Futuro

Spedizioni, l’era del “ricevi il giorno dopo” potrebbe essere finita

Ritardi e ammanchi di scorte, carenza di chip per computer, il settore della logistica non è mai stato così in crisi dall’inizio della pandemia
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19 ottobre 2021 Aggiornato alle 16:12

Durante il primo lockdown nel 2020 acquistare un prodotto online era diventata la normalità: dai beni di prima necessità agli oggetti più disparati davanti alla porta di casa grazie a un click. C’è chi ha continuato a farlo, per pigrizia o per comodità. Con una piccola differenza: gli ammanchi di scorte di alcuni materiali e la carenza di chip per computer hanno messo in crisi il settore dei trasporti con ritardi sulle spedizioni. Il motivo è semplice, su un veicolo moderno c’è un numero di microconduttori cinque o sei volte più elevato rispetto ad alcuni anni fa; gli stessi componenti vengono utilizzati anche nell’elettronica. Con la chiusura anche solo di un porto in Cina o in California di un impianto produttivo, tutta la produzione può entrare in crisi, con tempi di consegna che si allungano su tutta la catena.

A scarseggiare oggi non è solo la manodopera ma anche i container per le spedizioni. È finita l’era del “ricevi il giorno dopo”? Difficile predire cosa potrebbe succedere per il Balck Friday di novembre o a ridosso delle festività natalizie con un aumento maggiore della richiesta di ordini online. In bilico anche il colosso dell’e-commerce Amazon, che a differenza di altre catene di logistica è in grado di aggirare il problema della congestione del traffico portuale noleggiando mezzi di trasporto e affidandosi a navi da carico o velivoli a seconda del caso, oppure acquistando aeroplani. A soffrire in questo momento però anche il settore del trasporto aereo, con la graduale ripresa dei voli turistici e la crescita della domanda delle merci trasportate per via aerea.

Negli ultimi mesi, per esempio, i produttori di carta hanno ridotto la scala delle proprie attività a causa della variante Delta del covid, e una carenza di materia prima sta ritardando la produzione di svariati prodotti, dalle buste delle lettere alle shopper in carta.

In bilico, quindi, non solo i regali di Natale ma un intero settore.