Storie

Emiliano Lauzi: «Con le mie acrobazie sono arrivato alle Olimpiadi»

Snowboarder specializzato nelle discipline di Slopestyle e Big air, è arrivato quinto ai Giochi di Pechino. La sua #storiadisvolta inizia grazie alla passione della madre, che lo porta sulla tavola quando ha solo 9 anni
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14 marzo 2022 Aggiornato alle 22:00

Ha solo 9 anni quando sale per la prima volta sulla tavola da snowboard, grazie alla mamma appassionata di montagna. Da lì non è più sceso. È la storia di Emiliano Lauzi, snowboarder olimpionico classe 1994 specializzato in Slopestyle e Big Air, due discipline in cui si eseguono salti e acrobazie su un percorso in pendenza, disseminato di rampe e ostacoli, e giù da una rampa ripidissima, da dove gli atleti si lanciano in aria e si avvitano in un vortice di giri e acrobazie su se stessi.

Ma la sua storia, in realtà, non inizia ad alta quota: nasce e cresce a Milano, dove già da piccolo comincia a provare i primi trick sullo skateboard, ovvero le acrobazie che, per essere perfette, hanno bisogno di pratica, determinazione, fatica.

A 12 anni scopre anche il freestyle, la disciplina delle improvvisazioni in aria, «che all’epoca in Italia non era così affermata». Però l’amore per la neve bussa: «Quando potevo ero sempre in vetta in Valle d’Aosta». La svolta arriva al liceo: un anno a studiare in Canada, tra le montagne, e una passione che a 18 anni diventa un lavoro vero e proprio, che lo porta a disputare le sue prime Olimpiadi invernali, quelle di Pechino del 2022.

Arriva quinto, dà spettacolo nella seconda prova del Big Air, chiudendo con 80.75 (terzo punteggio di quella manche), ma cade sia nella prima che nell’ultima, non riuscendo a centrare il piazzamento tra i migliori 12 per la finale. «Risultato da migliorare alle prossime Olimpiadi», commenta, «anche se il freestyle non ha un metodo di allenamento ben preciso, così come non serve avere un fisico particolare per fare questo sport. Piuttosto, servono talento e tanto lavoro sulla tecnica».

A differenza di altre discipline, infatti, la preparazione di uno snowboarder specializzato in Slopestyle e Big Air non è solo tra le piste, ma anche negli snow park, aree ad hoc per allenarsi nelle acrobazie. E serve sempre un po’ di fortuna: nel 2018 Lauzi non era riuscito a qualificarsi per le Olimpiadi invernali in Corea a causa di un infortunio. Ma poi è arrivata la pandemia, che contro ogni pronostico, gli si è rivelata utile: «Per noi atleti l’impatto è stato diverso, potevamo allenarci da soli: è stata un’opportunità per dedicarsi solo agli allenamenti». Che, stavolta, lo hanno portato fino alle Olimpiadi: il massimo per qualsiasi atleta.