Futuro

La Generazione Z consuma sempre meno alcolici

Il Giappone guida la classifica con il 63% dei giovani tra i 18 e i 26 anni che afferma di non aver bevuto alcol negli ultimi sei mesi (seguono Usa e Canada): quali sono i motivi? Lo studio dell’International Wine & Spirits Research
Credit: RDNE Stock project 
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1 febbraio 2024 Aggiornato alle 08:00

L’ultima analisi dell’International Wine & Spirits Research (Iwsr), società britannica specializzata in ricerche di mercato di bevande alcoliche e non, afferma che la quota del mercato “alcol free” arriverà al 4% entro il 2027. I dati mostrano che il consumo di bevande analcoliche o a basso contenuto di alcol è cresciuto del 5% nel 2023.

Nonostante questo aumento, si registrano alcuni problemi, come per esempio la scarsa disponibilità: il 47% dei consumatori ritiene che la mancanza di prodotti sul mercato rappresenti un ostacolo; a dirlo sono anche i più giovani, in particolare i ragazzi e le ragazze della Generazione Z (i nati tra il 1997 e il 2010).

In generale, la Gen Z (a sorpresa rispetto alle generazioni più adulte) mostra alti livelli di apprezzamento per i prodotti “alcol free”, come dimostrato anche da un’altra analisi dell’Iwsr: in Giappone il 63% dei consumatori di età compresa tra i 18 e i 26 anni afferma di non aver bevuto alcolici negli ultimi 6 mesi; seguono gli Usa (54%) e Canada (44%).

L’Europa si allinea agli altri mercati, con volumi di consumo di alcol in calo. Anche qui la Generazione Z predilige l’analcolico a differenza dei Millennial che sperimentano mix a base di whisky e che in generale sono affezionati a cocktail e amari.

È quindi evidente, come riporta l’International Wine & Spirits Research, come il mercato stia cambiando: le nuove generazioni infatti prediligono bevande analcoliche o a basso contenuto di alcol; inoltre, il valore del settore (che ha toccato gli 11 miliardi di dollari nel 2022) è destinato a crescere. Un gusto “piacevole”, nuove tecniche di produzione e una diversificazione delle occasioni di consumo stanno pian piano guidando il settore (che si prevede arriverà a un +9% nel 2026). Il 70% della crescita complessiva dipenderà dall’aumento di consumo di birra e sidro in particolare negli Usa e in Giappone.

Cambiare preferenze, passando dalle bevande alcoliche a quelle analcoliche, è molto comune. Il 78% dei consumatori di prodotti analcolici dichiara di bere anche alcol e che la motivazione che li spinge a preferire bevande “alcol free” è legata alla necessità di avere un sostituto quando si deve evitare, appunto, l’alcol in determinate occasioni. È interessante notare come nello studio si analizzino le nuove “necessità”: spesso si consumano bevande (in generale, senza distinzione) anche durante la giornata, non solo quindi in occasione di uscite serali con gli amici; da qui la necessità di limitare o evitare l’alcol.

Infine, c’è un altro aspetto del prodotto da considerare: i “benefici funzionali” legati al consumo di queste bevande, arricchite non solo da prodotti botanici in grado di creare sapori più intensi, ma anche da vitamine e soprattutto adattogeni (alimenti e integratori capaci di aiutare l’organismo a gestire lo stress). Il fatto che si tratti di una bevanda analcolica sembra quasi essere un messaggio secondario.

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