Economia

Il settore delle auto elettriche sta cambiando?

Negli Usa Hertz svende le auto Tesla. Intanto, sul mercato aumenta la disponibilità di veicoli usati a basso costo e l’azienda di Elon Musk rischia di perdere il ruolo di leader nel settore
Credit: Bob Daemmrich/ZUMA Press Wire
Tempo di lettura 6 min lettura
18 gennaio 2024 Aggiornato alle 09:00

Il gigante del noleggio Hertz intende cedere un terzo della sua flotta di veicoli elettrici negli Stati Uniti e reinvestire in auto a benzina a causa della domanda debole e degli elevati costi di riparazione delle auto a batteria dovute a danni da collisioni. La vendita è iniziata a dicembre e continuerà nel corso del 2024.

Nei risultati del quarto trimestre, Hertz registrerà un onere di circa 245 milioni di dollari per spese di ammortamento.

Un cambio radicale nella strategia aziendale, dopo che nel 2021 Hertz aveva annunciato l’acquisto di 100.000 auto elettriche Tesla. «La società prevede di reinvestire una parte dei proventi della vendita di veicoli elettrici nell’acquisto di auto con motore a combustione interna per soddisfare la domanda dei clienti», si legge nel documento della società, in cui la stessa ha dichiarato che «si aspetta che questa azione bilanci meglio l’offerta rispetto alla domanda attesa di veicoli elettrici», più debole rispetto alle aspettative.

Il costo di manutenzione dei veicoli elettrici si è rivelato troppo alto, ha rivelato a Forbes Joseph Yoon, analista di consumer insights di Edmunds. «Sembra che il problema principale con la flotta Tesla di Hertz fosse che metà dei veicoli erano assegnati a flotte di noleggio in ride-share e i costi associati alla riparazione e alla manutenzione dei veicoli in ride-share erano molto più alti del previsto», ha detto Yoon.

Anche la ricarica è stata un problema, secondo Tyson Jominy, vicepresidente di dati e analisi presso JD Power: «I clienti trovano anche veicoli elettrici con uno stato di carica molto basso, il che sarebbe scoraggiante per un viaggiatore appena sceso da un aereo e che si ritrova in una caccia al tesoro per cercare una stazione di ricarica».

Ora, la società ha messo in vendita 607 Tesla ex noleggio con uno sconto di circa il 39%; il prezzo varia da 21.557 dollari per una Model 3 del 2021 a 40.886 dollari per una Model Y del 2022. I clienti che acquistano un veicolo elettrico usato hanno diritto a un credito d’imposta di 4.000 dollari. Hertz prevede di vendere complessivamente 20.000 veicoli elettrici.

Ciononostante, l’azienda continuerà a offrire una gamma di veicoli elettrificati e a «mantenere l’obiettivo di elettrificare il 70-90 percento della flotta di noleggio in Europa entro il 2030».

L’analista di Morgan Stanley, Adam Jonas, ha dichiarato in una nota che la mossa di Hertz è un altro segno che le aspettative sui veicoli elettrici devono essere «riposizionate al ribasso». E il calo dei prezzi delle auto elettriche usate le rende sempre più convenienti sul mercato. Uno studio di iSeeCars mostra che i prezzi dei veicoli elettrici usati sono scesi del 33,7%, mentre il prezzo medio delle auto usate è sceso solo del 5,1%.

Le Tesla hanno registrato alcune delle maggiori riduzioni di prezzo per le auto usate, che vanno da una diminuzione di 21.775 dollari per il Modello X, 18.596 dollari per il Modello S e 14.716 dollari per il Modello 3.

Tuttavia, il calo dei prezzi non porta a incrementi nella domanda di auto usate elettriche: la vendita media di un veicolo elettrico richiede 52,4 giorni rispetto ai 49,2 giorni di un’auto usata media. Un anno fa, il veicolo elettrico veniva venduto mediamente in 37,5 giorni.

