Diritti

Francia: una petizione chiede di non intitolare una fermata della metro a Serge Gainsbourg

Artista ancora amatissimo (a oltre 30 anni dalla morte) ma anche violento con le donne e autore di testi filo incestuosi. Per questo, un gruppo di femministe sta lottando contro la creazione di una stazione della metropolitana a Les Lilas che porti il suo nome
Serge Gainsbourg
Serge Gainsbourg
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
2 gennaio 2024 Aggiornato alle 16:00

In coppia con Jane Birkin ha fatto sognare tutto il mondo. In Francia le sue canzoni e le influenze culturali che ha determinato sono ancora vivissime. Serge Gainsbourg però era anche molto altro. La sua arte, che spesso si è intrecciata con la vita, ha tessuto i contorni di una persona che, in più di un’occasione, si è dimostrata violenta con le donne e, addirittura, ammiccante nei confronti dell’incesto.

È su queste considerazioni che si fonda la protesta portata avanti da un gruppo di femministe che si oppone fermamente all’intitolazione di una fermata della metropolitana nella periferia parigina proprio a Serge Gainsbourg. Dal 2016 sono in corso i lavori per il prolungamento della linea 11, che nella prima metà del 2024 porterà all’apertura della fermata successiva a quella di Mairie des Lilas (capolinea), situata a Les Lilas e al confine comunale con Romainville.

All’avvio dei lavori l’ex sindaco di Les Lilas, Daniel Guiraud, aveva deciso di intitolarla al cantante, in virtù di una sua canzone del 1958, intitolata Le Poinçonneur des Lilas, che parlava proprio di un operaio della metropolitana. Una petizione online di dissenso che al momento ha raccolto quasi 14.000 firme, potrebbe però costringere l’amministrazione comunale a fare un passo indietro.

“Nell’era post-MeToo, in un momento in cui il presunto ascolto delle vittime di violenza è una priorità politica (siano esse donne, minoranze di genere o bambini), in un momento in cui pedofili come Matzneff o Polanski sono stati più volte denunciati dalle loro vittime, in un momento in cui quando ogni giorno contiamo i nostri morti uccisi da coniugi violenti e nonostante la famosa separazione dell’uomo e dell’artista predicata dai difensori del nostro sistema patriarcale, questa decisione di rendere omaggio a Gainsbourg è uno sputo in faccia alle vittime” si legge nel testo della petizione, che parla di episodi di violenza contro le donne e delle tendenze pedofile e perfino incestuose di Serge Gainsbourg, ormai di dominio pubblico e non più nascondibili. Nemmeno a fronte di una carriera come pochi, durata oltre 30 anni e composta da 25 album, numerose colonne sonore, film e centinaia di canzoni per altri cantanti.

Chi ha lanciato la petizione sostiene che un riconoscimento pubblico di questa portata sdoganerebbe il concetto che sia “accettabile, persino incoraggiato, essere violenti nei confronti di donne e bambini, se ciò è fatto da un uomo in nome dell’arte”. Le attiviste fanno riferimento alla condotta generale di Gainsbourg ma anche a episodi ben specifici.

Sotto accusa in particolare la canzone Lemon Incest, pubblicata nel 1984, nella quale Gainsbourg canta e fa cantare a sua figlia Charlotte, allora 12enne, la sua fantasia incestuosa, che culmina nella frase “L’amore che non faremo mai insieme”. Nel video di questa canzone, piena di giochi di parole, il cantante si presenta a torso nudo, sdraiato su un letto con sua figlia in maglietta e mutandine.

Ma quello non è stato l’unico evento discutibile nella carriera della star francese. Nel 1986 il film Charlotte Forever, che ha scritto e diretto, racconta il rapporto tra un padre e sua figlia, interpretati da lui stesso e Charlotte (all’epoca 15enne), in un clima incestuoso. Nella colonna sonora la ragazzina canta un testo scritto dal padre, che in una delle strofe dice “Papà ho paura/Per assaggiare il tuo sapore”.

E ancora, nella canzone del 1984 Love on the Beat, descritta come una “poesia pornografica”, le urla e i gemiti femminili udibili sono quelli della sua compagna dell’epoca, Caroline Paulus, che sarebbe stata registrata a sua insaputa e inserita nel pezzo senza il suo consenso.

Eventi mai nascosti, giustificati come semplici fantasie, nei casi che hanno riguardato la figlia Charlotte, o compresi in quello che viene definito dallo stesso Gainsbourg un rapporto tumultuoso con le donne.

Rapporto in realtà abusante, come ha confermato la stessa Jane Birkin nel suo libro Munkey Diaries del 2018, dove ha raccontato di un uomo arrabbiato e spesso violento verbalmente ma anche fisicamente.

Tra le promotrici della petizione, la scrittrice femminista Florence Porcel, che ha proposto di intitolare la fermata della metropolitana alla cantante Anne Sylvestre, che nel corso della sua carriera si è spesso occupata dei diritti di donne e bambini.

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