Diritti

Francia: chi è il nuovo primo ministro Gabriel Attal?

Classe 1989, è il premier più giovane nella storia della Quinta Repubblica e il primo omosessuale. La notizia del suo incarico è stata però accolta da polemiche per la sua estrazione sociale benestante e alcune leggi considerate razziste
Credit: EPA/YOAN VALAT 
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10 gennaio 2024 Aggiornato alle 15:00

Con la sua nomina è già entrato nella storia: è il primo ministro francese più giovane nella storia della Quinta Repubblica e primo dichiaratamente omosessuale.

Gabriel Attal, 34 anni, è stato scelto ieri dal presidente francese Emmanuel Macron come nuovo premier del Paese. Il giovane politico è così diventato il successore di Elisabeth Borne nel cui Governo era stato ministro dell’Istruzione.

La notizia della sua nomina ha scatenato reazioni contrastanti: alcuni hanno visto con favore la scelta di una persona così giovane e aperta sui diritti civili mentre altri hanno ricordato il ruolo avuto in passato da Attal in alcune leggi considerate islamofobe o razziste.

A essere sotto accusa è anche la storia personale di Attal, considerato un figlio dell’élite. Nato nel 1989 a Clamart, ma cresciuto a Parigi, dove ha frequentato solo scuole private in quartieri molto agiati, il primo ministro francese proviene da una famiglia benestante: il padre, morto nel 2015, era un avvocato e produttore cinematografico di successo. Sul tema lo stesso politico ammetterà di essere stato «fortunato» per il contesto economico in cui è cresciuto.

Anche nell’ambiente “protetto” delle scuole private della capitale francese, Attal deve affrontare violenze legate al suo orientamento sessuale. Nel novembre 2023 racconterà infatti di essere stato bullizzato da adolescente in quanto omosessuale. Il politico dirà anche che tra i suoi bulli c’era anche Juan Branco, suo ex compagno di classe e futuro avvocato dei gilet gialli e di Julian Assange, considerato non a caso la sua nemesi. Branco negherà ogni accusa.

L’esperienza che fa scattare la sua passione politica risale a quegli anni: nel 2002 infatti partecipa a una manifestazione con Jean-Marie Le Pen, padre di Marie, e all’epoca leader del partito di estrema destra Front National. È l’inizio dell’impegno in politica: nel 2006 si iscrive al Partito socialista e nel 2012, all’età di 23 anni, fa la sua prima esperienza di lavoro in un ministero. Si tratta di quello della Salute guidato all’epoca da Marisol Touraine madre di un suo ex compagno di classe.

Ad aiutare Attal nella sua ascesa, oltre ai contatti forniti dalla sua provenienza sociale, ci sono anche un percorso di studi che lo porta ad avere 2 lauree (una in Scienze politiche all’Istituto di studi politici di Parigi e l’altra in Giurisprudenza all’ Università Panthéon-Assas) e una capacità oratoria che da subito colpisce i suoi interlocutori politici.

Nel 2016 Attal si stacca dai socialisti per seguire Macron nel suo nuovo progetto politico En Marche, una formazione più centrista e liberale che mira a raggruppare attorno a sé i moderati spaventati dall’avanzata del Front National, ma anche dalla possibile deriva a sinistra del Paese. La scelta si rivela vincente: il giovane politico viene eletto parlamentare e alle Presidenziali del 2017 Macron vince su Marie Le Pen conquistando la presidenza del Paese.

Nel 2018 arriva la prima storica promozione: Attal viene scelto come ministro dell’Istruzione. È il più giovane nella storia della Quinta Repubblica. In questo ruolo si guadagna le simpatie dei conservatori, ma viene contemporaneamente sempre più criticato dalla sinistra. Il motivo sta nelle sue critiche ai lavoratori in sciopero: «Devono uscire dalla mentalità dello sciopero».

Inoltre vieta l’utilizzo nelle scuole francesi dell’abaya, un abito lungo usato dalle donne mediorientali e dunque considerato da alcuni come un simbolo religioso islamico. Una scelta molto apprezzata dalla destra che rivendica l’assoluta laicità dello Stato francese, tanto che l’ex presidente Nicolas Sarkozy gli chiede di candidarsi alle prossime Presidenziali del 2027.

Un’altra sua estimatrice è la moglie di Macron Brigitte Trogneux che da ex insegnante ha collaborato con il ministro per lo sviluppo di una campagna antibullismo nella scuola francese.

Nonostante le critiche a sinistra, la popolarità di Attal è salita costantemente fino a convincere Macron a sceglierlo come nuovo primo ministro nel tentativo di dare nuova linfa alla sua azione politica logorata dalle difficoltà economiche e sociali. Il nuovo incarico sarà probabilmente uno spartiacque nella carriera politica dell’enfant prodige della politica francese: potrebbe aprirgli la strada verso le prossime presidenziali oppure impantanarlo in un ruolo scomodo visto il momento non facile dell’esperienza Macron. La nomina ha fatto la storia, ora toccherà alla cronaca plasmare il futuro.

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