Città

Come sono inclusive queste maps

La maggior parte dei luoghi in cui viviamo sono stati progettati da uomini per uomini. Dall’Italia al Messico, una nuova urbanistica studia come potremmo riconvertire gli spazi a misura di tutti
Ph. credit: Milan Gender Atlas
Ph. credit: Milan Gender Atlas
Tempo di lettura 4 min lettura
4 marzo 2022 Aggiornato alle 18:15

Immaginate di aprire la mappa della vostra città e cercare una toilette pubblica pulita per cambiare un pannolino, un ambulatorio con i servizi per l’infanzia o una farmacia dove trovare la pillola del giorno dopo. Non una utopia ma l’idea di fondo dell’urbanistica di genere, per ripensare gli spazi pubblici.

Intrecciare gli studi urbani con quelli di genere per vivere le città in modo diverso: ci hanno pensato due architette e ricercatrici urbane, Florencia Andreola e Azzurra Muzzonigro, curando il progetto Sex & the City, commissionato da Milano Urban Center, da cui è nato Milan Gender Atlas (edito da LetteraVentidue). Non solo uno studio per indagare le esigenze delle donne e delle minoranze nello spazio pubblico, ma un atlante in grado di fornire alle amministrazioni gli strumenti teorici e pratici per elaborare politiche pubbliche più attente al genere.

«Il presupposto di base» spiega a La Svolta l’autrice di Milan Gender Atlas Florencia Andreola, «è che le nostre città sono patriarcali perché sono state progettate dagli uomini per gli uomini».

Non è facile sviluppare uno studio sull’urbanistica di genere in Italia, perché mai realizzato prima: «Abbiamo studiato testi spagnoli e anglosassoni, anche se poi la nostra lettura di genere è stata inedita» continua Florencia Andreola. «Il libro è analitico e non pratico, è uno strumento utile per poter immaginare politiche per la città in maniera concreta, per capire cosa manca per migliorarle».

L’Atlante è uno stimolo per progettare contesti più inclusivi e attenti alle necessità di tutte le persone che abitano le città. Nell’analisi, sono state prese in considerazione anche la violenza e l’insicurezza fuori e dentro casa e gli spazi legati alla vita quotidiana delle donne: i luoghi per l’allattamento sicuro, i servizi igienici pubblici, gli ascensori in metropolitana, le aree gioco, gli asili nido, le piazze aperte…

Anche oggetti e arredi urbani possano aiutare nel concreto una donna in pericolo: l’iniziativa Panchine Rosse, coordinata dal Comune di Milano, ha proprio l’obiettivo di creare una cittadinanza attiva contro la cultura della violenza sulle donne: sulla panchina dipinta di rosso c’è il numero verde antiviolenza e stalking disegnato sopra.

In una delle mappe, anche i consultori familiari pubblici e privati, gli ospedali in cui è possibile praticare l’interruzione volontaria di gravidanza nella città di Milano. Una mappa che ricorda quella di “Obiezione Respinta”, un sito creato dall’Associazione “Non una di meno” per segnalare medici e farmacisti obiettori - e non - di coscienza presenti sul territorio italiano. Grazie anche alle segnalazioni degli utenti, che vengono verificate, è possibile leggere le informazioni di farmacie, ambulatori e consultori relativamente all’accesso alla pillola del giorno dopo o all’interruzione volontaria di gravidanza.

Da un collettivo a un altro nel mondo: GeoCicas, nato nel 2017 a Città del Messico e che opera sulla piattaforma Open-StreetMap, è il più grande progetto collaborativo di mappatura delle zone urbane con un’attenzione a cosa è rilevante per le donne. Dall’ubicazione delle toilette pubbliche agli ambulatori, ai servizi per l’infanzia e alla maggiore sicurezza di alcuni percorsi rispetto ad altri.

Tutto un altro modo di consultare una mappa e vivere la città, a misura di tuttə.

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