Ambiente

Torna la paura nei Campi Flegrei

Sono molte le scosse che si sono susseguite da inizio settembre. L’ultima, nella notte del 2 ottobre, di magnitudo 4.0. Gli esperti: “Stiamo monitorando, non ci sono segnali di imminente eruzione”
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NASA  

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3 ottobre 2023 Aggiornato alle 18:00

Torna la paura in Campania dopo una nuova scossa di terremoto, di magnitudo 4.0, avvertita nella notte del 2 ottobre.

Dopo il terremoto del 27 settembre, considerato il più forte in 40 anni e di magnitudo 4.2, l’intera zona dei Campi Flegrei è nuovamente sorvegliata speciale, vista la fragilità di questa area bradisismica in cui vivono milioni di persone.

Secondo l’Ingv, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, l‘ultimo sisma è stato registrato a una profondità di 3 chilometri ed ha come epicentro proprio l’area dei Campi Flegrei: il terremoto è stato avvertito a Napoli e in varie zone della provincia, con danni legati soprattutto alla caduta di calcinacci. Molte persone, per timore di nuove scosse, hanno trascorso la notte in strada.

L’ultima scossa avvertita fa parte di «un nuovo sciame iniziato contestualmente alla scossa più forte», ha detto Roberto Isaia, dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. «Le energie in gioco stanno aumentando, ma non c’è ancora nessun segnale di risalita del magma in superficie anche se non si può escludere che a diversi chilometri di profondità non ci sia qualche movimento di piccole quantità di magma».

Dalla scossa del 27 settembre in poi sono decine gli sciami che si sono avvicendati a poche ore di distanza e come ricorda l’esperto «l’attività sismica che prosegue ormai da diverso tempo è dovuta alla rottura delle faglie dove sta avendo luogo la deformazione del suolo a causa della pressione esercitata dal gas in risalita».

Vista la delicatezza delle condizioni per chi vive nell’area dei Campi Flegrei, e in un contesto dove le attività vulcaniche dei Campi Flegrei, Ischia e del Vesuvio sono costantemente sotto osservazione, molti cittadini chiedono sempre più informazioni per giudicare quello che sta avvenendo nelle ultime settimane. «Non ci dicono la verità, mi sembrava che la casa crollasse», ha raccontato per esempio una donna di Pozzuoli sostenendo che la potenza del sisma fosse sottostimata, mentre sul profilo social del Comune si legge fra i commenti tutta l’ansia dei cittadini a causa dell’ interminabile sciame sismico.

Mauro Di Vito, dell’Osservatorio Vesuviano, ha ribadito però che «si è trattato di un terremoto superficiale, le persone lo hanno sentito bene soprattutto nell’area di Agnano, più vicina all’epicentro. Ci aspettiamo anche altri eventi, ma al di là di qualche calcinaccio caduto, non sembra ci siano danni importanti alle strutture. L’attività sismica prosegue e proseguirà. Su questo nessun dubbio. Il sollevamento del suolo continuerà. La difese da adottare consistono nei comportamenti corretti da tenere. Bisogna gestire la paura e fare tutte le verifiche del caso agli edifici. I terremoti non sono prevedibili ma posso assicurare che si sta facendo di tutto per mitigare gli effetti del sisma».

L’attività gassosa effusiva o idrotermale delle strutture vulcaniche continua a essere “sotto stretta osservazione” nei Campi Flegrei ma al momento gli esperti non hanno elementi per ipotizzare una eruzione imminente.

Quello che è chiaro è che l’ultima scossa, così come le altre, si inquadra nella “dinamica del bradisismo”, fenomeno legato al vulcanismo per cui si abbassa o si alza il livello del suolo, un evento ben noto ai cittadini visti gli innalzamenti degli anni Ottanta. Il sollevamento, seppur in maniera lenta, è ricominciato nel 2005 e negli ultimi diciotto anni ha raggiunto una media di 15 millimetri al mese.

Tra le aree più sensibili ci sono Pisciarelli e Solfatara, ma in generale tutta l’area dei Campi Flegrei è a rischio, zona in cui è già stato predisposto, con tanto di mappe con colori e delimitazioni, un piano preciso di evacuazione in caso di peggioramento del fenomeno.

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di Giacomo Talignani 3 min lettura