Ambiente

Biopelle creata dal sughero e… piccole grandi idee per il Pianeta

Non solo raccolta differenziata e prodotti biodegradabili. Se vuoi prenderti cura della Terra in modo geniale e green, ecco la rubrica che fa per te
Credit: freepik
Tempo di lettura 5 min lettura
2 ottobre 2023 Aggiornato alle 14:00

Tra gli slogan più ricorrenti delle manifestazioni per il cambiamento climatico e contro l’inquinamento ambientale, ricordiamo tuttə il famoso “There is no planet B”. Già, non esiste un Pianeta B, ma un piano B c’è. Anzi, più di uno.

Ogni giorno c’è qualcunə che ne sa una più del diavolo e lancia idee geniali e invenzioni eccezionali ed ecosostenibili. Come? Dando una nuova vita a oggetti quotidiani che regolarmente gettiamo senza riflettere sulle possibilità di riutilizzo, o ingegnandosi per trasformare il banale in straordinario.

Se ti sei chiestə almeno una volta cosa puoi fare per salvare il Pianeta, ma le risposte che hai trovato erano sempre le solite e banali raccomandazioni che segui già da una vita, allora questa è la rubrica che fa per te. Abbiamo raccolto le migliori invenzioni che possono aiutare la Terra che abitiamo. Tu sei dei nostri?

Lebiu: biopelle create dal sughero

Lebiu è una startup fondata a Calangianus (Sardegna), dove si produce il 70% del sughero italiano, i cui scarti vengono utilizzati dall’azienda per creare pregiati biomateriali per l’industria del design e della moda grazie a processi eco-friendly, innovativi e biobased: un’alternativa cruelty free e sostenibile alle pelli tradizionali.

L’obiettivo della startup è contribuire a ridurre le emissioni di CO2 riutilizzando gli scarti dell’industria del sughero, reintroducendoli nel ciclo produttivo attraverso un processo di upcycling nel quale biomasse dismesse si trasformano in materiali di alta qualità e con eccelse proprietà meccaniche.

Lebiu ha 2 prodotti sul mercato: il primo, Corskin, è un materiale tecnico con un alto contenuto di particelle di sughero e resine plant-based provenienti da coltivazioni Ogm-free e da campi non sottratti all’agricoltura per l’alimentazione, resistente alla corrosione grazie alle proprietà del sughero e dall’estetica che rimanda alla pelle animale.

Il secondo è Nanocork, un finissaggio naturale che si applica su capi e tessuti, che utilizza una quantità minima di acqua e prodotti chimici: ciò può contribuire a un risparmio di energia, acqua e additivi fino al 90%, proponendo un nuovo tipo di processo di finitura molto più sostenibile (viene prodotto solo ciò che è necessario, senza sovrapproduzione).

Con la tecnologia di nebulizzazione ECOfinish, inoltre, la polvere di sughero conferisce struttura al capo ed evita l’accumulo di pollini o polveri sottili sulla superficie, ideale per chi soffre di allergie. Il primo prodotto viene venduto a rulli, mentre il secondo a chili.

Tidalink

Tidalink una piattaforma di sensori innovativa e biodegradabile che aiuta a raccogliere dati granulari marini a diverse profondità e in vaste aree oceaniche, per studiare e proteggere la vita marina dall’effetto dei cambiamenti climatici senza causare inquinamento degli oceani.

A differenza dei satelliti o dei veicoli sottomarini che offrono dati o copertura limitati, Tidalink raccoglie dati acquisendo più parametri a diverse profondità e utilizzando le rotte delle navi e i modelli delle correnti oceaniche per una copertura diffusa.

Si tratta di una capsula sensore galleggiante realizzata con materiali atossici e biodegradabili, progettata per affondare e galleggiare a varie profondità. Il processo di funzionamento è diviso in 6 fasi: nella prima, i sensori vengono dispersi nelle acque marine e oceaniche durante il transito delle navi, per poi affondare a profondità variabili (fino a 50 m) a seconda del peso della base in ceramica atossica (seconda fase).

A questo punto, inizia la terza fase, quella di raccolta dei dati su salinità, temperatura e pressione dell’acqua: un’analisi effettuata ogni 3 ore. Dopo 3 mesi, un adesivo ecologico che collega il corpo galleggiante della capsula alla base si dissolve (quarta fase), facendo riemergere i sensori della capsula di Tidalink che trasmettono i dati raccolti tramite segnali satellitari a bassa potenza (quinta fase).

Come ultimo passaggio, un’intelligenza artificiale elabora i dati per determinare la geolocalizzazione del percorso e le informazioni vengono resi disponibili come open source. Il processo avviene senza disturbare la vita marina e i corpi dei sensori si degradano naturalmente in un tempo compreso tra i 4 e i 12 mesi senza inquinare l’oceano.

Sustainable Food Storage System

Si tratta di un sistema di stoccaggio che mantiene il cibo fresco più a lungo. L’obiettivo del progetto Sustainable Food Storage System è prevenire lo spreco alimentare nelle case e, al tempo stesso, ridurre al minimo la quantità di energia necessaria per conservare il cibo in condizioni ottimali.

La soluzione proposta offre un approccio completamente nuovo alla conservazione degli alimenti rispetto a un frigorifero: si tratta, infatti, di un sistema costituito da moduli, ognuno dei quali ha condizioni ottimizzate per la conservazione di alimenti diversi. Ogni modulo ha una facciata frontale trasparente ed è disposto all’altezza degli occhi dell’utente, in modo da rendere immediatamente visibile il tipo di alimento contenuto e aiutare il consumatore a comprendere lo stato di conservazione e, dunque, sapere quando è il momento di consumare un prodotto.

Il sistema è alimentato da un raffreddamento magnetico e il calore estratto dai moduli viene poi immagazzinato in un accumulatore termico e può essere riutilizzato per riscaldare gli avanzi. L’intero sistema è igienizzato e disinfettato tramite luce UV che elimina i germi sulla superficie dei prodotti e dà all’utente una sensazione di sicurezza.

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