Ambiente

Entro il 2030 la produzione di combustibili fossili raddoppierà

Il rapporto dell’agenzia delle Nazioni Unite per l’ambiente prevede un picco dell’uso di carbone, gas e petrolio: bisogna «salvare l’umanità e trarre profitto dai benefici delle rinnovabili», ha dichiarato Guterres
Credit: AP photo/Eric Gay 
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9 novembre 2023 Aggiornato alle 10:00

Nel mondo sconvolto dalle guerre e dall’incertezza c’è un paradosso, silente, che continua a essere ignorato. Il 2023, quasi sicuramente, sarà il più caldo di sempre; un record che non fa che aggiungersi a quelli degli ormai ultimi 9 anni. Conosciamo tutti gli effetti di un Pianeta sempre più bollente, in termini di vittime, perdite di risorse, case e infrastrutture. I fenomeni meteo si fanno sempre più intensi e le popolazioni, impreparate al nuovo clima, subiscono direttamente questi cambiamenti.

Il “nemico”, in questa guerra silenziosa, è chiarissimo: gli scienziati (a partire da quelli dell’Ipcc - Intergovernmental Panel on Climate Change) ci ripetono che il problema principale del surriscaldamento planetario sono le emissioni che alterano l’atmosfera e che provengono soprattutto dai combustibili fossili come gas, carbone e petrolio.

Per tentare di pagare un conto meno salato, è chiaro come nei prossimi anni dovremo trovare una formula per fare a meno dei combustibili fossili. Per paradosso, però, le politiche governative di tutto il mondo porteranno a…un raddoppio della produzione di combustibili fossili nel 2030. A sostenerlo, il nuovo rapporto dell’agenzia delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep) che, in linea con le indicazioni dell’Iea (International Energy Agency), prevede presto un picco dell’uso di fonti fossili.

La questione è: questo picco servirà davvero per accompagnare la transizione energetica, ecologica, basata sulle energie pulite oppure, un po’ come sostiene l’Opec (Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio), sarà semplicemente parte di una continua produzione e crescita, per esempio, del greggio fino al 2045?

L’Onu spiega chiaramente che il raddoppio della produzione arriverà secondo le previsioni “contrariamente agli impegni di ridurre la produzione di combustibili fossili”.

In sostanza, quel che emerge dal rapporto è, dunque, «un sorprendente atto d’accusa contro la totale negligenza climatica», ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres.

L’incoerenza è facile da comprendere se si pensa che, nonostante 151 Governi nazionali si siano impegnati a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette, in tutto il mondo l’estrazione di fonti fossili, con quella del carbone, è destinata ad aumentare fino al 2030 e la produzione globale di petrolio e gas almeno fino al 2050.

«In altre parole, i Governi stanno letteralmente raddoppiando la produzione di combustibili fossili, ciò significa doppi problemi per le persone e per il Pianeta» ha aggiunto Guterres.

La ricerca è stata condotta dallo Stockholm Environment Institute (Sei), Climate Analytics, E3G, International Institute for Sustainable Development (Iisd) e dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep): l’obiettivo è esortare i Paesi a un cambio di rotta in cui, contrariamente alle previsioni, si punti a un’eliminazione quasi totale della produzione e dell’uso del carbone entro il 2040 e un abbandono generale delle fonti fossili.

Inoltre il report chiede “una riduzione di almeno il 75% della produzione di petrolio e gas entro il 2050, rispetto ai livelli del 2020. Tutto ciò è di fondamentale importanza poiché i rischi e le incertezze legati alla cattura e allo stoccaggio del carbonio, nonché alla rimozione dell’anidride carbonica, sono significativi”.

«I Paesi devono eliminare gradualmente il carbone entro il 2030 nei paesi Ocse, entro il 2040 negli altri. E il G20 deve assumere l’iniziativa di porre fine alle licenze e ai finanziamenti per il nuovo petrolio e il gas - ha affermato Guterres, invitando i leader mondiali a - salvare l’umanità dai peggiori impatti del caos climatico e trarre profitto dagli straordinari benefici delle energie rinnovabili».

Dire, però, “puntiamo sulle rinnovabili” non basta, perché servono impegni credibili per incrementare le energie pulite e «aumentare l’efficienza energetica per salvaguardare una transizione giusta ed equa. I combustibili fossili stanno mandando in fumo gli obiettivi climatici essenziali. È tempo di cambiamento», ha aggiunto Guterres.

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