Le Tesla risentono anche della concorrenza. La cinese BYD ha superato la società di Elon Musk diventando il produttore di auto elettriche più venduto al mondo. L’azienda, sostenuta dal 2008 dal miliardario Warren Buffett, ha affermato di aver prodotto 3,02 milioni di veicoli a nuova energia nel 2023, seguita da Tesla che ha annunciato martedì di aver prodotto 1,84 milioni di automobili. La maggior parte dei veicoli BYD vengono venduti a un prezzo inferiore rispetto a Tesla, che ricava circa il 20% delle sue vendite dal mercato cinese.

La Cina segna numeri record: nel 2023 le case automobilistiche hanno sfornato 30,16 milioni di veicoli e le consegne all’ingrosso, che includono le spedizioni ai concessionari, sono salite a 30 milioni, secondo i dati dell’Associazione cinese dei produttori di automobili. Ruolo importante ha rivestito anche la guerra dei prezzi al ribasso portata avanti da Tesla, seguita da numerosi concorrenti locali.

I sussidi governativi hanno spinto le case automobilistiche a investire sui veicoli elettrici, trasformando il Paese nel più grande mercato di veicoli elettrici del mondo, anche se le vendite di automobili sono complessivamente stagnanti.

«Questo è il paradigma che i cinesi hanno infranto, cioè che si può rendere un veicolo elettrico accessibile», ha detto Bill Russo – fondatore della società di consulenza Automobility a Shanghai – in una recente intervista. «Ciò che la Cina sta facendo con il veicolo elettrico è usare il suo mercato interno per generare economie di scala che potrà poi portare a livello internazionale».

L’aumento delle esportazioni, dovuto al rallentamento interno dell’economia, potrebbe spingere la Cina a superare il Giappone come primo esportatore mondiale di automobili. Il Giappone ha esportato 3,6 milioni di automobili nei primi 11 mesi dell’anno, con un conteggio finale previsto per il 31 gennaio; il Dragone ha invece registrato 4,1 milioni di auto esportate. Ciononostante, il Paese del Sol Levante continua a assemblare maggiormente all’estero.

In un rapporto dello scorso dicembre Fitch Ratings ha dichiarato di prevedere che la quota dei veicoli a nuova energia salirà al 42%-45% del venduto totale nel 2024. Ha inoltre previsto che le esportazioni cresceranno del 20-30%.

L’Unione europea, preoccupata per l’aumento delle importazioni dalla Cina, ha avviato lo scorso ottobre un’indagine sui sussidi ai veicoli elettrici. L’indagine è in corso, ma non sembra avere impressionato i principali attori sulla scena. Proprio BYD a dicembre ha confermato il progetto per la realizzazione della sua prima fabbrica di assemblaggio europea, in Ungheria.

Oltre al ridimensionamento della flotta americana di Hertz e alla competizione cinese di BYD, Tesla sta anche affrontando la crisi produttiva dovuta all’escalation militare nel Mar Rosso. La società di Elon Musk sospenderà per due settimane, dal 29 gennaio all’11 febbraio, la produzione nella sua unica fabbrica europea di auto elettriche, la Gigafactory di Berlino: uno stop giustificato con il «gap nelle catene di rifornimento» provocato dai «conflitti armati nel Mar Rosso e relativi spostamenti delle rotte di trasporto», che allungano «in modo notevole» i tempi di spedizione di componenti dall’Asia.

Un annuncio arrivato nella tarda serata dell’11 gennaio, a poche ore dall’operazione con cui Usa e Gran Bretagna hanno colpito decine di obiettivi Houthi in territorio yemenita.

Tra concorrenze al ribasso in Cina, la cessione di auto Tesla da parte di Hertz e l’ascesa di BYD sul mercato, potrebbe essere iniziata una nuova fase nella vendita di auto elettriche, sempre più disponibili sul mercato e con prezzi più vantaggiosi.

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