Diritti

Oppioidi: la giustizia per le vittime dell’OxyContin è in mano alla Corte Suprema Usa

Il caso riguarda il gigante farmaceutico Purdue Pharma e la potente famiglia proprietaria Sackler, che vuole pagare 6 miliardi di dollari in cambio dell’immunità da qualsiasi altra richiesta di risarcimento
Campaigners and family members of those who have died of opioids gather outside the US Supreme Court, Washington, DC, USA, 04 December 2023.
Campaigners and family members of those who have died of opioids gather outside the US Supreme Court, Washington, DC, USA, 04 December 2023. Credit: EPA/WILL OLIVER 
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20 gennaio 2024 Aggiornato alle 11:00

Davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti è arrivato un caso delicato che tocca nel profondo le ferite di un Paese devastato dall’epidemia degli oppioidi.

Si tratta di un processo civile che vede come imputato il colosso farmaceutico Purdue Pharma, produttore dell’antidolorifico OxyContin, uno dei principali oppioidi da prescrizione, responsabile della morte di migliaia di americani ogni anno.

Secondo i dati diffusi dai Centers for Disease Control and Prevention, tra il 1999 e il 2021 sono morti per overdose da oppioidi da prescrizione circa 280.000 americani. Soltanto nel 2021, morivano 45 persone al giorno, senza contare tutte quelle che dalle prescrizioni mediche sono passate agli oppioidi sintetici distribuiti illegalmente, come il fentanyl.

Dietro le spregiudicate scelte della società di produrre e promuovere un farmaco con altissima dipendenza, ci sono i suoi proprietari: la facoltosa famiglia Sackler. Al centro della prossima decisione dei giudici supremi c’è un accordo raggiunto da Purdue Pharma che contiene una clausola molto contestata. I Sackler si sono impegnati personalmente a pagare 6 miliardi di dollari in cambio della totale immunità per ciascuno di loro da qualsiasi ulteriore azione civile di risarcimento collegata all’OxyContin.

Contro questo piano, approvato nel 2021 dal tribunale fallimentare di New York, si sono opposti diversi Stati americani, alcune municipalità canadesi e tribù di nativi americani, oltre a 2600 persone. Il Dipartimento di Giustizia, tramite l’US Trustee Program, ha poi chiesto l’intervento della Corte Suprema, che ha ascoltato per la prima volta gli argomenti delle parti alcuni giorni fa.

Il caso, noto come Harrington vs Purdue Pharma, arriva 16 anni dopo che la società ha ammesso la sua colpevolezza nel 2007 per aver mentito alle autorità regolamentari, ai medici e ai pazienti riguardo ai rischi di abuso e dipendenza dell’OxyContin, accettando di pagare 600 milioni di dollari di sanzioni.

In gioco, questa volta, c’è il bisogno di ottenere giustizia per tutte le persone che hanno visto le loro vite distrutte per la dipendenza da oppioidi. Tutto dipende dall’approvazione definitiva del piano o dalla sua bocciatura. Se confermato, l’accordo prevede che la famiglia Sackler paghi fino a 6 miliardi di dollari in 18 anni per contrastare la crisi degli oppioidi in corso. Di questi la maggior parte verrebbe distribuita agli Stati e agli Enti locali per programmi di prevenzione e cura delle dipendenze, mentre un fondo da 750 milioni di dollari verrebbe istituito per risarcire le singole vittime e le loro famiglie, con pagamenti da 3.500 a 48.000 dollari nell’arco di 10 anni. Da quel momento in poi, ai Sackler verrebbe garantita l’immunità da qualsiasi responsabilità.

Una soluzione ritenuta ingiusta da diversi gruppi di attivisti che si battono contro gli oppioidi, perché priverebbe le vittime contrarie all’accordo del loro diritto di ottenere un diverso risarcimento non solo da parte della Purdue, ma anche dei suoi proprietari che, a differenza della società, non hanno fatto formalmente istanza di fallimento. Posizione condivisa anche dal procuratore generale Merrick Garland. Per Ellen Isaacs, che ha perso suo figlio di 33 anni per overdose, si tratta di una «protezione speciale per miliardari».

Un’altra preoccupazione è che una simile immunità potrebbe essere applicabile anche in altri casi molto controversi, come quelli che riguardano gli abusi sessuali nei Boy Scouts of America e nella Chiesa cattolica.

La maggior parte delle vittime ha aderito al piano nella convinzione che rappresenti l’unica speranza di ricevere anche solo in parte un indennizzo. L’avvocato Pratik Shah, che rappresenta alcuni stati, ospedali e singole vittime, ha dichiarato che questo è l’unico accordo possibile anche nel loro interesse: «Ci sono circa 40 trilioni di dollari di richieste di risarcimenti stimate. Anche se uno dei ricorrenti venisse soddisfatto, verrebbero meno le richieste di tutte le altre vittime».

I 9 giudici della Corte Suprema hanno già mostrato alcune spaccature. Se il conservatore Brett Kavanaugh ha fatto notare come «le vittime degli oppioidi e le loro famiglie approvano in grande maggioranza questo piano perché credono che garantirà un pagamento tempestivo», Amy Coney Barrett ha posto ad alta voce un dubbio condiviso: «È questo il meglio che possiamo fare per le vittime?».

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