Diritti

Brasile, disastro di Bento Rodriguez: le compagnie minerarie paghino 9 miliardi

Nel 2015 una gigantesca frana di fango seppellì un intero villaggio e inquinò il Rio Doce. Il giudice ha ritenuto BHP, Vale e la loro joint venture Samarco, proprietaria della diga Fundão, responsabili per “danni morali”
I vigili del fuoco cercano vittime nel fango dopo il crollo di una discarica di rifiuti industriali, a Bento Rodrigues l'8 novembre 2015. 
I vigili del fuoco cercano vittime nel fango dopo il crollo di una discarica di rifiuti industriali, a Bento Rodrigues l'8 novembre 2015.  Credit: EPA/Antonio Lacerda 
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
29 gennaio 2024 Aggiornato alle 12:30

Nel pomeriggio del 5 novembre 2015, nello stato brasiliano di Minas Gerais, un intero villaggio venne seppellito da una valanga di fango generata dal crollo di una diga, la Fundão. Morirono 19 persone, ne rimasero ferite 50. A quasi 9 anni da uno dei più gravi disastri ambientali nella storia del Brasile, un giudice federale brasiliano ha condannato le due multinazionali minerarie Bhp-Billington, Vale e la loro joint venture Samarco, proprietaria della diga di Fundão, a pagare 47,6 miliardi di reais (9,67 miliardi di dollari) per i “danni morali collettivi”, come il disagio emotivo subito dalle vittime dell’incidente.

Il “disastro di Bento Rodrigues”, che prende il nome dal villaggio che venne travolto e sepolto da circa 44 milioni di metri cubi di fango tossico e denso derivante dall’estrazione degli ossidi di ferro dalle miniere della regione brasiliana, causò anche lo sfollamento di 700 persone. Inoltre, inquinò gravemente il Rio Doce e l’Oceano Atlantico, in cui il fiume sfocia a 650 km di distanza: questo provocò la devastazione della fauna selvatica e contaminò l’acqua potabile di centinaia di migliaia di persone.

Un rapporto di 76 pagine pubblicato nel 2016 e commissionato da Vale SA e BHP Billiton ha attribuito la responsabilità del crollo della diga a una catena di eventi risalenti al 2009 e a difetti di drenaggio e di progettazione, senza però considerare colpevoli le due multinazionali minerarie.

Nel 2020, in occasione del quinto anniversario del disastro, la Commissione delle persone colpite dalla diga Fundão – Mariana (Cabf) e la Caritas regionale del Minas Gerais denunciavano che “il più grande crimine socio-ambientale in Brasile che coinvolge le dighe minerarie continua a lasciare una scia di malattia, insicurezza, violazioni dei diritti e mancanza di rispetto per le vittime”. Le organizzazioni accusavano la mancanza di un risarcimento da parte delle imprese minerarie coinvolte, temendo che fosse una strategia per evitare che si generassero “precedenti nel processo di riparazione”.

Il verdetto del 25 gennaio 2024, emesso dal giudice Vinicius Cobucci in risposta a una causa civile intentata dalla Procura Federale del Brasile e da altri 18 enti pubblici, ha stabilito che il denaro dovrà essere depositato in un fondo a beneficio dei 49 comuni colpiti dal disastro, che sarà gestito dal governo brasiliano. Tuttavia, la somma di 47,6 miliardi di reais non è legata alle richieste di risarcimento individuali, che non sono ancora state definite. E non include gli interessi a partire dal 5 novembre 2015, che dovranno essere aggiunti all’importo.

Nella sua sentenza, Cobucci ha parlato delle comunità che, a seguito dell’incidente, “sono state colpite nelle loro abitazioni, nel lavoro e nelle relazioni personali”, e ha fatto riferimento alle vittime e al “degrado ambientale” che ha “generato impatti sull’ecosistema, con interferenze negative in diverse catene produttive e processi ecologici”. La sentenza, di primo grado, potrà essere impugnata dalle compagnie minerarie.

Il verdetto del giudice federale brasiliano è stato reso noto nel quinto anniversario dell’incidente di Brumadinho, un altro disastro ambientale che provocò almeno 270 vittime. Il 25 gennaio 2019 un’altra diga di proprietà di Vale crollò e una marea di fango denso e marrone seppellì l’area, ancora una volta a Minas Gerais. Nel 2021, la società ha accettato di pagare quasi 38 miliardi di reais (circa 7 miliardi di dollari) di danni, comprese le attività di risanamento ambientale, riporta AFP, oltre a 3,5 miliardi di reais alle famiglie delle vittime e ad altre persone colpite. Nel gennaio 2023 un tribunale federale ha incriminato l’amministratore delegato di Vale Fabio Schvartsman e altre 15 persone per questo disastro, considerandoli colpevoli di aver nascosto il rischio di crollo. Ma loro negano le accuse.

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