Diritti

Don’t say gay: la Florida vieta l’insegnamento di genere

La proposta, passata al Senato, andrebbe a limitare le lezioni scolastiche sull’orientamento sessuale e l’identità di genere fino alla terza elementare. Ma Democratici, attivistə e anche la Disney sono contrari
Valeria Pantani
Valeria Pantani giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
11 marzo 2022 Aggiornato alle 15:00

Il Senato della Florida ha approvato il disegno di legge contro le lezioni scolastiche sull’orientamento sessuale e l’identità di genere fino alla terza elementare. Ora la decisione spetta al governatore repubblicano Ron DeSantis che, però, già in passato si è pronunciato favorevole all’iniziativa. Il “Don’t say gay” (così viene chiamato dai democratici e attivistə) riaccende il dibattito riguardo la censura dell’educazione sessuale e di genere all’interno del sistema scolastico americano.

Negli Stati Uniti non c’è una regola sulla sex education ma è spesso tema di discussione nei contesti scolastici, considerando anche i dati sull’identità LGBTQIA+ nel Paese. Secondo un sondaggio di Gallup del 2021, gli americani che si sono identificati come persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender o “altro rispetto a eterosessuale” sono stati il 7,1% (su un campione di 12.000 persone). O ancora, tra la Generazione Z il 21% si è identificatə come parte della comunità LGBT.

Non sorprende, quindi, che attivistə della Florida siano preoccupati per il destino della comunità LGBTQIA+ giovane. I democratici sostengono che il disegno di legge potrebbe avere un forte impatto su bambinə (ma anche sui genitori) LGBTQIA+. Will Larkins, ragazzə gay e non binario della Florida, ha spiegato al Washington Post quanto possa essere difficile per unə bambinə non avere il giusto supporto e la giusta educazione di genere: «Non avevo mai contatti con le persone queer, mi odiavo in quarta elementare. Sapere che sono diversə ma non sapere il perché, non avere una spiegazione, è stato terribile».

Dall’altra parte, i repubblicani credono che sia più giusto far scegliere ai genitori se e quando parlare di identità di genere ai propriз figliз. «Ci assicureremo che i genitori possano mandare i loro figli a scuola senza che nessuna di queste cose vengano iniettate nei loro programmi scolastici», ha detto il governatore DeSantis. Per rafforzare la propria posizione, i repubblicani sostengono che le limitazioni sarebbero solo per le lezioni programmate, mentre rimarrebbero valide le discussioni spontanee tra studentə (con eventuali risposte da parte degli insegnanti).

Come ha specificato il Washington Post, con il “Don’t say gay” i genitori potrebbero citare in giudizio i distretti scolastici qualora tenessero «lezioni inadeguate».

Secondo Dennis Baxley, senatore repubblicano, il disegno di legge potrebbe diminuire il numero di coming out giovanili. Ma, proprio perché in America il numero di bambinə non eterosessuali è in aumento, «non dovremmo discuterne nelle classi più giovani?» ha chiesto la democratica Tina Scott Polsky al senatore. Con l’approvazione del “Don’t say gay” si negherebbe proprio questa possibilità.

Anche la Disney è intervenuta dopo un iniziale silenzio. «So che molti sono sconvolti dal fatto che non ci siamo espressi contro il disegno di legge – ha scritto il New York Times riportando le dichiarazioni fatte mercoledì da Bob Chapek, CEO Disney - Ci siamo opposti sin dall’inizio e abbiamo scelto di non prendere una posizione pubblica perché sentivamo di poter essere più efficaci lavorando dietro le quinte direttamente con i legislatori».

In Florida una piccola vittoria LGBTQIA+ era stata ottenuta con Sheyrin Jones, primo senatore del Paese dichiaratosi apertamente gay nel 2018. «Credo che questa sarà un’altra macchia nella storia della Florida», ha affermato Jones. Così oggi, dopo 4 anni, la Florida rischia di fare un passo indietro.

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