Bambini

I social network danneggiano i minori: negli Usa 41 Stati accusano Meta

Decine di procuratori generali hanno citato in giudizio la società di Mark Zuckerberg per gli effetti dannosi che Instagram e Facebook avrebbero sulla salute mentale dei più giovani
Credit: Ron lac
Tempo di lettura 4 min lettura
4 novembre 2023 Aggiornato alle 11:00

Le ultimo novità del colosso tecnologico Meta preoccupano molti cittadini negli Stati Uniti. Dopo aver assistito all’inserimento di funzionalità giudicate pericolose, una coalizione di 41 Stati, insieme al Distretto di Columbia, ha citato in giudizio la società madre di Instagram e Facebook, sostenendo che i loro social network danneggerebbero i bambini causando dipendenza.

Questa azione legale rappresenta uno sforzo significativo da parte delle forze dell’ordine statali nell’affrontare l’impatto dei social media sulla salute mentale dei bambini, con l’auspicio che Meta possa riformulare la caratteristiche dei suoi social network per la pericolosità nei confronti degli utenti più giovani.

Secondo i procuratori, Meta avrebbe progettato i propri dispositivi (Instagram e Facebook) in modo che i giovani utenti vi trascorrano più tempo possibile; coinvolgendo il funzionamento dell’algoritmo, le notifiche e lo scorrimento infinito del feed delle due piattaforme.

La loro presa di posizione legale arriva a seguito di un’ampia indagine svolta dagli stessi nel 2021, dalla quale è emerso che Meta aggancerebbe alle proprie piattaforme bambini e adolescenti utilizzando tecniche dannose e manipolative, contribuendo così ad aumentarne i problemi di salute mentale. Tra le carte spicca una denuncia federale nella quale la società viene accusata di essersi impegnata in un “programma per sfruttare i giovani utenti a scopo di lucro”, ingannandoli sulle caratteristiche di sicurezza e sulla prevalenza di contenuti dannosi, oltre a raccogliere i loro dati e violando le leggi federali sulla privacy dei bambini.

«La nostra indagine è arrivata a una conclusione solenne: Meta ha danneggiato i nostri bambini adolescenti, coltivando la dipendenza per aumentare i profitti aziendali», ha affermato il procuratore generale della California Rob Bonta. Secondo i procuratori generali, le sanzioni civili, i cambiamenti nelle pratiche commerciali e i risarcimenti, sono tutti sul tavolo come potenziali conseguenze.

L’effetto dei prodotti Meta sui giovani è finito sotto i riflettori nazionali dopo che un rapporto del Wall Street Journal del 2021 ha dettagliato una ricerca interna, trapelata dall’informatrice di Facebook Frances Haugen, secondo la quale sarebbe stato proprio Instagram a peggiorare i problemi fisici di alcune ragazze adolescenti. Le forze dell’ordine statali hanno affermato che la società non è riuscita a proteggere i giovani sulle sue piattaforme, accusandola di sfruttare i bambini nell’interesse del profitto.

Un’altra ricerca sulla pervasività della tecnologia è quella presentata a Roma dall’Associazione Nazionale Dipendenza Tecnologiche, dalla quale sono emersi alcuni numeri: nella fascia di età 0-4 anni, oltre la metà dei genitori usa lo smartphone durante l’allattamento o per lo svezzamento; il 64% dei genitori intrattiene i figli con dispositivi digitali durante il giorno; il 36% riferisce di non raccontare più le favole a bambini di età pari o inferiore ai tre anni di vita; il 22% non canta più la ninna nanna, preferendo delegare questo asset ai dispositivi digitali.

Mentre gli sforzi per contenere l’impatto dei social media sui bambini stanno guadagnando terreno presso i legislatori e le forze dell’ordine, Meta sostiene che la ricerca sugli effetti di queste piattaforme sui giovani stiano dando esiti contrastanti e che l’azienda stia prendendo precauzioni per proteggere gli utenti. Nel frattempo, il chirurgo generale statunitense Vivek H. Murthy ha pubblicato un articolo sostenendo che i bambini che utilizzano in maniera eccessiva i social media hanno un rischio maggiore di cattiva salute mentale, problemi di sonno o insoddisfazione corporea.

In seguito agli innumerevoli richiami, la società di Zuckerberg ha svelato anche grandi quantità di modifiche alle politiche e ai prodotti, volte a rendere le app più sicure per i bambini; tra queste la fornitura ai genitori di strumenti per monitorare l’attività, l’inserimento di avvisi preventivi e l’implementazione di impostazioni di privacy più rigorose per i giovani utenti.

Tuttavia, i cambiamenti non sono serviti a pacificare i critici a livello statale e federale, i quali rimangono convinti che l’azienda si sia sottratta alla propria responsabilità di proteggere i suoi giovani utenti più vulnerabili.

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