Ambiente

Il primo parco eolico del Mediterraneo è italiano

Si chiama Baleolico e sorgerà al largo di Taranto. Permetterà di risparmiare 730.000 tonnellate di CO2 e garantirà l’equivalente del fabbisogno energetico annuale di 60.000 persone
Riccardo Liguori
Riccardo Liguori giornalista
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7 marzo 2022 Aggiornato alle 07:00

Un progetto con una lunghissima genesi. Ma che il prossimo aprile, dopo 14 anni, sorgerà al largo di Taranto. Per la precisione, a 100 metri dalla costa tarantina e a 7 chilometri dalla città. Si chiama Baleolico, ed è il primo parco eolico del Mediterraneo.

Realizzato dalla Renexia, società del Gruppo Toto attiva sia in Italia che negli Stati Uniti nel campo delle energie rinnovabili, il progetto sfrutterà la potenza del vento del mare per produrre energia grazie a 10 turbine, ciascuna da 3 Megawattora di potenza. Una volta entrato a pieno regime, Baleolico garantirà una produzione annuale di oltre 58.000 Megawattora: l’equivalente del fabbisogno energetico annuale di 60.000 persone. Un risparmio di 730.000 tonnellate di anidride carbonica.

La missione di Renexia sarà quella di garantire che l’indotto «porti vantaggio per il territorio in termini economici – ha spiegato la società in una nota – Per le operazioni di manutenzione specializzata e trasporto, sia via mare che via terra, ci sarà bisogno della collaborazione delle imprese locali». Rappresentando una alternativa a quelle inquinanti, questa soluzione ha incontrato il sostegno delle principali associazioni ambientaliste. D’altra parte, l’obiettivo comune è produrre energia “pulita”.

«L’eolico offshore – ha spiegato Renexia in una nota - rappresenta una tecnologia innovativa che rispetta l’ambiente perché non consuma suolo ma punta a sfruttare la maggiore forza del vento che il posizionamento in mare garantisce, rispetto a un impianto di terra. Contribuendo alla riduzione delle emissioni in atmosfera di CO2 nel rispetto delle direttive europee»

Il posizionamento della prima turbina è avvenuto a febbraio. L’evento era stato raccontato dalla società come «il primo passo del nostro Paese in un articolato percorso di transizione energetica, verso gli sfidanti obiettivi del nuovo Piano Nazionale Energetico (Pniec) che prevedono per l’Italia 114 Gigawatt di energia da fonti rinnovabili al 2030. La città di Taranto diviene così il centro di partenza dell’energia del futuro, pulita e sostenibile, grazie al vento e al mare». Con questo progetto, Renexia mira a creare una filiera tutta italiana, «per poter agire, in futuro, con forniture nazionali. Contribuendo a creare una manifattura che oggi ancora non c’è».

L’impianto consente di programmare l’investimento sui 25 anni della durata della concessione. «Per noi - aveva spiegato a SustainEconomy24 il direttore di Renexia, Riccardo Toto – si tratta di un investimento da circa 80 milioni di euro e le stime sui risultati attesi sono positive».

Ma oltre a fornire energia grazie al vento, Baleolico potrebbe offrire un’altra soluzione. «Stiamo verificando qual è la migliore soluzione per trasformare una parte dell’energia in idrogeno, in un territorio dove ci sono molte industrie, c’è l’ex-Ilva e la raffineria».

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