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Quali sono le città più sostenibili da visitare

Brutte notizie per l’Italia: nessun centro urbano della Penisola compare nella lista stilata dal Global Destination Sustainability Index
Credit: Linda Xu
Tempo di lettura 4 min lettura
8 febbraio 2024 Aggiornato alle 17:00

Il binomio viaggio-sostenibilità è sempre più importante per le persone. A incoraggiarle verso scelte consapevoli è arrivato in aiuto il Global Destination Sustainability Index, strumento di benchmarking attraverso cui mettere alla prova e analizzare la sostenibilità di un campione di città turistiche.

Il concetto di sostenibilità, negli ultimi tempi, sembra assumere una connotazione olistica, abbracciando trasversalmente più livelli della nostra esistenza.

Dalla sostenibilità climatica a quella ambientale, anche il turismo non è esente dal tentativo generale di dare sollievo al Pianeta.

Se da una parte, con una crescita annua del 4%, il turismo ha effetti sui Pil dei singoli Paesi e si attesta come uno dei settori economicamente più forti, dallaltra non sono trascurabili le conseguenze a esso collegate.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, già nel 2018 il turismo era responsabile dell’8% delle emissioni di gas serra nel mondo. Numeri importanti soprattutto tenendo conto della quantità di persone che si muovono ogni anno; circa 235 milioni solo nei primi tre mesi del 2023, a quanto riporta il Barometro del Turismo Globale Unwto.

Non c’è quindi da stupirsi se, a incidere sul bilancio finale, siano non solo le scelte che facciamo e come decidiamo di viaggiare ma anche laccoglienza dei luoghi di destinazione.

Il Gds Index nasce circa nove anni fa su iniziativa dei soci scandinavi dellInternational Congress and Convention Association-Icca e della multinazionale degli eventi Mci, con l’obiettivo di stimolare un approccio e una crescita sostenibile attraverso la condivisione delle best-practise per l’organizzazione di eventi green.

L’Indice, ogni anno, stila una classifica delle città più sostenibili sulla base di trend e categorie ben precise, per le quali ogni città può ricevere massimo 100 punti: si parte dalla valutazione dell’Odm attive in città (in italiano Organizzazioni per la Gestione delle Destinazioni turistiche), della sostenibilità dei fornitori di servizi, fino alla strategia ambientale e alle prestazioni di sostenibilità sociale.

Le città che sono state prese in esame dal Gds Index, nel 2023, sono state cento, con una concentrazione elevata in Europa (con 67 destinazioni), per poi passare all’America del Nord (con 18 destinazioni), suddivise per piccoli centri urbani ( 29%), città di grandi e medie dimensioni (37% e il 21%), metropoli (12 destinazioni) e una megalopoli.

Il trend, come mostra la Top 40 del 2023, resta coerente con i risultati degli anni scorsi: 17 città in classifica si trovano in Europa occidentale, una in Nord America e sette in Asia (Goyang, Singapore, Songkhla, Melbourne, Sydney, Bangkok e Brisbane).

Le destinazioni europee, in particolare del Nord Europa, fanno meglio con Gothenburg che si posiziona al primo posto della classifica per la settima volta e Oslo e Helsinki, che passano raggiungono rispettivamente il secondo e il quarto posto della lista (mentre prima si trovavano al decimo e al dodicesimo posto). Le città del nord Europa vincono, in termini generali, guadagnando quasi il massimo dei punti in ogni categoria e superando per sostenibilità anche città più grandi. L’Italia, con la città di Milano, arriva solo al quarantesimo posto, che diventa sesto nella classifica che compara tra loro le città di grandi dimensioni (tra cui Lione, Bruxelles, Ginevra e Valencia).

L’iniziativa però, oltre che analizzare l’andamento in termini di sostenibilità delle destinazioni in esame, ha soprattutto fini divulgativi per affrontare e tentare di plasmare un futuro migliore.

Mentre il Gds Index si fa promotore degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, come bussola per la sostenibilità auspicabile e strategia promossa per la prima volta nel 2015 dalle Nazione Unite, anche in occasione di Expo Milano, gli effetti del cambiamento climatico si fanno meno prevedibili e diventano la nuova normalità. Ciò però non passa di certo inosservato: come emerge da un report della società Deloitte, il cambiamento climatico per i millennial resta tra le fonti principali di preoccupazione, con il 33% degli intervistati che crede le aziende debbano focalizzarsi sul miglioramento delle condizioni ambientali e sulla loro protezione. Si richiede un maggiore impegno e granitica consapevolezza con la speranza, in un domani non troppo remoto, che in partenza per i nostri viaggi potremo permetterci di dimenticarci dell’eco ansia.

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