Diritti

Usa: chi sono le “mamme di Instagram” anti-Moms for the Liberty?

Le suburban moms liberali e progressiste stanno utilizzando i loro profili per sostenere i candidati democratici, il controllo delle armi, i diritti riproduttivi e Lgbtq+ e la democrazia
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
22 novembre 2023 Aggiornato alle 17:00

Che la politica americana, e le elezioni americane in particolare, siano anche una battaglia tra mamme non è una novità delle ultime settimane.

Nel 1996 erano state le “Soccer moms” a aiutare la rielezione del presidente democratico Bill Clinton.

Dopo gli attacchi dell’11 settembre, invece, era stata la volta delle “security moms”, che hanno contribuito al successo del presidente repubblicano George W. Bush. Nel 2016, le “Walmart moms” ha scelto il repubblicano Donald Trump, mentre due anni dopo le “Panera moms” hanno sostenuto i democratici nelle elezioni di midterm del 2018.

Ma anche l’ultimo Election Day ha visto la partecipazione – e in larga parte la sconfitta – di candidati che avevano ricevuto l’endorsment delle “Moms for the Liberty”, o “mamme orse”, il gruppo di destra che dalla sua fondazione nel 2021 si batte contro l’insegnamento a scuola di temi legati ai diritti Lgbtq+ e alla discriminazione razziale. E che in due anni è diventato sempre più rilevante, al punto che tutti i candidati Repubblicani sperano nel loro appoggio pubblico.

Che alle Presidenziali 2024, quindi, sia arrivato il momento delle “Instagram moms”?

Nati (anche) in contrapposizione alle “Moms for the liberty”, i gruppi progressisti sono composti da mamme liberali che vivono nella provincia statunitense e che si stanno organizzando per sostenere i candidati democratici, per il controllo delle armi, i diritti riproduttivi e la democrazia.

Come? Utilizzando i loro account Instagram per sostenere battaglie legate a questioni specifiche delle aree in cui vivono o a tematiche di interesse nazionale, come le sparatorie di massa, l’aborto, il razzismo o i diritti Lgbtq+. Questioni che risuonano con gli obiettivi della base democratica ma anche con quella fascia più ampia di donne che non hanno deciso per chi votare o che non votano affatto.

Intercettare la base “esausta” che non vota è proprio l’obiettivo con cui è nato Emily in Your Phone, fondato nel 2019 da Emily Amick per per condividere contenuti politici informativi sul processo di impeachment e che oggi ha più di 130.000 follower e l’omonima newsletter Substack, molto seguita.

“L’idea iniziale era quella di fornire agli amici un modo accessibile e sostenibile per capire cosa stava succedendo nel mondo politico, come gli attuali funzionari eletti stavano modellando la politica che influenzava le loro vite e comunità e perché alcune competizioni elettorali erano davvero, davvero importanti”, si legge invece sul sito di Motherhood for Good, l’evoluzione di un progetto lanciato nel 2022 da Kate Duffy durante la corsa al Senato in Wisconsin.

“Non passò molto tempo prima che le persone iniziassero a condividere i contenuti e a chiedere come potevano essere coinvolte. Si è scoperto che le mamme sono persone poliedriche, compassionevoli e motivate che, guarda caso, sono le migliori organizzatrici del mondo (nessuna sorpresa in questo senso)”.

Amick e Duffy, ma anche Kat Vargas, che ha fondato Howdy Politics per spiegare il funzionamento della politica texana e battersi per il controllo delle armi, affermano che Instagram è il luogo naturale per le loro battaglie.

Le loro coetanee, infatti, spiega The 19th News, “lo preferiscono a X, che è visto come troppo per addetti ai lavori; a Facebook, che è visto come una fascia demografica più anziana; e a TikTok, visto soprattutto dai più giovani”.

E le ricerche danno loro ragione: secondo un rapporto del 2021 del Pew Research Center, il 44% delle donne statunitensi dichiara di utilizzare Instagram, contro il 36% degli uomini. Solo l’11% degli adulti statunitensi ha affermato di ricevere regolarmente notizie da Instagram, ma il 63% di coloro che lo hanno fatto erano donne: i social media, infatti, sono l’unica piattaforma su cui le donne consumano notizie a ritmi più elevati.

Non è un caso, quindi, che all’ultimo meeting del Women’s March di qualche settimana fa un panel sia stato dedicato proprio all’influenza di Instagram.

“È logico” che le donne Millennial si rivolgano a Instagram per influenzare le loro coetanee, ha spiegato Mattie Kahn, autrice del libro Young and Restless: The Girls Who Sparked America’s Revolutions.

Sono “native digitali cresciute su Instagram e sanno come comunicare in un modo che abbia senso per loro”. E se si tratta di politica, ha detto, queste mamme di Instagram saranno una “forza da non sottovalutare”.

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