Futuro

Spazio: trovate molecole d’acqua su due asteroidi

La Faint Object InfraRed Camera ha rilevato tracce di H2O su Iris e Massalia; la scoperta potrebbe far luce su come “l’oro blu” sia arrivato sulla Terra
Credit: Rawpixel 
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11 marzo 2024 Aggiornato alle 16:00

Nell’immensità dell’universo, avvolto nel suo mistero, ogni nuova scoperta porta con sé la promessa di rivelazioni sorprendenti e, a volte, sconvolgenti, tanto da poter cambiare la nostra comprensione sistema solare così come l’abbiamo conosciuto fino a oggi.

E così è stato di recente, quando un gruppo di scienziati ha trovato alcune molecole d’acqua sulla superficie degli asteroidi. La scoperta è stata possibile grazie a un team di esperti che ha utilizzato i dati raccolti dall’Osservatorio Stratosferico per l’Astronomia Infrarossa (Sofia), un aereo dotato di telescopio e gestito dalla Nasa e dal Centro Aerospaziale Tedesco.

In particolare, lo strumento protagonista è la Faint Object InfraRed Camera di Sofia, che ha rilevato la presenza delle molecole di acqua sui due asteroidi, Iris e Massalia, fornendo così nuovi indizi sulla distribuzione dell’acqua nel sistema solare.

«Gli asteroidi sono residui del processo di formazione planetaria, quindi la loro composizione varia a seconda di dove si sono formati nella nebulosa solare – ha spiegato Anicia Arredondo, autrice principale dello studio e ricercatrice presso il Southwest Research Institute di San Antonio – Di particolare interesse è la distribuzione dell’acqua sugli asteroidi, perché può far luce su come l’acqua è arrivata alla Terra».

Dunque, la scoperta di queste molecole su Iris e Massalia solleva una serie di domande cruciali sulla formazione e sull’evoluzione dei corpi celesti: come è arrivata l’acqua su questi asteroidi? È legata a processi simili a quelli che hanno portato l’acqua sulla Terra o si è formata in modo diverso?

Non è la prima volta che tracce di acqua vengono rinvenute su campioni di asteroidi caduti. Questa, però, è la prima volta in cui le molecole vengono rilevate sulla superficie di un asteroide nello spazio.

«Abbiamo rilevato una caratteristica che è inequivocabilmente attribuita all’acqua sugli asteroidi Iris e Massaliacontinua Arredondo – Abbiamo basato la nostra ricerca sul lavoro del team che ha lavorato alla missione precedente, quella che ha permesso di individuare molecole d’acqua nel cratere lunare».

A rendere ancora più intrigante e affascinante la scoperta, le dimensioni e le orbite dei 2 asteroidi: con diametri rispettivamente di 199 chilometri e 135 chilometri, e orbite che li portano a una distanza media di 2,39 unità astronomiche dal Sole, Iris e Massalia offrono un punto di riferimento cruciale per comprendere meglio il movimento e l’evoluzione degli oggetti nel nostro sistema solare.

«Gli asteroidi silicati anidri, o secchi, si formavano vicino al Sole mentre i materiali ghiacciati si formano più lontano – spiegano gli esperti – Conoscere la posizione degli asteroidi e la loro composizione ci dice come i materiali nella nebulosa solare sono stati distribuiti e si sono evoluti dal momento della formazione».

Questa nuova scoperta spinge gli esperti a interrogarsi, a esplorare ulteriormente i legami tra acqua, minerali e corpi celesti nel nostro sistema solare. Dunque, queste recenti rivelazioni rappresentano un importante passo avanti nella nostra comprensione del sistema solare e ci avvicinano non solo a una comprensione più profonda dei processi di formazione planetaria, ma potrebbe avere implicazioni significative per la ricerca della vita extraterrestre e per le future esplorazioni dello spazio.

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