Futuro

A bordo di Waymo, l’auto driverless di Google

Sfreccia già tra le strade di Phoenix, Los Angeles e San Francisco, ha una flotta interamente elettrificata e ha stretto una partnership con Uber. Ti raccontiamo come funziona
Credit: Andrej Sokolow/dpa
Tempo di lettura 6 min lettura
4 gennaio 2024 Aggiornato alle 07:00

C’è un film – Il mondo dietro di te – che, uscito da poche settimane, ha fatto grande scalpore, scomodando persino Elon Musk, che con le sue auto Tesla si è ritrovato inconsapevolmente coinvolto nella trama di una pellicola che racconta un’insolita apocalisse.

Senza rischiare alcuno spoiler non gradito, il regista nel film racconta di manomissioni delle centrali elettriche, hackeraggi delle comunicazioni, di una guerra elettromagnetica e… di una pericolosa invasione di auto Tesla che corrono per le strade in totale autonomia e senza nessuno al volante, hackerate e comandate da remoto con una funzione full self driving.

Sembra un po’ troppo fantascientifico, ma non lo è, se consideriamo che il self car driving è ormai normalità in diverse città d’America, dove ritrovarsi in coda al semaforo dietro un’auto vuota, ma con un volante che gira da solo è una tranquilla scena da tutti i giorni.

Si fa sempre più concreta, infatti, la realtà delle automobili driverless, ultimi straordinari frutti delle grandi aziende mondiali che credono e scommettono sulla potenza dell’intelligenza artificiale e della tecnologia: da Bmw a Mercedes, passando per le più famose Cruise a Tesla, fino ad arrivare a Waymo, vera leader delle self driving car che può vantare partnership importanti e una flotta interamente elettrificata.

Waymo, il cui nome deriva dalla fusione dei termini “way” (strada) e “mobility” (mobilità), nasce nel 2009 come progetto di Google Alphabet - la società di Google che lavora allo sviluppo delle auto driverless - con il nome di Google Self-Driving Car Project e si concentra sulla progettazione e lo sviluppo di tecnologie per la guida autonoma, con l’obiettivo di creare veicoli sicuri ed efficienti che possano essere utilizzati per una varietà di scopi, tra cui il trasporto su strada di persone e merci.

Nel 2015 compie il primo viaggio totalmente autonomo: Steven Mahan, un uomo legalmente cieco, sale a bordo di un veicolo Waymo driverless e viaggia per le strade di Austin, in Texas.

Nel 2016 diventa un’azienda tecnologica indipendente per la guida autonoma e nel 2017 inizia il programma Waymo Early Stage Rider, un programma in cui i residenti dell’area metropolitana di Phoenix, in Arizona, sono invitati a unirsi nel primo test pubblico di trasporto autonomo, privato e su richiesta, per modellare e migliorare la tecnologia che nel 2018 verrà lanciata ufficialmente con il pick-up ibrido Chrysler Pacifica.

Nel 2020, Waymo apre al pubblico il suo servizio di robotaxi Waymo One, ma esclusivamente per i passeggeri nell’area metropolitana di Phoenix, mentre nel 2021 inizia anche a San Francisco una fase di test che si concluderà nel 2022, quando l’auto a guida autonoma sbarcherà ufficialmente anche nelle strade della città californiana.

Nel 2023, infine, raggiunge anche Los Angeles: anche qui i cittadini possono chiamare il robotaxi direttamente dall’app e farsi trasportare verso la destinazione desiderata, con un vero e proprio servizio di taxi dove l’autista è sostituito da 29 telecamere collocate tutte intorno alla carrozzeria, sensori, radar e Lidar a emissione laser (le auto sono in grado di vedere oggetti fino a 300 m di distanza e un segnale di stop fino a 500 m).

Ma i traguardi di Waymo non sono finiti qui, perché il 2023 è stato l’anno della svolta e delle straordinarie novità. Quali?

La prima è che solo qualche mese fa l’azienda tecnologica ha salutato l’ibrida Chrysler Pacifica per dare il benvenuto a una flotta di veicoli Jaguar I-PACE completamente elettrici e alimentati al 100% da energia rinnovabile, per abbattere completamente le emissioni da carburanti fossili.

La seconda è che a maggio ha firmato una partnership pluriennale con Uber, secondo cui, entro la fine dell’anno, Waymo avrebbe fornito alcuni veicoli per il ride-hailing e i servizi di trasporto e consegna di generi alimentari di Uber Eats, all’interno dell’a metropolitana di Phoenix dove già opera autonomamente.

I patti sono stati mantenuti e alla fine di ottobre, è stato lanciato il servizio congiunto di Uber e Waymo per consentire ai clienti Uber di poter usufruire di una corsa completamente autonoma ed elettrica, su un taxi senza conducente umano al volante, semplicemente selezionando il veicolo sull’app ufficiale. Una volta raggiunto il cliente, l’auto driverless può essere sbloccata tramite applicazione e il viaggio può essere avviato.

Verrebbe spontanea una domanda, prima di salire a bordo: ma queste auto senza conducente sono davvero sicure?

A prescindere dalla trama del film di cui abbiamo parlato all’inizio - secondo cui andrebbe rivalutata la sicurezza informatica delle auto autonome - e a prescindere dai reali esperimenti condotti nel 2015 sulla possibilità di hackerare i sistemi tecnologici e prendere il comando da remoto, le prime certezze sul self car driving hanno iniziato a vacillare quando, proprio a San Francisco, la circolazione dei robotaxi è stata messa in standby dal governo a causa dei troppi incidenti causati dai veicoli autonomi. In più occasioni, infatti, i veicoli hanno investito ciclisti, causato tamponamenti, intralciato la strada a mezzi di soccorso e persino ucciso pedoni.

Eppure secondo Waymo i veicoli driverless sono veicoli molto più sicuri di quelli guidati da esseri umani.

Waymo ha analizzato il numero di incidenti, gravi e meno gravi, fatti registrare dalle sue vetture su una percorrenza totale di oltre 11 milioni di km, mettendo a confronto questo numero con il tasso di incidenti registrato, nella stessa zona, dalle auto guidate da esseri umani.

Secondo l’azienda di robotaxi, le auto a guida autonoma hanno registrato una riduzione del 57% di incidenti nei quali è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine, e una riduzione dell’85% degli incidenti che causano lesioni fisiche: stando ai dati riportati da Waymo, i veicoli driverless hanno una probabilità di causare lesioni in caso di incidente inferiore fino a 10 volte rispetto a quanto succede con veicoli guidati da conducenti umani.

Grazie ai rapidi progressi tecnologici, pare che ora le auto a guida autonoma stiano conoscendo uno sviluppo straordinario, iniziando a viaggiare per le strade delle più grandi città del mondo e trasformando in una realtà concreta quello che fino a pochi anni fa era fantascienza. E se il prossimo obiettivo fosse sfrecciare in auto nel cielo? Waymo sarebbe già pronto ad accettare la sfida.

Leggi anche
This is "Cyclus: la rete di autodemolitori di Haiki Cobat" by La Svolta on Vimeo, the home for high quality videos and the people who love them.
Sostenibilità
di Redazione 1 min lettura
Mobilità elettrica
di Giacomo Talignani 3 min lettura