni di guerra per la pianificazione strategica militare e di addestramento per una eventuale invasione da parte della Cina. Alexander Gabuev, direttore del Carnegie Russia Eurasia Center di Berlino, ha dichiarato al Financial Times che è la «prima volta che vediamo documenti come questo resi di dominio pubblico». Quanto emerso dimostra che «la soglia operativa per l’uso delle armi nucleari è piuttosto bassa se il risultato desiderato non può essere raggiunto con mezzi convenzionali».

Le armi nucleari tattiche della Russia, che ne possiede 2.000 secondo le stime statunitensi, sono progettate per attacchi limitati in Europa e Asia, e possono essere lanciate da missili terrestri, marittimi o aerei. Potrebbero sprigionare più energia delle bombe sganciate su Nagasaki e Hiroshima nel 1945. Le armi “strategiche”, invece, più grandi, sono destinate a raggiungere gli Stati Uniti. Il loro utilizzo, secondo la dottrina nucleare russa ribadita dal presidente Putin, può avvenire solo in due casi: in risposta a un attacco nucleare nemico o se l’esistenza dello Stato viene messa in pericolo anche se vengono utilizzate armi convenzionali.

I documenti, tuttavia, parlano dei possibili casi in cui Mosca potrebbe ricorrere a ordigni tattici: una combinazione di fattori in cui le perdite subite “porterebbero irrevocabilmente al fallimento delle forze russe nel fermare una grande aggressione nemica”, o la distruzione del 30% dei sottomarini nucleari d’attacco o di almeno 3 incrociatori o 3 aeroporti militari, o ancora un attacco simultaneo su centri di comando terrestri o sulla costa.

Anche se risalgono a 10 anni fa, per gli esperti questi documenti rimangono rilevanti “per l’attuale dottrina militare russa” e mostrano che la Russia aveva preso in considerazione un possibile attacco da parte della Cina, anche mentre Putin iniziava a stringere un’alleanza con Pechino e, successivamente, quando stringeva i rapporti con Xi Jinping al suo arrivo al potere nel 2012. A giugno 2023 il presidente russo ha ribadito di escludere la necessità di ricorrere alle armi nucleari, anche perché oggi la Russia avrebbe una netta superiorità nel campo tradizionale grazie a missili ultrasonici capaci di volare a velocità incredibili e ad altre armi innovative.

I documenti, scrive il Financial Times, “riflettono i modelli osservati nelle esercitazioni che l’esercito russo ha svolto regolarmente prima e dopo l’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte di Putin nel 2022”. William Alberque, direttore di strategia, tecnologia e controllo degli armamenti presso l’Istituto internazionale di studi strategici, ha spiegato al giornale statunitense che la Russia probabilmente avrà una soglia più alta per l’uso di armi nucleari tattiche contro l’Ucraina, che non ha una propria capacità nucleare e non può lanciare un’invasione di terra della stessa portata di Cina o Stati Uniti.

Secondo alcuni funzionari ucraini le minacce nucleari di Putin hanno convinto Usa e altri alleati a non armare l’Ucraina in modo più deciso all’inizio del conflitto. Un attacco nucleare contro Kyiv, dicono gli esperti, potrebbe aggravare il conflitto e portare all’intervento diretto da parte di Usa e Regno Unito. Ma non è ciò che vuole Putin.

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