Economia

Quali sono i paradisi fiscali per i pensionati italiani?

Ritirato il regime agevolato per gli ex lavoratori stranieri che si trasferiscono in Portogallo, che per anni ha favorito l’emigrazione dal Belpaese. Tra le mete vantaggiose a livello previdenziale: Spagna, Slovacchia, Albania e Malta
Credit: cottonbro studio 
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15 gennaio 2024 Aggiornato alle 07:00

Da inizio anno, il Portogallo ha abbandonato il regime di tassazione speciale per i “Residenti non Abituali” (Rnh); la decisione è stata annunciata dal primo ministro Antonio Costa. L’esenzione, tuttavia, rimane per le persone che l’hanno già ottenuta. Il Portogallo detiene il primato per importi derivati da pensioni pagate dall’Italia all’estero, con 153.420.119 euro di introiti.

Nel 2009 il Governo portoghese (all’epoca guidato dal socialista José Sócrates) aveva varato una serie di incentivi e bonus per chi si trasferiva nel Paese, con il solo vincolo di risiedervi per almeno 6 mesi l’anno; sono più di 7.000 gli italiani immigrati in Portogallo, concentrati soprattutto nell’Algarve e a Lisbona. Dal 2020, inoltre, sono state introdotte 2 imposte fisse, al 20% per i professionisti qualificati e nomadi digitali e al 10% per i pensionati.

Il primo ministro Antonio Costa, che ha dichiarato che «Mantenere in futuro le esenzioni equivarrebbe a prolungare una misura di ingiustizia fiscale ingiustificata e sarebbe un modo indiretto per continuare ad aumentare i prezzi nel mercato immobiliare» (l’esenzione, tuttavia, rimane per quelle persone che ne sono già in possesso). Il Portogallo detiene il primato per importi derivati da pensioni pagate dall’Italia all’estero, con 153.420.119 euro di introiti.

Tra le ragioni principali dell’abrogazione dell’agevolazione c’è l’impatto che questa ha avuto sul mercato immobiliare. Secondo lo studio della fondazione Francisco Manuel dos Santos, tra il 2012 e il 2021 il costo degli alloggi è aumentato del 78% in Portogallo, contro la media del 35% dei Paesi Ue. Solo nell’ultimo anno, il balzo è stato dell’11%. Non a caso il Premier ha annunciato anche un nuovo tetto all’aumento degli affitti, fissato al 2%.

La proposta ha però incontrato opposizioni dal mondo produttivo: in un documento firmato da un gruppo di 59 personalità da vari settori intitolato Non uccidere gli investimenti nel futuro del Portogallo, la tassazione Rnh viene vista come un motore per l’economia portoghese, che apre a investimenti e imprese straniere, le quali “svolgono un ruolo importante nella nostra economia: pagano salari più alti, impiegano più donne nel management e assumono lavoratori più qualificati” si legge nel documento.

Ma il Portogallo non è il solo Paese ad avere agevolazioni di questo tipo. La Spagna offre sgravi fiscali per i pensionati stranieri, che possono beneficiare di esenzioni o riduzioni delle imposte sui redditi da fonte estera. Predilette sono le isole Canarie, che seguono il sistema fiscale spagnolo (che include anche detrazioni per le spese mediche, tra cui farmaci e cure mediche); inoltre, coloro che ricevono una pensione dall’estero possono beneficiare di agevolazioni variabili a seconda del Paese di provenienza.

In Grecia, dal 2020 è stata varata una misura che pone un’aliquota del 7% sull’assegno previdenziale per un periodo di 15 anni a patto, però, di essere stati residenti fiscali nel paese per i 5 dei 6 anni precedenti al trasferimento. L’agevolazione ha durata di 15 anni.

Simile la situazione per chi decide di spostarsi a Cipro: la tassa sul reddito delle persone fisiche (simile all’Irpef) gode di una no tax area fino a 19.500 euro, che sale progressivamente fino al 35% per redditi superiori ai 60.000 euro annui. Nonostante un costo della vita basso, tuttavia, l’isola non sembra attirare particolarmente gli italiani; al 2023 l’Inps corrisponde meno di 200 pensionati italiani residenti nell’isola.

Altro caso riguarda Malta, il cui Governo ha introdotto uno schema fiscale specificamente pensato per i beneficiari di redditi da pensione estera (il Malta Retirement Programme) che prevede un’aliquota fissa del 15% sui redditi provenienti dall’estero. L’accesso al programma è riservato a cittadini europei non maltesi, non impiegati e con una pensione superiore al 75% del reddito imponibile complessivo. Ci sono anche requisiti immobiliari, come l’acquisto di un immobile di valore pari o superiore ai 275.000 euro a Malta o di 250.000 euro all’isola di Gozo, oppure stipulare un contratto di locazione non inferiore ai 12 mesi il cui canone di locazione è pari ad almeno 9.600 euro annui se situato a Malta o 8.750 € se invece è situato a Gozo.

Veri e propri paradisi fiscali per i pensionati sono Slovacchia e Albania: entrambi gli Stati prevedono esenzione totale sulla pensione italiana percepita e, con un basso costo della vita e una stabilità finanziaria, i 2 Paesi si candidano a diventare le nuove mete favorite dagli italiani.

Infine, fuori dall’Europa attrae la Tunisia: con un costo della vita nettamente inferiore rispetto ai Paesi europei e nordamericani, il fisco locale abbatte dell’80% la tassazione sulle pensioni lorde che arrivano dal nostro Paese e preleva solo il 5% dell’assegno previdenziale. Inoltre, la riduzione fiscale vale anche per ex dipendenti pubblici che percepiscono pensioni ex Inpdap (sono pochissimi gli Stati che consentono questo beneficio).

Ma la migrazione di anziani è solo economica? Come evidenziato in un rapporto presentato dall’Inps il 10 ottobre, i pensionati italiani non intendono né raggiungere località esotiche né paradisi fiscali; nessuna di queste opzioni ha avuto riscontri significativi a livello statistico.

Le donne, in particolare, scelgono Paesi come Svizzera, Germania, Spagna, Stati Uniti, Canada, Australia, Francia, Belgio e in parte Gran Bretagna, che hanno maggiore peso statistico se combinati anche con le migrazioni maschili. La caratteristica comune a questi Stati è quella di aver accolto i giovani lavoratori italiani.

La risposta al problema migratorio, secondo l’Istituto, è agevolare il rientro dei giovani in Italia. Così, si limiterebbe l’espatrio di pensionati all’estero e riporterebbe forza-lavoro nel Belpaese.

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