Diritti

Usa: che cos’è la legge Emtala e cosa c’entra con l’aborto?

L’Emergency Medical Treatment and Labor Act prevede che i medici forniscano cure stabilizzanti ai pazienti gravi in condizioni di emergenza: ma che fare quando il trattamento necessario è l’interruzione di gravidanza? L’Idaho presenta il caso alla Corte Suprema
Credit: Sarah A. Miller/Idaho Statesman via ZUMA Press Wire
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
18 gennaio 2024 Aggiornato alle 20:00

È una legge del 1986, eppure negli ultimi giorni è tornata sotto i riflettori perché è su questa che si gioca l’ennesimo round della partita sul diritto all’aborto negli Usa. Il nome completo è Emergency Medical Treatment and Labor Act, ma è più conosciuta come Emtala.

La scorsa settimana, una corte d’appello federale ha stabilito che gli ospedali del Texas non sono tenuti a fornire l’aborto in casi salvavita in base alle norme stabilite dalla legge. Ad aprile, invece, sarà la Corte Suprema a decidere se gli Stati possono costringere i medici a respingere pazienti che soffrono di complicazioni mediche gravi e potenzialmente letali o se potranno fornire loro un trattamento medico standard per salvarli: l’interruzione di gravidanza.

Ma partiamo dall’inizio: che cosa prevede l’Emtala? E cosa c’entra l’aborto? Secondo la legge, gli ospedali che accettano Medicare (programma di assicurazione sanitaria federale), che sono la maggioranza negli Usa, non possono respingere i pazienti che si presentano con una condizione medica di emergenza e sono tenuti a stabilizzarli per evitare che soffrano di gravi complicazioni mediche.

Se ne parla in relazione all’interruzione di gravidanza perché dopo l’annullamento di Roe vs Wade l’amministrazione Biden ha pubblicato una guida in cui chiarisce che se una paziente incinta arriva in ospedale con una condizione di emergenza che potrebbe essere stabilizzata solo con un aborto, l’ospedale è tenuto a fornire questa assistenza, indipendentemente dalle leggi dello Stato.

“Il trattamento stabilizzante potrebbe includere interventi medici e/o chirurgici (ad esempio, aborto, rimozione di uno o entrambi le tube di Falloppio, terapia antipertensiva, terapia con metotressato, ecc.), indipendentemente da eventuali leggi statali o mandati che si applicano a procedure specifiche”, si legge nelle linee guida.

Gli Stati conservatori che hanno varato leggi estremamente restrittive sull’aborto, però, non sono d’accordo. E alcuni tribunali hanno dato loro ragione. È il caso, appunto, del Texas, che ha sostenuto in tribunale che questa guida equivale a una coercizione illegale da parte dell’amministrazione Biden, costringendo medici e ospedali a fornire aborti.

Nell’agosto 2022, un tribunale federale ha concordato con lo Stato, bloccando l’entrata in vigore della norma federale Emtala in Texas. Il Governo federale ha presentato ricorso contro il caso, che è stato poi esaminato dalla Corte di Appello del Quinto Circuito, che si è pronunciata martedì scorso a favore dello Stato: la sentenza del tribunale di grado inferiore, che impedisce alla guida Emtala di entrare in vigore in Texas, rimane in vigore. I medici possono rifiutarsi di effettuare aborti anche se sono necessari per stabilizzare pazienti in condizioni critiche.

Ora, sotto i riflettori c’è l’Idaho. Secondo il Dipartimento di Giustizia dello Stato, infatti, il divieto di aborto (uno dei più severi del Paese) viola l’Emtala. I medici che eseguono aborti d’urgenza, infatti, possano incorrere in sanzioni penali. La loro unica possibilità è ricorrere alla cosiddetta “difesa alternativa”, sostenendo in tribunale che le cure fornite erano necessarie per salvare la vita della persona incinta. Per questo, ha portato in tribunale lo Stato.

A ottobre, la Corte d’Appello del Nono Circuito ha annullato una sentenza precedente, consentendo che gli aborti venissero effettuati in caso di emergenze mediche anche durante il contenzioso legale. Lo Stato dell’Idaho si è quindi rivolto alla Corte Suprema, sostenendo devono essere gli Stati a decidere che tipo di assistenza medica di emergenza le donne possono ricevere: “il Governo federale non può usare l’Emtala per ignorare al pronto soccorso le leggi statali sull’aborto più di quanto non possa usarlo per ignorare la legge statale sui trapianti di organi o sull’uso di marijuana”, ha scritto il procuratore generale dello Stato nel suo appello. La Corte esaminerà le argomentazioni del caso ad aprile. Fino ad allora, gli aborti saranno vietati e la legge sarà applicata nella sua interezza.

Secondo il New Yorker Yeniifer Alvarez-Estrada Glick, morta fuori da un pronto soccorso a Luling, in Texas, nell’estate del 2022, potrebbe essere la prima morte legata alla mancata fornitura di queste cure mediche di emergenza. Secondo le cartelle cliniche, a Glick (che era stata più volte ricoverata per complicazioni legate alla gravidanza, al punto da finire in terapia intensiva) non è mai stato offerto un aborto: un trattamento che secondo diversi esperti intervistati dal New Yorker, “se offerto e accettato, probabilmente le avrebbe salvato la vita”.

Le decisioni dei tribunali di Texas e Idaho hanno effetto solo sui rispettivi Stati, che non sono però i soli a sostenere che siano i legislatori statali (e non i medici né il Governo federale) a dover decidere sulle politiche dei loro ospedali. I procuratori generali di 21 Stati (Indiana, Alabama, Alaska, Arkansas, Florida, Iowa, Kansas, Louisiana, Mississippi, Missouri, Montana, Nebraska, North Dakota, South Carolina, South Dakota, Tennessee, Texas, Utah, West Virginia e Wyoming) hanno presentato un amicus brief (un documento legale fornito a un tribunale contenente consigli o informazioni relative a un caso da una persona o organizzazione che non è direttamente coinvolta nel caso) alla Corte Suprema per sostenere l’appello dell’Idaho, dichiarando che “non può essere che, ordinando agli ospedali di stabilizzare i pazienti indigenti, Emtala crei un diritto affermativo di chiedere qualunque procedura un singolo paziente o medico possa desiderare, indipendentemente dalle normative mediche statali”.

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