Futuro

Tesla continua ad avere problemi col pilota automatico

Il Dipartimento dei Trasporti Usa ha dichiarato che il software beta Full Self-Driving della casa automobilistica di Elon Musk «potrebbe consentire al veicolo di comportarsi in modo non sicuro agli incroci»
Credit: Electrek.co
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
20 febbraio 2023 Aggiornato alle 11:00

L’azienda automobilistica Tesla sta richiamando 362.758 vetture a causa dei difetti riscontrati nel suo sistema di guida autonoma Full Self-Driving, che secondo l’autorità di regolamentazione statunitense aumenterebbero il rischio di incidenti stradali.

Il richiamo disposto dalla National Highway Traffic Safety Administration, si apprende dal Financial Times, riguarda tutti i veicoli con la versione beta del software, nello specifico alcuni veicoli Model S e Model X prodotti tra il 2016 e il 2023, e i Model Y prodotti dal 2020.

Il sistema Full Self-Driving, in Italia “guida autonoma al massimo potenziale”, è l’ultima versione del software di guida autonoma di Tesla, e presenta caratteristiche potenziate rispetto ai precedenti Autopilot e Autopilot avanzato.

A questi aggiunge, ancora in fase di sviluppo, il controllo dei semafori e degli stop, ovvero “identifica i segnali di stop e i semafori e, sotto la tua supervisione attiva, rallenta il veicolo fino a fermarlo”. Nel prossimo futuro, si legge sul sito della società, sarà inoltre disponibile anche lo sterzo automatico sulle strade cittadine.

L’ente di regolamentazione ha contestato a Tesla che il software «potrebbe consentire al veicolo di comportarsi in modo non sicuro attorno agli incroci», e che a volte le vetture non si sono fermate abbastanza a lungo in presenza degli stop e non sono riuscite a regolare la velocità in corrispondenza della modifica del limite prescritto.

«Pur non concordando con l’analisi dell’agenzia, Tesla ha deciso di agire un richiamo volontario per abbondanza di cautela», si legge nei documenti ufficiali, anche se l’amministratore delegato di Tesla, Elon Musk, ha commentato su Twitter che «la parola “richiamo” per un aggiornamento over-the-air (wireless, ndr.) del software è anacronistica e completamente sbagliata».

Quello notificato di recente dalla National Highway Traffic Safety non è un caso isolato. Nell’agosto 2021, infatti, il Dipartimento dei trasporti degli Stati Uniti ha avviato un’indagine in merito a 11 incidenti che hanno coinvolto i veicoli Tesla con Autopilota e Cruise control adattivo provocando 17 feriti e un decesso.

Nell’ottobre dello scorso anno, Tesla è finita nel mirino di un’altra indagine del Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti a causa delle affermazioni secondo cui i veicoli elettrici dell’azienda si guidano da soli.

Attualmente il sito di Tesla avvisa: «Le attuali funzioni di Autopilot, Autopilot avanzato e Guida autonoma al massimo potenziale richiedono la supervisione attiva del conducente e non consentono la guida autonoma del veicolo». Ma allora perché continuare a chiamarlo “guida autonoma”?

Ma secondo una ricerca condotta dall’AgeLab del Mit (Massachusetts institute of technology) pubblicata nel settembre 2021, mentre era attivo il pilota automatico di Tesla «i conducenti guardavano meno alla strada e si concentravano maggiormente sulle aree non correlate alla guida rispetto a dopo il passaggio alla guida manuale».

Una recente analisi dell’Insurance Institute for Highway Safety (Iihs) ha infine stimato che il 42% degli utenti di Tesla Autopilot si sente a proprio agio nel non prestare attenzione alla strada mentre si trova alla guida.

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