Ambiente

Batteria a CO2 e… piccole grandi idee per il Pianeta

Non solo raccolta differenziata e prodotti biodegradabili. Se vuoi prenderti cura della Terra in modo geniale e green, ecco la rubrica che fa per te
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1 gennaio 2024 Aggiornato alle 15:00

Tra gli slogan più ricorrenti delle manifestazioni per il cambiamento climatico e contro l’inquinamento ambientale, ricordiamo tuttə il famoso “There is no planet B”. Già, non esiste un Pianeta B, ma un piano B c’è. Anzi, più di uno.

Ogni giorno c’è qualcunə che ne sa una più del diavolo e lancia idee geniali e invenzioni eccezionali ed ecosostenibili.

Come? Dando una nuova vita a oggetti quotidiani che regolarmente gettiamo senza riflettere sulle possibilità di riutilizzo, o ingegnandosi per trasformare il banale in straordinario.

Se ti sei chiestə almeno una volta cosa puoi fare per salvare il Pianeta, ma le risposte che hai trovato erano sempre le solite e banali raccomandazioni che segui già da una vita, allora questa è la rubrica che fa per te. Abbiamo raccolto le migliori invenzioni che possono aiutare la Terra che abitiamo. Tu sei dei nostri?

CO2 Battery

Energy Dome è un’azienda, con sede a Milano, che ha inventato e sviluppato la CO2 Battery, una tecnologia a basso costo che trasforma la CO2 da nemica ad alleata nel percorso della transizione energetica.

Secondo l’azienda, infatti, la CO2 è il fluido perfetto per immagazzinare energia in modo economico in un processo termodinamico chiuso, poiché è uno dei pochi gas che può essere condensato e immagazzinato come liquido sotto pressione a temperatura ambiente. Ciò consente di immagazzinare energia ad alta densità senza dover raggiungere temperature criogeniche estreme”.

La CO2 Battery, un’evoluzione dei sistemi Laes (Liquid Air Energy Storage), è un sistema di accumulo termodinamico: tecnicamente, in fase di carica, il sistema è in grado di assorbire l’energia elettrica dalla fonte (che può essere la rete elettrica, o un parco eolico o solare) per comprimere la CO2 contenuta all’interno di una cupola (o dome) a temperatura e pressione ambiente.

L’anidride carbonica viene stoccata all’interno della cupola allo stato liquido e il calore generato dalla compressione viene immagazzinato.

Il calore servirà poi, in fase di scarica, per far evaporare la CO2 e azionare una turbina che produrrà energia elettrica. Il sistema si interfaccia direttamente con la rete elettrica, prendendo energia quando è in eccesso o a basso costo e restituirla quando ce n’è bisogno.

Il primo impianto con batteria a CO2 è già presente in Italia (precisamente in Sardegna) e ha sviluppato una capacità di 4 MWhn, con una potenza di 2,5 MW, ma le batterie CO2 di Energy Dome possono essere installate rapidamente in qualsiasi parte del mondo a meno della metà del costo di strutture di stoccaggio a batterie agli ioni di litio di dimensioni simili e utilizzano materiali prontamente disponibili, come anidride carbonica, acciaio e acqua.

Intanto, nel 2024 la CO2 Battery verrà commercializzata anche negli Stati Uniti.

Lelenut

Lelenut è un progetto che prende il nome da una bancarella di specialità alimentari al cocco situata al Queen Victoria Market e che mira a convertire gli scarti di cocco in filamenti per la stampa 3D utili per produrre oggetti personalizzabili.

Dawei Cao, fondatore di Lelenut e ideatore del progetto, dopo aver notato le enormi quantità di scarti di cocco che venivano gettate nella sua attività, ha iniziato a pensare alla possibilità di riutilizzarle per creare filamenti per stampanti 3D da trasformare in prodotti di design.

Nasce così l’idea di un flagship store di Lelenut con una fabbrica visibile nel retro del negozio: attraverso una parete trasparente, i clienti avrebbero potuto vedere come i rifiuti venivano trasformato nel filamento 3D e poi in un prodotto estetico e personalizzabile.

Il processo prevede, innanzitutto, la raccolta degli scarti di cocco dalla bancarella e poi una lavorazione che comprende lavaggio, essiccazione, disidratazione e macinazione dei rifiuti di cocco, fino a ottenere una polvere fine.

Successivamente, la polvere viene miscelata con PLA, un materiale biodegradabile, per creare un filamento per la stampa 3D che può essere utilizzato per stampare prodotti personalizzabili e sostenibili.

T-Riparo

T-Riparo è un progetto sostenibile che nasce in provincia di Modena, all’interno del laboratorio di riciclo e riuso creativo per la città sostenibile Tric e Trac e nell’ambito del progetto Facciamo Circolare L’Economia.

Promosso dall’Associazione Onlus Insieme in Quartiere per la Città e finanziato dalla Regione Emilia Romagna, T-Riparo è un’officina di comunità, uno spazio di riparazione condivisa dove aggiustare i propri oggetti rotti aiutati da chi ne ha le competenze.

Con il progetto T-Riparo, infatti, le persone possono portare in officina la propria oggettistica rotta e ricevere istruzioni e assistenza per imparare a restaurarla dandole nuovamente una possibilità, in un’ottica di aiuto reciproco e stimolo al riuso dei beni.

L’officina è aperta un giorno alla settimana, precisamente il sabato mattina, e le attività proposte si svolgono solitamente in un paio di passaggi: T-Spiego e T-Riparo.

T-Spiego è il primo step e comprende un pacchetto di corsi di formazione, restauro, elettrotecnica, ciclomeccanica, falegnameria e sartoria sia teorici che pratici, rivolti alla comunità e finalizzati all’acquisizione e al potenziamento di tutte quelle capacità che hanno a che fare con il riuso e con l’economia circolare. I corsi sono condotti da professionisti del settore e sono totalmente gratuiti.

T-Riparo, invece, è il secondo step ed è lo spazio di riparazione condivisa dove chi vorrà, una volta a settimana, potrà portare a riparare i propri oggetti trovando l’assistenza adeguata o l’affiancamento necessario per imparare a farlo in totale autonomia.

Il modello di riferimento dell’officina è quello dei Repair-Cafè, delle iniziative sociali diffuse in tutto il mondo dove le persone si aiutano a vicenda nella riparazione di oggetti di uso quotidiano, al fine di ridurre la produzione di rifiuti e imparare insieme.

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