Diritti

Adhd: perché crescono le diagnosi tra le donne?

I sintomi sarebbero più difficili da riconoscere a causa degli stereotipi e dei bias di genere, che incidono sul tempo necessario a ottenere una diagnosi
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
9 febbraio 2024 Aggiornato alle 09:00

Adhd è un termine che ci fa pensare immediatamente ai bambini, spesso maschi. Eppure, c’è un altro gruppo in cui le diagnosi stanno aumentando in modo sorprendente: le donne adulte.

Anche se il tasso di diagnosi del disturbo da deficit di attenzione e iperattività rimane molto più basso per gli adulti che per i bambini (e il disturbo è più diffuso tra la popolazione maschile) la percentuale di donne con nuova diagnosi tra i 23-29 e i 30-49 anni è quasi raddoppiata dal 2020 al 2022.

A dimostrarlo è un’analisi effettuata dalla società di software Epic Systems, che ha analizzato quasi 4 milioni di cartelle cliniche negli Stati Uniti dal 2010 al 2022 per capire come è cambiata la prescrizione di farmaci per l’Adhd nel tempo. Secondo la ricerca, anche se le donne che ricevono una diagnosi di Adhd siano meno dell’1%, il divario con gli uomini si è ridotto significativamente.

Tra i fattori che potrebbero aver alimentato questo aumento ci sarebbero anche gli smartphone e la tecnologia, scrive il Wall Street Journal, che spiega come possano essere al contempo sia un facilitatore sia elementi di strategia di coping. La costante distrazione dovuta ai social media, infatti, può esacerbare i sintomi dell’Adhd. Secondo uno studio pubblicato su Nature i social media, la televisione e i giochi aumentano i sintomi dell’Adhd negli adolescenti. Non solo: gli utenti frequenti dei social media hanno mostrato aumenti duraturi dei sintomi dell’Adhd, del comportamento impulsivo e del deterioramento del funzionamento cognitivo.

Quando parliamo di Adhd e diagnosi femminili, però, c’è un altro importante aspetto che dobbiamo considerare.

Già nel 2021 un articolo pubblicato su Additude ricordava che “l’Adhd non è un disturbo maschile, ma gli uomini e i ragazzi vengono diagnosticati molto più comunemente rispetto alle donne e alle ragazze. Perché? Stereotipi persistenti, bias di riferimento, sintomi interiorizzati, aspettative sul ruolo di genere, comorbilità e fluttuazioni ormonali complicano la presentazione dell’Adhd nelle donne”.

Da un lato, le diagnosi sarebbero sottorappresentate perché i sintomi sarebbero più difficili da riconoscere, perché non si presentano in modi diversi rispetto ai pazienti maschi: nelle donne il disturbo si manifesta più spesso sotto forma di disattenzione, ma molti medici hanno maggiore familiarità con le manifestazioni iperattive e dirompenti, più comuni negli uomini e nei ragazzi. Gli studi indicano che l’iperattività e l’impulsività, insieme ad altri sintomi esternalizzanti (come problemi di condotta) sono forti predittori della diagnosi rispetto ad altre presentazioni di Adhd.

Dall’altro, sono anche stereotipi e bias di genere a generare questo storico gap. Anche uno studio pubblicato su BMC Psychiatry confermava che “esistono prove che suggeriscono che l’ampia discrepanza nel rapporto tra maschi e femmine con diagnosi di Adhd è dovuta, almeno in parte, alla mancanza di riconoscimento e/o di pregiudizi di riferimento nelle donne. Gli studi suggeriscono che le donne con Adhd presentano differenze nel profilo dei sintomi, della comorbilità e del funzionamento associato rispetto ai maschi”.

Questo non significa solo che le aspettative sul ruolo di genere possano complicare il quadro del disturbo da deficit di attenzione, perché ci si aspetta che le donne si occupino di un infinito elenco di occupazioni (il lavoro, la casa, se stesse, i figli, gli anziani…) che sono difficili da coordinare per chi soffre di Adhd. Significa soprattutto che, “nel cercare l’accettazione sociale, sono spesso determinate a soddisfarla, in genere mascherando sintomi e problemi”. Secondo le ricerche, quindi, le donne sono “altamente motivate” a nascondere i sintomi dell’Adhd e a compensarli. Per questo motivo, i soli sintomi osservabili sono spesso legati all’ansia o all’umore, il che può portare a una diagnosi errata.

Leggi anche
Scienza
di Valeria Pantani 3 min lettura
Teatro
di Silvia Trovato 4 min lettura