Ambiente

Dritti verso i +1,5 °C: il 2023 potrebbe essere l’anno più caldo di sempre

I dati di Copernicus sui primi mesi dell’anno e sul settembre bollente sono già una sentenza: di questo passo supereremo anche i valori del 2016
Credit: Richard Ellis/ZUMA Press Wire  

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6 ottobre 2023 Aggiornato alle 07:00

Siamo soltanto a inizio ottobre ma la sentenza, ancor prima della fine dell’anno, potrebbe essere già scritta: molto probabilmente il 2023 sarà l’anno più caldo di sempre.

Non stupisce, nella preoccupante tendenza degli ultimi anni, che quest’ultimo possa risultare ulteriormente bollente: gli ultimi 8 anni sono già stati dichiarati infatti i più caldi mai registrati al mondo.

Nel 2022 la temperatura media globale è stata di circa 1,15 °C sopra i livelli pre-industriali e la probabilità di sforare il limite di 1,5 °C indicato nell’Accordo di Parigi è sempre più concreta.

Se non si registreranno inverni particolarmente rigidi in alcune zone del globo, fatto poco probabile vista anche l’influenza del fenomeno naturale di El Niño che porta ondate di calore in varie zone del Pianeta, il 2023 secondo il Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service - C3S) potrebbe superare anche il record dell’anno finora più caldo di sempre a livello mondiale, ovvero il 2016.

Dal bollettino appena diffuso da Copernicus risulta infatti che la temperatura globale per il periodo compreso tra gennaio e settembre 2023 “è stata di 0,52 °C superiore alla media e di 0,05 °C superiore al periodo equivalente dell’anno solare più caldo (2016)”.

Parlando nello specifico di settembre 2023 Copernicus racconta che “è stato il più caldo mai registrato a livello globale, con una temperatura media dell’aria in superficie di 16,38 °C, 0,93 °C al di sopra della media di settembre del periodo compreso tra il 1991 e il 2020 e 0,5 °C al di sopra della temperatura del 2020, il precedente settembre più caldo”.

Non solo, è stato anche “il mese più insolitamente caldo di tutti gli anni nel set di dati ERA5 (a partire dal 1940)” e nel suo complesso “è stato più caldo di circa 1,75 °C rispetto alla media di settembre del periodo compreso tra il 1850 e il 1900, periodo di riferimento preindustriale”.

Inoltre, fanno sapere purtroppo dal Servizio per il Cambiamento Climatico, nel periodo gennaio-settembre 2023 la temperatura media globale “è stata superiore di 1,40 °C rispetto alla media pre-industriale (1850-1900)”, ciò significa che siamo ormai ad un passo dai famosi +1,5 °C, soglia oltre la quale - ha ricordato anche Papa Francesco nel suo Laudate Deum - sarà sempre più complesso tornare indietro e oltre la quale gli effetti devastanti del nuovo clima saranno sempre più intensi.

L’impatto della crisi del clima inoltre si farà sentire sempre di più in zone particolarmente vulnerabili, come per esempio il continente in cui viviamo.

“Per l’Europa, il settembre 2023 è stato il settembre più caldo mai registrato, con 2,51 °C in più rispetto alla media degli anni compresi tra il 1991 e il 2020 e 1,1 °C in più rispetto al 2020, il precedente settembre più caldo” ricordano da Copernicus.

Sbalorditiva, nel Mediterraneo soprattutto, la temperatura dei mari, in costante aumento.

“La temperatura media della superficie del mare per il mese di settembre, al di sopra dei 60°S-60°N, ha raggiunto i 20, 92 °C, la più alta mai registrata per il mese di settembre e la seconda più alta di tutti i mesi, dopo l’agosto 2023”, scrivono ancora gli scienziati.

Altro dato preoccupante resta poi quello relativo al ghiaccio marino che lo scorso mese come estensione si è mantenuta a un livello minimo record per questo periodo dell’anno.

“A settembre, sia l’estensione giornaliera che quella mensile hanno raggiunto i massimi annuali più bassi registrati dai satelliti, con l’estensione mensile del 9% al di sotto della media. L’estensione giornaliera del ghiaccio marino artico ha raggiunto il 6° minimo annuale, mentre l’estensione mensile si è classificata al 5° posto, con il 18% al di sotto della media”, precisano gli esperti.

Tutti segnali che fanno ribadire ancora una volta a Samantha Burgess, vicedirettore del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus, la necessità di urgenza nell’affrontare con politiche mirate e rapide quanto sta accadendo.

«Le temperature senza precedenti osservate a settembre - dopo un’estate record - hanno battuto i record in una misura straordinaria. Questo mese estremo ha spinto l’anno 2023 nel discutibile primato di essere l’anno più caldo e di superare di circa 1,4 °C le temperature medie dell’era preindustriale. A due mesi da Cop28, il senso di urgenza per un’azione ambiziosa sul clima non è mai stato così critico».

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